Perché il Reddito di cittadinanza in Sicilia sta provocando un disastro economico e sociale

2 maggio 2022
  • Da qui al Marzo del prossimo anno in Sicilia i percettori del Reddito di cittadinanza potrebbero diventare un milione su 5 milioni di abitanti. Una follia alimentata da una politica clientelare a caccia di voti 
  • Impossibile trovare giovani disposti a lavorare nella ristorazione
  • Il Reddito di cittadinanza e la ‘curva di Phillips’
  • Il Reddito di cittadinanza, in Sicilia, ha ‘drogato’ l’economia reale, accentuando il clientelismo e il parassitismo economico   

Da qui al Marzo del prossimo anno in Sicilia i percettori del Reddito di cittadinanza potrebbero diventare un milione su 5 milioni di abitanti. Una follia alimentata da una politica clientelare a caccia di voti 

Grande folla, oggi, al Centro commerciale Conca d’oro di Palermo. Non folla dentro il Centro commerciale, ma fuori. dove si contavano centinaia di persone in fila. Nel grande spazio antistante il Centro commerciale sono stati montati dei grandi tendoni. A quanto abbiamo capito, è qui che si dovrebbe svolgere il concorso per poco più di mille futuri impiegati dei Centri per l’impiego della Sicilia. Prevista la partecipazione di 25 mila candidati. Se abbiamo capito, questi mille futuri assunti si dovranno occupare anche di come trovare i posti di lavoro ai percettori del Reddito di cittadinanza della Sicilia, che al 31 Dicembre dello scorso anno erano 716 mila 409. Poiché nel 2019 i beneficiari di almeno una mensilità in Sicilia erano 499.393, nel 2020 erano 684.846 e nel 2021, come già accennato, sono diventati 716 mila 409, ebbene, è probabile che nel 2022 aumentino ancora, anche perché si voterà in oltre 100 Comuni della Sicilia tra meno di due mesi, si voterà per le elezioni regionali nel Novembre di quest’anno e si voterà per il rinnovo del Parlamento nazionale nel Marzo del prossimo anno. Non è da escludere che, da qui al Marzo del prossimo anno, i percettori del Reddito di cittadinanza in Sicilia superino il milione. Si tratterebbe del record dei record: un quinto della popolazione siciliana, che è di circa 5 milioni, percepirebbe il Reddito di cittadinanza!

Impossibile trovare giovani disposti a lavorare nella ristorazione

Sappiamo benissimo che chi parla male del Reddito di cittadinanza viene subito etichettato come infame, difensore dei ricchi, senza cuore e bla bla bla. Ma siccome noi ci occupiamo di economia non possiamo fare a meno di sottolineare quanto lo scenario del Reddito di cittadinanza, in Sicilia, sia ormai assurdo. Qualche giorno fa un noto ristoratore palermitano, Filippo La Mantia, ha dichiarato che è diventato difficile, se non impossibile, trovare giovani disposti a lavorare nella ristorazione. La stessa cosa ha dichiarato un altro noto ristoratore, Alessandro Borghese. La difesa – a oltranza – di chi difende il Reddito di cittadinanza è che i salari offerti dai ristoratori sarebbero bassi. Tesi poco convincente, perché smentirebbe, almeno in parte, una teoria elaborata dall’economista, Alban Phillips. Detto in parole semplici, Phillips sostiene che, quando il tasso di disoccupazione è basso i salari crescono, mentre quando il tasso di disoccupazione è alto i salari non crescono. Questo avviene perché, se tutti lavorano, per le imprese diventa difficile trovare gente disposta a lavorare e, se trovano chi è disposto a lavorare, lo debbono pagare bene; mentre se abbondano i disoccupati sarà facile per le imprese trovare qualcuno disposto a lavorare anche per poco.

Il Reddito di cittadinanza e la ‘curva di Phillips’

Trasliamo adesso questo ragionamento al mondo della ristorazione. Se gli imprenditori del settore – nei casi di La Mantia e Borghese – non trovano gente disposta a lavorare non avrebbe senso, da parte loro, pagare poco il personale, perché si darebbero la zappa sui piedi! E infatti il problema non sono i bassi salari. Il vero problema – che è un problema serio, economico e sociale – è che il Reddito di cittadinanza ha alterato i parametri per ‘leggere’ il binomio occupazione-disoccupazione con le lenti della ‘curva di Phillips‘. Di fatto – tornando alla Sicilia – i disoccupati titolari del Reddito di cittadinanza non sono più tali, perché, appunto, percepiscono il Reddito di cittadinanza. Che, lo ricordiamo, non è un vero Reddito di cittadinanza, ma – per la stragrande maggioranza dei percettori – è una sorta di Reddito universale i cui costi, abbiamo visto, aumentano di anno in anno, perché di anno in anno cresce il numero delle persone che lo percepiscono (soprattutto quando si avvicinano le elezioni…). Risultati? Circa 54 mila persone che hanno firmato un contratto di lavoro ma non si hanno notizie precise sui tipi di contratti di lavoro. A questi si aggiungono circa 40 mila soggetti che hanno rinunciato, o che sono risultati incompatibili con tale forma di assistenza. Mentre il numero degli assegni revocati ai furbacchioni che non ne avevano diritto è stato irrilevante: poco meno di 10 mila unità.

Il Reddito di cittadinanza, in Sicilia, ha ‘drogato’ l’economia reale, accentuando il clientelismo e il parassitismo economico    

Che dire, allora? Che fino ad oggi, in Sicilia, il numero dei percettori del Reddito di cittadinanza è cresciuto in ragione più che proporzionale al numero di coloro i quali hanno trovato occupazione grazie allo stesso Reddito di cittadinanza. E se in Italia l’economia sta andando a rotoli tra caduta del PIL, spread in aumento e inflazione alle stelle, in Sicilia lo scenario è ancora più drammatico, se è vero che siamo tra le prime Regioni in Europa per numero di disoccupati. A complicare tutto c’è il ‘sommerso’ di cui non c’è contezza. Pensare che, tra qualche mese, un milione di siciliani sopravviverà con meno di 600 euro al mese è economicamente illogico. E’ evidente che ci sono già e ci saranno sempre di più ‘accomodamenti’ di cui si conosce poco o nulla. E’ chiaro che coloro i quali dovranno ‘arrotondare’ non lo faranno nella ristorazione o in agricoltura dove verrebbero subito scoperti, perdendo così il Reddito di cittadinanza. Le modalità per lavorare ‘in nero’ sono tante (per esempio, lavorando da casa). Questa situazione andrà a peggiorare e si stabilizzerà. Perché si stabilizzerà? Perché già oggi, in Sicilia, il Reddito di cittadinanza è una sorta di variabile di sostegno alla domanda al consumo: se dovesse venire meno crollerebbero i consumi con effetti economici devastanti. Se nel 2021 il Reddito di cittadinanza per 716 mila 409 percettori costava un miliardo e 700 mila euro, con un milione di percettori costerebbe più di 2 miliardi di euro all’anno. Togliere questa somma alla Sicilia provocherebbe un terremoto economico non soltanto nella nostra Isola, ma anche nel Nord Italia, perché buona parte dei beni consumati in Sicilia arrivano dal Nord Italia. Il Reddito di cittadinanza, in Sicilia, ha ‘drogato’ l’economia reale, accentuando il clientelismo e il parassitismo economico, creando problemi enormi alla vera economia.

Foto tratta da la Repubblica Palermo 

 

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