Cascio vicesindaco di Palermo? Una ‘zippula’ per mettere ‘bordello’ nel centrodestra siciliano in vista delle elezioni regionali di Novembre

8 maggio 2022
  • Si comincia a delineare la strategia di Gianfranco Miccichè, degli Autonomisti di Raffaele Lombardo e dei leghisti: seminare ‘zizzania’ per gettare nel caos il centrodestra siciliano in vista delle elezioni regionali di Novembre 
  • Il posto di vicesindaco di Palermo, in caso di vittoria di Lagalla, spetta a Carolina Varchi 
  • La politica dei polveroni mediatici senza costrutto, ora tirando in ballo Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro, ora riesumando il “fascismo”  
  • Il ‘Gatto’ (Miccichè), la ‘Volpe’ (Lombardo)  e Nino Minardo 

Si comincia a delineare la strategia di Gianfranco Miccichè, degli Autonomisti di Raffaele Lombardo e dei leghisti: seminare ‘zizzania’ per gettare nel caos il centrodestra in vista delle elezioni regionali di Novembre 

Dopo la ‘botta’ presa a Palermo – con il ritiro forzato di Francesco Cascio da candidato sindaco – la parte di Forza Italia capeggiata da Gianfranco Miccichè, gli Autonomisti di Raffaele Lombardo e i vertici della Lega si stanno riorganizzando, in vista delle elezioni regionali siciliane del prossimo Novembre (cambiamenti climatici permettendo). L’obiettivo è sempre lo stesso: non bloccare la ricandidatura del presidente della Regione uscente, Nello Musumeci – che si ricandiderà comunque – ma batterlo in un modo o nell’altro. Non è ancora chiara la strategia che i vari Gianfranco Miccichè, Raffaele Lombardo e i leghisti seguiranno. Un elemento politico è, però, piuttosto chiaro sin da oggi: battere Musumeci non significa, per forza di cose, eleggere un candidato alternativo di centrodestra. Non è da escludere, insomma, un inciucio con il PD e con una parte del Movimento 5 Stelle, o un’operazione ‘milazziana’, con la parte di Forza Italia di Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo e Roberto Di Mauro, la Lega, il PD e i parte dei grillini che convergono su Cateno De Luca, che si è dimesso da sindaco di Messina per candidarsi alla presidenza della Regione siciliana. In questa fase Miccichè, Lombardo e compagni debbono provare a logorare Musumeci. Va in questa direzione l’intervista rilasciata da Miccichè a un quotidiano nazionale che La Sicilia la riassunto in un titolo a effetto: “Miccichè insiste sul no a Musumeci: «E’ un fascista catanese e della Meloni ce ne freghiamo»”. Toni sopra il rigo e parole offensive verso il presidente della Regione e la leader di Fratelli d’Italia che lo stesso Miccichè ha subito smentito.

Il posto di vicesindaco di Palermo, in caso di vittoria di Lagalla, spetta a Carolina Varchi 

Il tenore dell’intervista lascerebbe pensare a una sfuriata di Miccichè che, notoriamente, ogni tanto va un po’ su di giri con le parole. La sensazione, però, è che questa volta tutto sia stato meditato. Quasi a preparare lo scontro che si aprirà nelle prossime ore, dopo che Cascio, in modo irrituale, ha annunciato che sarà il vicesindaco del candidato sindaco di Palermo di centrodestra, Roberto Lagalla. La sortita di Cascio – che, lo ricordiamo, era il candidato sindaco della parte la parte di Forza Italia capeggiata da Gianfranco Miccichè, degli Autonomisti di Raffaele Lombardo e dei vertici della Lega poi costretto a ritirarsi – è bizzarra e fuori luogo. Una mossa che ricorda un detto siciliano: ‘ntanto ‘nnassittamu, intanto ci prendiamo la poltrona di vice sindaco. La richiesta di Cascio serve solo ad accendere polemiche, perché il vicesindaco non spetta a chi ha provato ad ‘accoppare’ politicamente la candidatura a sindaco di Lagalla, ma a chi ha lavorato per tale candidatura. E ad agevolare la candidatura di Lagalla è stata la candidata sindaco di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi, che si è fatta da parte nell’interesse della coalizione di centrodestra. E’ naturale che, in caso di elezione di Lagalla a Sindaco, il posto di vice spetti a lei. Tra l’altro, l’eventuale nomina di Cascio vicesindaco sarebbe politicamente insensata, perché lo stesso Cascio fa parte di una coalizione politica contraria al presidente della Regione, Musumeci, che appoggia Lagalla!

La politica dei polveroni mediatici senza costrutto, ora tirando in ballo Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro, ora riesumando il “fascismo”  

Ma se Cascio non ha alcuna speranza di essere nominato vicesindaco di Palermo perché ha avanzato la propria candidatura? Per lo stesso motivo per il quale Miccichè ha rilasciato l’intervista sopra il rigo poi ritrattata: per gettare benzina nel fuoco e cercare di indebolire la candidatura di Lagalla e per preparare il caos nel centrodestra siciliano in vista delle elezioni regionali di Novembre. Non a caso, le parole usate da Miccichè – “Musumeci è un fascista” e via continuando – sono state subito utilizzate dagli esponenti di centrosinistra per accusare Lagalla di essere sostenuto dai “fascisti”. Così come qualche giorno fa gli stessi esponenti di centrosinistra hanno accusato Lagalla di essere appoggiato da Marcello dell’Utri e da Totò Cuffaro condannati per mafia e bla bla bla. La realtà è che il centrosinistra di Palermo, Miccichè, gli Autonomisti di Lombardo e i vertici della Lega (è importante distinguere i vertici nazionali e regionali della Lega, che brigano con Miccichè e Lombardo, dai parlamentari e dai dirigenti intermedi della Lega in Sicilia, che non sembrerebbero molto convinti di andare verso una rottura dello schieramento di centrodestra in Sicilia) non sanno come fare per provare a fermare il consenso che, piaccia o no, si sta formando attorno a Lagalla. Anche perché la legge regionale che ha introdotto in Sicilia l’elezione dei sindaci al primo turno con il 40% (a livello nazionale è richiesto il 50%), se cinque anni fa è servita per rieleggere Leoluca Orlando al primo turno, ora gioca a sfavore del centrosinistra e a favore del centrodestra. L’unica cosa che possono fare è quello che stanno facendo: alzare polveroni per preparare lo scontro che si consumerà alle elezioni regionali siciliane.

Il ‘Gatto’ (Miccichè), la ‘Volpe’ (Lombardo)  e Nino Minardo 

Come finirà? Intanto dobbiamo capire come finirà in Sicilia con i cambiamenti climatici tra caldo, incendi e inondazioni. Se arriveremo indenni a Novembre – e noi, in realtà, non ne siamo così sicuri – assisteremo a un po’ di ‘bordello politico’. A nostro modesto avviso, in questa fare, i candidati certi alla presidenza della Regione dovrebbero essere Nello Musumeci e Cateno De Luca, più un paio di candidati tra sicilianisti e movimenti vari. Difficile dire quello che succederà, perché l’eventuale operazione milazziana – tutti per De Luca contro Musumeci – per essere vincente dovrebbe tirarsi dietro Claudio Fava e i grillini che stanno con Giuseppe Conte. Faviani e grillini potrebbero candidare lo stesso Fava: e con i 160 mila percettori del Reddito di cittadinanza questi potrebbero fare ‘danno serio’. Dall’altra parte si potrebbe pensare a ‘sfilare’ la Lega dall’abbraccio con Miccichè e Lombardo, che è un po’ quanto avvenuto al Comune di Palermo. Ma tale ipotesi cozza con la posizione nazionale di Giorgia Meloni, che sta giocando la carta di candidata premier in vista delle elezioni politiche del Marzo del prossimo anno, a scapito – ovviamente -di un leader della Lega, Matteo Salvini, che da quando è stato ‘imprigionato’ nel Governo di Mario Draghi perde colpi a ripetizione. E’ chiaro che in Sicilia Salvini cercherà di ‘affondare’ il candidato della Meloni, cioè Musumeci. In più, il ‘Gatto’ e la ‘Volpe’ (il ‘Gatto’ è Miccichè e la ‘Volpe’ è Lombardo) hanno messo in testa al coordinatore della Lega siciliana, Nino Minardo, che potrebbe essere lui il presidente della Regione: come e con quali voti non si capisce, ma sembra che Minardo ci abbia creduto…

 

 

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