No della Sovrintendenza al rigassificatore di Porto Empedocle. Mareamico: inquinerebbe il mare con sostanze tossiche e mutagene

16 aprile 2022
  • E’ inutile che ‘rutuliano’: il folle progetto del rigassificatore di Porto Empedocle, a due passi dalla Valle dei Templi, è già morto e sepolto
  • Chi dice che servirebbe per fronteggiare la crisi odierna del metano racconta fesserie

E’ inutile che ‘rutuliano’: il folle progetto del rigassificatore di Porto Empedocle, a due passi dalla Valle dei Templi, è già morto e sepolto

Il rigassificatore di Porto Empedocle? E’ solo un tentativo di speculare su un progetto ormai morto e sepolto. E non è vero che esiste l’autorizzazione da parte della Sovrintendenza di Agrigento. Lo ha scritto a chiare lettere Alessio Lattuca, esponente di Confimpresa Euromed e del Coordinamento partenariato, e lo ribadisce l’Associazione Mareamico di Agrigento. “In una nota inviata all’UNESCO – scrive Mareamico – la Soprintendenza di Agrigento fa finalmente chiarezza sulla malaugurata ipotesi di costruire un rigassificatore a Porto Empedocle. Innanzitutto dichiara che la precedente autorizzazione del 2006 risulta scaduta e che non vi è in giacenza una nuova richiesta di pareri. L’ufficio, nel dettaglio, sottolinea poi come ‘non è possibile concedere alcuna autorizzazione paesaggistica’. Questo perché nelle vicinanze dell’area individuata per la costruzione del rigassificatore sussistono beni paesaggistici e culturali di elevata importanza. Altro deterrente riguarda le scelte già avviate nel solco della valorizzazione turistica della zona che, di certo, mal si sposano con il rigassificatore. La zona sarebbe altresì sottoposta alla normativa Seveso, e questo avrebbe un riverbero negativo inevitabile sulla vocazione turistica di Porto Empedocle e di Agrigento. Verrebbe infatti interdetto lo specchio acqueo alla navigazione per permettere alle navi gasiere di approvvigionare il rigassificatore. Intorno questa vicenda sono nate tante fake news: una riguarda ‘fantomatici posti di lavoro’, l’altra millanta ‘anacronistiche prospettive industriali’. Occorre fare chiarezza partendo dai punti fermi. Le uniche certezze sono rappresentate dal fatto che il progetto in questione prevede un impianto di rigassificazione da costruire a terra, a circuito aperto. Significa che l’impianto restituirebbe in mare grossi quantitativi di acqua più fredda e clorata. Per tradurre le parole in numeri: 600.000 metri cubi al giorno di acque trattate con cloro che rilascerebbero in mare sostanze tossiche e mutagene. Tutto questo avrebbe conseguenze inevitabili: l’impoverimento del mare ed anche la formazione di fastidiose schiume che sconsiglierebbero la balneazione”.

Chi dice che servirebbe per fronteggiare la crisi odierna del metano racconta fesserie

Per chi ancora non l’avesse capito, se disgraziatamente dovesse vedere la luce il rigassiificatore, gli abitanti di Porto Empedocle si potrebbero dimenticare il mare, che verrebbe inevitabilmente inquinato. Per non parlare dei pericoli legati a possibili incidenti. Va fatta anche chiarezza su una menzogna messa in giro anche da chi non sa come stanno le cose. Non è vero che il rigassificatore di Porto Empedocle serve per fronteggiare l’attuale emergenza dovuta a carenza di gas. L’emergenza si presenterebbe subito, là dove i governanti dell’Unione europea dovessero decidere di rinunciare al gas della Russia. Ma questa possibile emergenza non ha nulla a che vedere con il rigassificatore di Porto Empedocle, la cui realizzazione richiederebbe almeno cinque anni di lavori. Quindi chi dice e scrive che il rigassificatore di Porto Empedocle serve per fronteggiare la crisi odierna del gas dice e scrive minchiate. Un’altra notizia destituita di fondamento è che un eventuale incidente non intaccherebbe la Valle dei Templi di Agrigento. Chi dice questo non conosce il progetto e non sa che il rigassificatore di Porto Empedocle, se realizzato, sarebbe il più grande rigassificatore d’Europa. Non a caso hanno scelto come luogo la Sicilia, perché sanno che, in caso di incidente, i danni sarebbero ingenti. Ricordatevi che una semplice bombola di gas è in grado di distruggere una palazzina di due piani. Il rigassificatore conterrebbe un quantitativo di gas pari a miliardi di bombole di gas, peraltro a pressioni molto elevate, perché liquefatto. Un’eventuale esplosione del rigassificatore di Porto Empedocle estenderebbe i propri effetti nefasti in una linea d’aria di 4-5 Km, investendo in piano la Valle dei Templi di Agrigento. E questo il motivo per il quale questo progetto folle – che risale alla metà degli anni 2000, è stato bloccato. E non fatevi incantare da chi dice che l’impianto sarebbe “sicurissimo”. Quando realizzarono la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico dicevano che era “sicurissima”. L’incidente è avvenuto il 20 Aprile del 2010 e ancora oggi – nonostante le tecnologie messe in campo dagli americani – l’inquinamento continua a provocare danni micidiali all’ambiente.

Foto tratta da Posarelli Villas

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