Il Papa apre a Putin, Conte rompe con il Governo Draghi e in Sicilia Miccichè e Lombardo costretti alla ‘resa’ su Palermo/ MATTINALE 642

4 maggio 2022
  • In politica mai dire mai. Putin sembrava in crisi e invece…
  • Il problema dell’informazione legata ai fabbricatori e venditori di armi
  • Il problema dell’informazione legata ai fabbricatori e venditori di armi
  • A Palermo Roberto Lagalla dovrebbe essere il candidato del centrodestra. Miccichè e Lombardo messi all’angolo 

In politica mai dire mai. Putin sembrava in crisi e invece…

In politica è così: un giorno sembra che tutto crolli, che è impossibile raggiungere un accordo che soddisfi tutti contendenti e il giorno dopo tutto si appiana, o quanto meno margini di trattativa che sembravano strettissimi improvvisamente si allargano e si prospettano possibili soluzioni. Ieri i falchi hanno perso e oggi dovrebbe essere il giorno delle colombe. Nella guerra in Ucraina, ieri, Putin ha letteralmente sbaragliato gli avversari. Il Papa di Santa Romana Chiesa, Francesco, ha detto che vuole incontrare Putin, non prima di aver assestato una ‘strigliata’ all’ONU, trattato alla stregua di “un cane che abbaia alle porte di Mosca”. Insomma, se per fermare la guerra bisogna garantire l’accesso al Mar Nero alla Russia, e magari una mezza cintura di protezione contro i missili americani così sarà; l’attore-statista Zelensky ci resterà male, ma il Papa è il Papa, almeno contro il Santo Padre non potrà sparare le sue invettive. Anche le dichiarazioni del Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, a una televisione italiana, all’inizio demonizzate sono state accettate sulla base di due principi: in primo luogo perché non si può solo dare la parola a una delle due parti in causa come vorrebbero il PD e gli altri ‘aedi’ della libera informazione a convenienza; la seconda è che se è vero che quello di Lavrov è stato un monologo, anche Zelensky ha fatto la stessa cosa. E allora nel giudizio su un’intervista non si possono usare due pesi e due misure.  Il giornalismo italiano ne esce bene? Non esattamente. Ma non dimentichiamo che un importante giornale italiano, qualche anno fa, censurava le notizie che non andavano a genio all’Unione europea…

Il problema dell’informazione legata ai fabbricatori e venditori di armi

Che l’informazione, in Italia, sconti qualche problema è cosa nota da tempo. A complicare tutto ci sono gli editori che producono e vendono armi. Scrive a tal proposito su Facebook il giovane economista siciliano, Luca Pinasco: “Lo schema è questo: chiunque racconta la realtà ‘cade nella propaganda di Putin’. Chiunque parla di pace ‘cade nella propaganda di Putin’. Chiunque cerca dialogo e negoziati ‘cade nella propaganda di Putin’. Oltre il 70% degli italiani che sono contrari all’invio di armi ‘cade nella propaganda di Putin’. Gli abitanti di Mariupol intervistati da Report che accusano i battaglioni di avergli distrutto le case a cannonate ‘sono caduti nella propaganda di Putin’.  Solo se vuoi mandare armi puoi stare dalla parte dei giusti altrimenti vuol dire che ‘sei caduto nella propaganda di Putin’. Chi assume questo frame come realtà sta automaticamente accettando l’idea che Putin sia il capo di un complotto globale ordito per far credere a 7 miliardi di persone nel mondo che fomentare questa guerra sia un errore. Se non è complottismo questo mi chiedo cosa lo sia”. Se le armi in Ucraina si dovranno fermare, ebbene, bisognerà tenere conto della posizione della Russia.

Brutte notizie per il PD: Conte ha tutta l’intenzione di presentarsi alle elezioni politiche con il simbolo del Movimento 5 Stelle o anche senza

A livello nazionale arrivano brutte notizie per il PD. Giuseppe Conte, pur tra mille difficoltà, sta rimettendo su almeno una parte del Movimento 5 Stelle. L’ipotesi di ‘imbarcare’ una decina di parlamentari nazionali grillini uscenti nel Partito Democratico sta naufragando. Non solo. Ormai un giorno sì e l’altro pure Conte prende le distanza dal capo del Governo Mario Draghi: lo ha fatto con un secco “No” all’invio delle armi in Ucraina e, adesso, va in scena lo scontro sul Superbonus del 110%. Ora Superbonus e Reddito di cittadinanza sono i cavalli di battaglia dei grillini – peraltro le uniche cose di peso rimaste del programma del Movimento 5 Stelle e Conte le sta cavalcando. Per il PD è un disastro, perché la presenza alle elezioni politiche del Marzo del prossimo anno – peraltro con un Reddito di cittadinanza che è, di fatto, il più straordinario strumento clientelare messo in piedi in Italia negli ultimi trent’anni – rischia di mandare all’aria i piani del Partito Democratico. Insomma, con la presenza alle prossime elezioni politiche dei grillini capeggiati da Conte – rischia di inchiodare il PD al 15%, con i grillini che potrebbero anche raggiungere il 10% e forse oltre sull’onda del Reddito di cittadinanza.

La Regione siciliana approverà Bilancio e Finanziaria 2022 nonostante il disavanzo di 900 milioni di euro

Anche in Sicilia, dove tutto sembra crollare, tutto sta andando a posto. Il Governo regionale di Nello Musumeci avrebbe trovato 600 milioni di euro. Non sono i soldi della sanità siciliana che lo Stati scippa alla Sicilia dal 2009, circa 600 milioni all’anno; ma è già qualcosa. Il disavanzo di 900 milioni di euro all’anno – frutto degli accordi a perdere con Roma siglati dai passati Governi regionali di centrosinistra per mettere in difficoltà i Governi regionali successivi di colore politico diverso – rimane: ma i un modo o nell’altro anche quest’anno Bilancio e Finanziaria verranno approvati. Anche se rimane sul tappeto la questione di una Regione che, forse, si dovrebbe scrollare di dosso l’enorme numero di precari che non possono più essere pagati, a meno che – questo è il messaggio che il Governo nazionale ha mandato alla Sicilia – Regione e Comuni siciliani non  trovino il modo di pagare tali precari togliendo altri soldi ai cittadini siciliani con nuovi balzelli. Ma questo sarà impossibile, perché tutta l’economia europea sta precipitando in un baratro, in parte per gli effetti della Guerra in Ucraina, in parte perché lo scontro tra area del dollaro americano da una parte e Cina e Russia dall’altra parte non potrà che sacrificare l’Europa.

A Palermo Roberto Lagalla dovrebbe essere il candidato del centrodestra. Miccichè e Lombardo messi all’angolo 

Persino a Palermo è stato trovato un accordo dove sembrava che tutto dovesse andare a carte quarantotto. Forza Italia di Gianfranco Miccichè e gli Autonomisti di Raffaele Lombardo, di fatto, sono stati messi all’angolo. Il tentativo di sfasciare il centrodestra siciliano sta fallendo perché la Lega di Matteo Salvini, al massimo, si riserverà di aprire un fronte di scontro sulla presidenza della Regione siciliana. Sul Comune di Palermo ormai Miccichè e Lombardo ormai dovranno mollare. Il problema è che si sono trascinato Francesco Cascio, candidato sindaco di Palermo che dovrebbe ritirarsi. Al quale andrà assicurato un ‘risarcimento’ politico. Ma questo non glielo possono assicurare Miccichè e Lombardo. In ogni caso, la questione Regione, con Roberto Lagalla candidato sindaco del centrodestra, vene momentaneamente accantonata. Se ne riparlerà dopo le elezioni di Palermo.

 

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