La Ue vuole varare un Regolamento per accelerare le autorizzazioni per le energie rinnovabili. Addio all’agricoltura?

12 maggio 2022
  • Tra crisi alimentare (l’Unione europea non ha autonomia alimentare) e crisi energetica (l’Unione europea non ha autonomia energetica), la Commissione europea sta creando solo caos 
  • Da un lato in Europa dovrebbe aumentare la produzione di cereali e di foraggi e mangimi per gli animali. Dall’altro lato, la Ue punta a facilitare le autorizzazioni per impianti eolici e fotovoltaici che, spesso, insistono su terreni agricoli! A Bruxelles vogliono la botte piena e la moglie ubriaca!

Tra crisi alimentare (l’Unione europea non ha autonomia alimentare) e crisi energetica (l’Unione europea non ha autonomia energetica), la Commissione europea sta creando solo caos 

Ricordate quando nelle scorse settimane la Commissione europea ha detto agli agricoltori che tutte le restrizioni per coltivare cereali e altro erano state sospese perché il grano, il mais, la soia e via continuando cominciano a scarseggiare? Bene, ora dal Governo dell’Unione presieduto dalla signora Ursula von der Leyen arriva un altro ordine: accelerare con gli investimenti nell’energia per ridurre la dipendenza dai combustibili russi. Come? Puntando sulle energie rinnovabili, con le autorizzazioni che debbono essere rilasciate entro un anno. Insomma, la Ue vuole ridurre le importazioni di gas e petrolio russo, ma non lo fa: e questo è già una farsa. Poi vuole le energia rinnovabili in terra e in mare. Peccato che le energie rinnovabili, nella maggioranza dei casi, vanno a intaccate i terreni agricoli, ovvero aree dove, in buona parte, dovrebbero essere coltivati quei cereali che oggi scarseggiano. Per il Sud Italia e per la Sicilia questa iniziativa comunitaria è pericolosissima, perché con i costi crescenti in agricoltura non è da escludere che gli agricoltori optino per la produzione di energia. Come sempre, dall’Unione europea arrivano tante idee, molto confuse e, spesso, in contraddizione. E il bello è che le autorizzazioni per avviare impianti eolici e fotovoltaici debbono essere rilasciate entro un anno, perché i progetti verranno considerati di “interesse pubblico prevalente”. Così come velocemente debbono essere messi a coltura grano, mais… Caos totale!

 

 

Da un lato in Europa dovrebbe aumentare la produzione di cereali e di foraggi e mangimi per gli animali. Dall’altro lato, la Ue punta a facilitare le autorizzazioni per impianti eolici e fotovoltaici che, spesso, insistono su terreni agricoli! A Bruxelles vogliono la botte piena e la moglie ubriaca!

Insomma, bisogna correre, sia per non restare senza grano e senza foraggi e mangimi per gli animai da allevamento, sia per autorizzare gli impianti eolici e fotovoltaici. Nel regolamento che dovrebbe essere varato in tempi stretti ci sarebbe anche qualche elemento di razionalità. Gli impianti eolici non dovrebbero essere realizzati lungo le rotte migratorie degli uccelli, mentre per gli impianti fotovoltaici dovrebbero essere privilegiati i tetti, le strade. le autostrade, le ferrovie, i siti industriali e i terreni pubblici circostanti. Le aree complessive sarebbero soggette a una valutazione ambientale, mentre per i singoli progetti c’è un po’ di confusione: potrebbe essere approvati in tempi rapidissimi a patto che non incidano in modo significativo sull’ambiente. E chi è che dovrebbe stabilire se un progetto incide o non incide sull’ambiente? Anche in questo caso la confusione non manca. Nella ‘bozza’ si prevede che i progetti più piccoli – sempre con riferimento alle energie rinnovabili – con una capacità inferiore a 150 kW dovrebbero essere approvati entro sei mesi o nove mesi, a patto che non ci siano problemi di sicurezza o l’impatto sulla rete elettrica. Le regole di autorizzazione più rapide non si applicherebbero agli impianti che bruciano biomassa per produrre energia. L’idea non è sbagliata, ma bisognerebbe mettere dei ‘paletti’: per esempio, evitando tassativamente di realizzare impianti eolici e soprattutto fotovoltaici in alternativa all’attività agricola. Questo perché le fallimentari politiche agricole degli ultimi venti anni dell’Unione europea hanno impoverito gli agricoltori che, in molti casi, trovano più conveniente affittare un terreno agricolo a chi vuole realizzare impianti fotovoltaici piuttosto che coltivare i terreni! Ma siccome nel mondo i cambiamenti climatici pregiudicano già una parte dell’agricoltura, bisognerebbe evitare di ridurre le superfici coltivate.

Foto tratta da Teatro Naturale 

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