Miccichè, Lombardo e Lega affossano la Finanziaria di Musumeci per riscriverne un’altra guardando alle elezioni di Novembre

10 maggio 2022
  • Si sta verificando un caso politico e parlamentare unico: un Governo regionale in minoranza viene ‘commissariato’ in Aula e costretto ad accettare una Finanziaria riscritta dal Parlamento. Chi sta riscrivendo la Finanziaria, con molta probabilità, alle elezioni regionali di Novembre esprimerà un candidato presidente alternativo all’uscente Nello Musumeci   
  • Lo scontro è sempre stato su Musumeci: la mezza Forza Italia di Micicchè, gli autonomisti di Lombardo e Di Mauro e la Lega (forse non tutta la Lega siciliana) non accettano la ricandidatura di Nello Musumeci
  • Non è che, alla fine, il candidato alla presidenza della Regione alternativo a Musumeci sarà Luca Sammartino, appoggiato da Miccichè, Autonomisti, Lega (e forse anche il PD)? 

Si sta verificando un caso politico e parlamentare unico: un Governo regionale in minoranza in Aula viene ‘commissariato’ e costretto ad accettare una Finanziaria riscritta dal Parlamento. Chi sta riscrivendo la Finanziaria, con molta probabilità, alle elezioni regionali di Novembre esprimerà un candidato presidente alternativo all’uscente Nello Musumeci   

La notizia non è che il Governo siciliano di Nello Musumeci è andato in minoranza in Aula sulla legge Finanziaria 2022. La vera notizia è che uno schieramento politico dal sapone neo-milazziano (da Silvio Milazzo, presidente della Regione 1958-1960 sostenuto da una maggioranza eterogenea da destra a sinistra) – che potrebbe sfidare lo stesso Musumeci alle elezioni regionali del prossimo Novembre – sta azzerando la Finanziaria del Governo Musumeci per riscriverne un’altra, probabilmente sotto forma di maxi-emendamento (radio tam tam sussurra che al testo del maxi-emendamento stia già lavorando il parlamentare autonomista Roberto Di Mauro, che ha alle spalle una grande esperienza). Sintetizzando al massimo, lo scontro che si è delineato al Comune di Palermo all’interno del centrodestra tra Fratelli d’Italia, UDC e mezza Forza Italia da una parte e l’altra metà di Forza Italia che fa capo a Gianfranco Miccichè, gli Autonomisti di Raffaele Lombardo, la Lega (con in testa i parlamentari Luca Sammartino e Carmelo Pullara) dall’altra parte si sta riproponendo nel Palazzo Reale di Palermo, sede del Parlamento dell’Isola durante il dibattito per l’approvazione della legge regionale di stabilità (cioè Bilancio e Finanziaria). Con una differenza fondamentale: che a Sala d’Ercole ai berlusconiani di Miccichè, agli autonomisti di Lombardo e a i leghisti si sono uniti i grillini, il PD – supponiamo solo sul voto – la sinistra di Claudio Fava. E’ chiaro che i parlamentari di tutti questi partiti sono la stragrande maggioranza, controllando anche la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana – con lo stesso Miccichè – che dirige i lavori. E saranno loro a riscrivere e ad approvare la manovra contro la volontà del Governo, che oggi è in netta minoranza. A meno che il presidente Musumeci non decida di dimettersi affidando l’approvazione di Bilancio e Finanziaria ai tre commissari previsti dallo Statuto.

Lo scontro è sempre stato su Musumeci: la mezza Forza Italia di Micicchè, gli autonomisti di Lombardo e Di Mauro e la Lega (forse non tutta la Lega siciliana) non accettano la ricandidatura di Nello Musumeci

Se riflettiamo, a Palermo – a parte il sogno proibito dell’ex parlamentare azzurro Francesco Cascio, che sperava di rientrare nel giro con la candidatura a sindaco di Palermo nel centrodestra – lo scontro è sempre stato e continua ad essere sul presidente Musumeci e non sul candidato sindaco. La mezza Forza Italia di Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo e Di Mauro e la Lega (soprattutto i parlamentari Luca Sammartino e Carmelo Pullara) non ne vogliono sapere della ricandidatura di Musumeci. E stanno giocando la partita della legge regionale di stabilità in funzione delle elezioni di Novembre. A questo punto bisogna capire se quello tra Miccichè, Autonomisti e Lega sia un semplice gioco di ‘sponda’ per affossare e riscrivere la Finanziaria del Governo, o se dietro ci sia qualcosa in più: e cioè quello che noi scriviamo già da tempo, ovvero uno schieramento neo-milazziano pronto non solo a riscrivere e ad approvare la Finanziaria regionale ma anche ad esprimere un candidato alla presidenza della Regione siciliana da contrapporre a Musumeci e ad eventuali altri candidati. Lo scenario è confuso e le ‘carte’ sono ancora in parte ‘coperte’. Sta giocando a carte scoperte Cateno De Luca, che si è già dimesso da sindaco di Messina ed è già candidato da mesi (e, ovviamente, da almeno quattro mesi in campagna elettorale). Tutti ad appoggiare De Luca, mettendo insieme Forza Italia di Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo, la Lega, cercando anche di convincere Claudio Fava e i grillini? Questo schieramento avrebbe ottime possibilità di vincere le elezioni, però a noi non convince molto. Proviamo a illustrare il perché.

Non è che, alla fine, il candidato alla presidenza della Regione alternativo a Musumeci sarà Luca Sammartino, appoggiato da Miccichè, Autonomisti, Lega (e forse anche il PD)? 

Chi conosce Cateno De Luca sa che è incontrollabile. Una delle accuse che vengono mosse a Musumeci è quella di ver ‘passato pochi palloni’ ai parlamentari dell’Ars. Con molta probabilità, De Luca presidente della Regione non li farebbe nemmeno entrare in campo, soprattutto in materia finanziaria, argomento che conosce molto bene. Tra l’altro, non è nemmeno detto che Fava e la parte dei grillini non-PD si accodino a un’operazione neo-milazziana: con Musumeci e De Luca in campo, più qualche altro candidato presidente, Fava potrebbe decidere di candidarsi appoggiato dai grillini di Giuseppe Conte. La partita sarebbe aperta. C’è anche un terzo punto. Finora si è sempre parlato di una possibile candidatura alla presidenza della Regione siciliana del coordinatore della Lega in Sicilia, Nino Minardo. Ma noi non escludiamo che, alla fine, la scelta di Miccichè, Lombardo e dei leghisti – e forse anche del PD – possa cadere su Luca Sammartino, super-votato a Catania e dintorni. Sammartino potrebbe risultare competitivo anche se appoggiato da mezza Forza Italia, dagli Autonomisti di Lombardo e dalla Lega. Con molta probabilità, vincerebbe se fosse appoggiato anche da PD, Fava e dai grillini; ma potrebbe anche vincere affrontando Musumeci, De Luca e Fava più qualche altro candidato. Chissà, forse stiamo cominciando a intravedere quali potrebbero essere le ‘carte’ del ‘Gatto’ e la ‘Volpe’ (il ‘Gatto’ è Miccichè, la ‘Volpe’ è Lombardo).

Foto tratta da La Sicilia        

 

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