Nuovi guai per la Caronte & Tourist, la società di navigazione che gestisce i trasporti con le navi nell’area dello Stretto di Messina e i trasporti – sempre via nave -tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi detti impropriamente Isole Minori. Sulla ‘resta’ della società è caduta un’altra ‘tegola’ giudiziaria. Il Gip presso l Tribunale di Messina ha disposto il sequestro di quasi un milione di euro. Per gli inquirenti, si tratterebbe di elusione fiscale. Secondo i magistrati della Procura della repubblica presso il Tribunale di Messina, la società dava a noleggio i mezzi pagando solo il 20% di tasse sui ricavi in forza di una norma che, in questo caso, non si dovrebbe applicare. Per la società di navigazione questo non è un bel periodo. Di recente, infatti, l’Antitrust ha comminato alla società una sanzione di 3,7 milioni di euro. Ora è arrivata questa nuova vicenda. Stando a quanto accertato dalla Guardia di Finanza, la Caronte & Tourist non avrebbe diritto all’agevolazione che la società ha auto-applicato. I finanzieri di Messina avrebbero rilevato l’elusione di circa 350mila euro l’anno per tre anni: 2016, 2017 e 2018. Sulla base di queste risultanze la Procura della Città dello Stretto, guidata da Maurizio De Lucia ha chiesto e ottenuto il sequestro, finalizzato alla confisca, di poco più di un milione di euro.
Come già ricordato, nelle scorse settimane l’Antitrust ha comminato una sanzione di 3,7 milioni di euro a compensazione delle tariffe piuttosto ‘salate’. L’istruttoria dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato è stata aperta a seguito della denuncia di alcuni cittadini che lamentavano prezzi troppo alti: 36,50 euro per andata e ritorno in giornata per l’attraversamento in auto dalla sponda calabra a quella siciliana. Di recente, Liberty Lines e Caronte&Tourist – due società consorziate nella Società di Navigazione Siciliana – avevano annunciato un aumento delle tariffe dei collegamenti in aliscafo per le Isole Minori, con rincari del 35% circa per i residenti e del 50% circa per i turisti. Aumenti frutto dell’aumento dei prezzi dei carburanti (che effettivamente ci sono, anche non è chiaro se gli aumenti paventati erano proporzionati all’aumento dei costi a carico delle due società di navigazione). Va detto che le due società, oltre che le entrate da abbonamenti e biglietti, usufruiscono anche di contributi nazionali e fondi regionali che ammontano a circa 100 milioni di euro all’anno. I rincari sono stati scongiurati dopo le proteste dei sindaci delle Isole Minori e, soprattutto, dopo l’intervento del Governo regionale e, segnatamente, dell’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone.