Con l’aumento del prezzo dell’olio di semi guai per i panellari di Palermo. Che fine farà la rosticceria? / MATTINALE 641

3 maggio 2022
  • Il costo di una confezione di olio di semi da 25 litri è passato da 20-22 euro a 80-82 euro. Complicato andare avanti per i classici panellari con le motolape. E non parliamo dei bar e delle rosticcerie che debbono pagare pure le super-bollette di gas e luce   
  • Vita di un panellaro con la motolapa: “Il mio lavoro con l’olio a prezzo quadruplicato? Un grandissimo casino”
  • C’è chi è convinto che quello che sta succedendo – aumenti stratosferici di bollette di gas e luce e ora aumento del prezzo dell’olio di semi – sia una manovra per favorire le grandi catene di fast food. Il ‘mistero’ dello strutto utilizzato per la preparazione dei  pani câ meusa… 

Il costo di una confezione di olio di semi da 25 litri è passato da 20-22 euro a 80-82 euro. Complicato andare avanti per i classici panellari con le motolape. E non parliamo dei bar e delle rosticcerie che debbono pagare pure le super-bollette di gas e luce

Ieri abbiamo raccontato la grande speculazione in corso in Italia sugli oli di semi. Oggi proveremo a illustrare quali sono gli effetti degli assurdi rincari dei prezzi degli oli di semi che vengono giustificati con la guerra in Ucraina. Ricordando che la guerra in Ucraina giustifica l’aumento del prezzo dell’olio di girasole, perché questo paese è il promo produttore al mondo di olio di girasole e, causa la guerra, l’agricoltura ucraina è in ginocchio. Ma la guerra in Ucraina non ha nulla a che vedere con l’aumento dei prezzi di altri oli di semi: in questo caso si tratta di speculazioni allo stato puro. Forse una giustificazione potrebbe riguardare l’olio di soia, il cui prezzo è in crescita. La realtà è che, in Italia, ormai succede di tutto: e tutto va a danno dei consumatori. Nei giorni scorsi abbiamo dato la parola al titolare di una polleria, che ci ha raccontato perché, con le bollette di luce e gas alle stesse, a fine anno chiuderà la propria attività. Oggi diamo la parola a un panellaro di Palermo. Tutti, bene o male, a Palermo, mangiano le panelle, le crocchette e, quando si trovano – ormai sono una rarità – ‘i raskatura. Perché abbiamo raccolto la testimonianza di un piccolo venditore di panelle che gira per le via della città con la sia motolapa? Perché riteniamo che per illustrare i problemi economici si può partire dai dati macroeconomici, ma anche dal basso. Per un panellaro, che lavora con l’olio di semi, il prodotto che usa ogni giorno, il costo più che triplicato dello stesso olio di semi che effetti sta provocando?

Vita di un panellaro con la motolapa: “Il mio lavoro con l’olio a prezzo quadruplicato? Un grandissimo casino”

“Un casino – ci dice -. Sì, un grande casino. Fino a poco tempo fa una confezione da venticinque litri di olio di semi costava 22 euro. Improvvisamente mi hanno chiesto 30 euro. Ho chiesto spiegazioni. Risposta: ‘Che vuole c’è la guerra’. Qualche giorno dopo siamo arrivati a 40 euro. Ho chiesto spiegazioni. Solita risposta: ‘C’è la guerra’. Ancora qualche giorno e siamo arrivati a 50 euro. In pratica, 25 litri di olio di semi con il prezzo quasi raddoppiato in pochi giorni. Non è finita. Due settimane dopo siamo arrivati a 60 euro. Ieri siamo arrivati a 82 euro. Ma si rende conto? Venticinque litri di olio di semi 82 euro! Ho pagato 80 euro. Mi hanno fatto lo scontro di 2 euro…”. Il nostro amico panellaro – che conosciamo da anni – ci racconta che lui l’olio cambia spesso. “Due giorni fa non ho acquistato la solita confezione di olio da 25 litri. Ho acquistato le bottiglie in un supermercato a3 euro a bottiglia. Prima si acquistavano ad un euro a bottiglia. A metà mattina mi servivano altre quattro bottiglie di olio di semi e sono entrato in un supermercato. Mi hanno chiesto 4 euro a bottiglia. Ho detto: ‘Scusate, ieri le ho pagate 3 euro a bottiglia e dopo un giorno costano 4 euro?’ Risposta: le avrà acquistate in un quartiere popolare. Qui siamo vicini al centro. I prezzi cambiano”. Gli chiediamo come vanno le vendite. “E’ complicato anche il rapporto con i clienti. Intanto ho deciso di non aumentare i prezzi di panelle e crocchette. Sto provando a cambiare metodo di lavoro. Nelle ore di punta è tutto come prima. Quando il pomeriggio i clienti diminuiscono metto dei paletti. Se il fuoco è spento e qualcuno mi chiede un euro di panelle o di crocchette gli spiego che non posso accendere il gas per un euro di panelle. Anche perché c’è anche l’aumento del costo del gas. Insomma gli spiego che non posso cominciare a friggere un euro di panelle. Tra olio e gas andrei in perdita”.

C’è chi è convinto che quello che sta succedendo – aumenti stratosferici di bollette di gas e luce e ora aumento del prezzo dell’olio di semi – sia una manovra per favorire le grandi catene di fast food. Il ‘mistero’ dello strutto utilizzato per la preparazione dei  pani câ meusa…  

Ci chiediamo che cosa sta succedendo succedendo nelle rosticcerie di Palermo. Eh già, perché le rosticcerie non hanno solo il problema dell’olio con il costo quadruplicato: hanno anche le super bollette di luce e gas. “Le rosticcerie? Mio cugino ha una rosticceria – ci dice ancora il nostro amico panellaro -. L’ho sentito un paio di giorni fa. Ci siamo scambiati le opinioni. Gli ho detto che per me sta diventando tutto un casino. ‘Non me ne parlare – mi ha risposto -. La rosticceria va sempre bene. Siamo noi he andiamo male. Già con le bollette di gas e luce eravamo messi male. C’è chi ha aumentato un po’ i prezzi. ma ci sono subito lamentele. La gente, a Palermo, vuole la rosticceria. Ma anche le persone hanno problemi con le bollette. Appena aumenti i prezzi la rosticceria se la preparano in casa. E’ complicato anche per noi piccoli. Mio cugino pensa che a fine anno chiuderà. Mi ha detto che non ha alternative. Avrebbe chiuso anche senza l’aumento del prezzo dell’olio. Dice che per una piccola rosticceria le bollette di gas e luce sono insostenibili. E’ convinto che sia tutta una manovra per favorire i grandi. Sa, questi grandi negozi chi binninu cosi ‘i manciari, diciamo noi a Palermo. Attenzione: mio cugino non paga l’affitto, ha il locale di proprietà. Ma vuole chiudere lo stesso. Ora con l’aumento del prezzo dell’olio mi ha detto che anticiperà la chiusura. E mi ha detto un’altra cosa, però di questa cosa non ho conferma diretta, si deve informare meglio. Mi ha detto che un suo amico che vende pani câ meusa – panini con la milza – è in difficoltà. Io non ho mai lavorato con la i panini con la milza. Mio cugino mi ha detto che una forma di strutto che fino a poco tempo fa costava 8 euro oggi costa 60 euro. Ora, mi dica lei che è giornalista: ma chi minchia ci trasi ‘u struttu ca guerra in Ucraina?“. Lo strutto è il grasso che si ottiene dalle parti grasse del maiale. non sappiamo se la notizia dell’aumento del prezzo dello strutto sia vera. A noi sembra strano. Sarebbe un’assurdità. Anche se ormai, in Italia, con i prezzi, tutto è possibile. Ci informeremo meglio.

Foto tratta da itPalermo – italiani.it

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