La guerra non ha intaccato la produzione di grano in Russia, mentre l’Ucraina ha perso buona parte della produzione

22 aprile 2022
  • Fino ad ora in Russia non ci sono problemi all’agricoltura legati alla guerra o ai cambiamenti climatici
  • Riduzione sensibile delle semine in Ucraina e problemi con i campi minati dove è impossibile esercitare l’agricoltura
  • Non si escludono problemi climatici negli Stati Uniti d’America e in Sudamerica 
  • Il Nord Africa prova ad acquistare il grano dall’India 
  • La Serbia blocca l’export di grano e mais 

Fino ad ora in Russia non ci sono problemi all’agricoltura legati alla guerra o ai cambiamenti climatici

La guerra in ucraina vista dalla parte dei mercati agricoli, con particolare riferimento al grano. Proviamo grazie al report di Sandro Puglisi, analista dei mercati internazionali, a fare il punto della situazione a chiusura di settimana. La notizia è che in Russia, nonostante la guerra, le cose non vanno male. Fino ad ora si registra una buona umidità del suolo: insomma, non c’è siccità. Con i tempi, anzi, per essere precisi, con i cambiamenti climatici sempre in agguato, la mancanza di siccità è una bella notizia. Semmai la Russia ha qualche problema nelle attività commerciali, non a caso il presidente Vladimir Putin ha attaccato i Paesi occidentali accusandoli di fare ricorso a restrizioni “illegali” contrarie alle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). La Russia – questa è un’altra notizia – aggiornerà la propria strategia nell’OMC entro l’1 Giugno. “In particolare – scrive Puglisi – Putin ha affermato che i Paesi occidentali hanno vietato alla Russia di acquistare i componenti necessari per produrre lamiere laminate, lamiere di acciaio e altri prodotti”. Bisognerà capire come reagirà la Russia.

Riduzione sensibile delle semine in Ucraina e problemi con i campi minati dove è impossibile esercitare l’agricoltura

Non va bene, invece, in Ucraina. Dove gli effetti della guerra si fanno sentire e sono molto pesanti. Anche perché la pressione della Russia si fa sentire e, al di là della propaganda che va in scena in Occidente – una propaganda che cerca di mettere in buona luce, sotto tutti i punti di vista. l’Ucraina – lo scenario agricolo, in questo Paese è piuttosto deprimente. Puglisi cita il Ministero dell’Agricoltura ucraino, stando al quale gli agricoltori ucraini hanno seminato quest’anno 2,5 milioni di ettari di colture primaverili, il 20% della superficie prevista. Considerate le zone del Paese dove è in corso la guerra, le semine potrebbero subire un calo del 70%. C’è anche un altro problema: l’impossibilità, per gli agricoltori ucraini, di seminare in alcune aree del Paese dove potrebbero esserci mine.

 

 

Non si escludono problemi climatici negli Stati Uniti d’America e in Sudamerica 

Tra Stati Uniti d’America e Sudamerica si mettono nel conto possibili problemi legati al clima. In Brasile, in particolare, ci sono aree dove la siccità sta creando problemi alle colture di mais. Sempre in Brasile si teme che le sanzioni contro Russia e Bielorussia possano ridurre l’offerta di fertilizzanti (Russia e Bielorussia sono grandi produttori di fertilizzanti).

Il Nord Africa prova ad acquistare il grano dall’India 

Il Nord Africa deve fare i conti con la riduzione del grano russo e ucraino. In Egitto – paese grande consumatore di grano – si lavora per importare grano indiano. Anche se non mancano i problemi. Gli egiziani temono che, on i carichi di grano indiano, possano arrivare parassiti che fino ad oggi non sono presenti nel Continente africano. E’ un problema da non sottovalutare perché spesso, in agricoltura – o meglio, nella storia dell’agricoltura mondiale – insetti e, in generale, malattie delle piante sono arrivate con le navi. Da qui i controlli. Gli egiziani temono, in particolare, la malattia fungina Karnal Bunt (Carie parziale del grano) e l’uso eccessivo di pesticidi. In generale, i governi del Nord Africa sono molto più attenti dell’Unione europea: da quelle parti non va di moda il grano duro canadese spesso a rischio di glifosato e micotossine, mentre la Ue, pur di fare entrare in Europa grano duro e grano tenero canadese ha innalzato i limiti relativi alla presenza nei grani di questi veleni. Infine c’è il problema del costo di trasporto: infatti, fa arrivare il grano dall’India costa quasi il doppi del grano fatto arrivare da Russia e Ucraina.

La Serbia blocca l’export di grano e mais 

Puglisi ci dà una notizia particolare che arriva dalla Serbia, dove il Governo serbo ha deciso di ridurre le esportazioni di grano, mais, farina e olio da cucina. Per noi non è una novità: tanti Paesi del mondo, tra guerra in Ucraina e timori di cambiamenti climatici hanno ridotto le esportazioni di grano e, in generale, di derrate alimentari. La decisione del Governo sembra non sia piaciuta agli agricoltori seri che temono di perdere quote di mercato. Come si può notare, non sempre, in materia di agricoltura, le decisioni dei governi collimano con la volontà degli agricoltori. Per la cronaca,  non ha introdotto sanzioni contro la Russia. nonostante le pressioni per armonizzare la sua politica estera con l’Unione europea. Infine una notizia dalla Cina, dove la produzione di mais potrebbe raggiungere un nuovo record.

 

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