La guerra in Ucraina ci dice che il Made in Italy alimentare dipende dall’estero… Soprattutto per la carne. Ma anche latte, formaggi e salumi…

8 aprile 2022
  • Il conflitto esploso in Ucraina sta mettendo in luce alcune amare verità  
  • Come per il grano duro, che è solo in parte italiano, anche per l’allevamento degli animali i mangimi che vengono utilizzati sono solo in parte italiani
  • Così scopriamo che i mangimi per gli animali da carne che si utilizzano in Italia sono quasi tutti di provenienza estera e tutti OGM
  • Di questa vergogna dobbiamo ringraziare l’Unione europea ultra-liberista e globalista. Cosa fare per difendersi dagli alimenti OGM

Il conflitto esploso in Ucraina sta mettendo in luce alcune amare verità  

La guerra in Ucraina sta mettendo in evidenza la fragilità, e perché no?, anche l’incedibile dipendenza di una parte importante del Made in Italy alimentare. Made in Italy significa che i prodotti – i questo caso alimentare – debbono avere origine italiana. Forse, con quello che sta succedendo, sarebbe opportuno approfondire il significato della parola “origine” applicato agli alimenti che ci vengono e vengono presentati come “italiani” e, magari, di elevata qualità. Oggi ammettiamo una nostra responsabilità- se volete una nostra reticenza – sul latte bovino ‘italiano’. Sappiamo da anni che in Italia si importa tanto latte bovino da dove capita (ormai con la globalizzazione dell’economia lo si importa dai Paesi dove produrlo costa meno, sacrificando spesso, se non sempre, la qualità). così, da almeno un trentennio o forse più facciamo finta che tutto il latte di vacca che circola in Italia – fresco e trasformato – sia italiano. Sappiamo che non è vero: per esempio, in Sicilia, tolta l’area del Ragusano, il latte fresco bovino si conta sulla punta delle dita. Ma – ribadiamo – anche per non creare problemi e, soprattutto, perché negli anni passati i ‘predoni’ dell’Unione europea rompevano le scatole con le ‘Quota latte’ (in pratica, la Ue imponeva di produrre meno latte e quindi di allevare meno bovini da latte ufficialmente perché c’era una ‘sovrapproduzione’, nei fatti per favorire la zootecnia da latte del Nord Europa). Oggi, con la guerra in Ucraina, nel vedere quello che sta succedendo a quasi tutta la zootecnia italiana, che denuncia l’assenza di mangimi – mais e soia in testa – i cabbasisi girano anche a noi. E allora basta, allora cominciamo a dire come stanno le cose.

Come per il grano duro, che è solo in parte italiano, anche per l’allevamento degli animali i mangimi che vengono utilizzati sono solo in parte italiani

Cominciamo col dire che la zootecnia italiana è italiana a metà, dal momento che stiamo scoprendo quello che abbiamo già appurato e che raccontiamo da quando siamo in rete: e cioè che, come per il grano duro per produrre la pasta è solo in parte italiano, anche per l’allevamento degli animali i mangimi che vengono utilizzati sono solo in parte – a quanto pare in minima parte – italiani. Abbiamo più volte denunciato lo scandalo degli allevamenti intesivi di maiali e di polli che non hanno nulla a che spartire con l’agricoltura, ma sono industrie a tutti gli effetti, con gli animali condannati ad atroci sofferenze e con un inquinamento spaventoso dell’ambiente (il riferimento è soprattutto a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, il “Nord produttivo”). Con lo Stato italiano che agevola questi allevamenti consentendo un uso strumentale di un contratto agrario, la soccida. Anche se gli allevamenti bovini non sono paragonabili alla sofferenza che viene imposta a maiali e polli, la realtà non va bene lo stesso, perché stiamo scoprendo che tantissimi allevamenti di bovini dipendono da prodotti agricoli che arrivano da altri Paesi del mondo. Allora perché dobbiamo continuare ad affermare che i formaggi prodotti in Italia sono tutti Made in Italy se in Italia importiamo tanto latte dall’estero? E perché continuiamo a chiamare la carne  i salumi Made in Italy se per alimentare gli animali da carne si utilizzano prodotti agricoli – segnatamente soia e mais – che arrivano dall’universo mondo? Che avrebbero di italiano? La lavorazione? Tutti qui? Facciamo finta di non sapere che nulla di concreto fino ad oggi si sa degli effetti che gli OGM possono provocare nell’organismo umano? Ricordiamo che gli alimenti OGM si ‘trasferiscono’ negli animali che li mangano e, di conseguenza, nel latte, nella carne, nei formaggi e nei salumi che finiscono nelle nostre tavole. Perché nascondere ipocritamente che nel Made i Italy alimentare, indirettamente, non mancano certo gli OGM? Dobbiamo fare finta di non sapere che in Sudamerica le piantagioni vengono irrorate di glifosato con gli aerei?

Così scopriamo che i mangimi per gli animali da carne che si utilizzano in Italia sono quasi tutti di provenienza estera e tutti OGM

Non è un elemento secondario il fatto che soia, mais e altri prodotti agricoli utilizzati per alimentare gli animali vengano da chissà dove. Intanto perché sappiamo tutti che nei tanti, troppo “dove” – cioè nei luoghi del nostro Pianeta dove si producono, per citare sue esempi, mais e soia – gli OGM, come già accennato, sono realtà da tanti anni. Gli OGM sono gli Organismi Geneticamente Modificati che, sulla carta – con grandissima ipocrisia – l’Unione europea vieta. Il problema è che nei Paesi da dove arrivano soia e mais gli OGM sono la regola. Quasi tutta la soia e quasi tutto il mais che l’Italia importa sono OGM (e il discorso riguarda anche gli altri Paesi dell’Unione europea). Fino a prima della guerra in Ucraina pensavamo: sì, una parte di mais e di soia arriva da fuori, pazienza. Oggi invece scopriamo che quasi tutta la soia e quasi tutto il mais che viene utilizzato in Italia per gli allevamenti arriva da Paesi esteri dove, lo ribadiamo, l’uso degli OGM – piante geneticamente modificate – è normale. Senza mais e sena soia addio allevamenti da carne. Non lo diciamo noi: lo dicono le decine e decine di articoli che abbiamo letto e che continuiamo a leggere in questi giorni.

Di questa vergogna dobbiamo ringraziare l’Unione europea ultra-liberista e globalista. Cosa fare per difendersi dagli alimenti OGM

Grazie all’Unione europea ultra-liberista e grazie ai Governi nazionali e alle Regioni che hanno assecondato la Ue, l’Italia si ritrova oggi con allevamenti bovini – soprattutto per ciò che riguarda i bovini da carne – che dipendono dai mangimi importati, segnatamente da mais e soia. La regola ultra-liberista e globalista è sempre la solita: in alcuni Paesi il costo del lavoro è più basso, gli OGM sono più produttivi e allora via: certi prodotti agricoli vanno coltivati solo in certi Paesi e gli altri li debbono importare. Peccato che con questo sistema criminale vanno a farsi benedire la qualità e la sovranità alimentare. La qualità va a farsi benedire perché mais soia OGM non sono di qualità; e non è di qualità la carne che si produce alimentando gli animali con mais e soia Ogm; e non sono di qualità i salumi che si producono dalla carne che proviene da animali alimentati con mais e soia OGM. Siamo oltranzisti? No: ci limitiamo ad applicare cosa ha stabilito l’Unione europea, che ha bandito gli OGM perché pericolosi per la nostra salute. Vi accorgete come si contraddicono questi ‘profeti’ del liberismo globalista? Stabiliscono un principio e poi, per meri interessi economici, lo aggirano. E infinocchiano i consumatori europei i quali credono che sulle loro tavole non arrivano alimento OGM. A questo punto i nostri lettori ci chiederanno: che dobbiamo fare per non mangiare alimento OGM? Sul latte, acquistate solo quello prodotto nelle vostre zone; la stessa cosa per i formaggi: se potete, acquistate solo quelli locali da casari di fiducia. E la stessa cosa vale per i salumi. E la carne? A questo punto, se non volete avere a che fare con gli OGM, meglio evitarla!

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