Conti alla mano Agostino Cascio illustra quanti soldi hanno perso gli agricoltori siciliani in tutti questi anni

4 aprile 2022
  • Ottima la disamina del  segretario regionale in Sicilia dei Liberalsocialisti per l’Italia, Agostino Cascio. Impressionante la crescita dei costi di produzione
  • Ecco come il Governo nazionale e la Regione siciliana stanno affossando l’agricoltura della nostra Isola
  • I titoli Agea ‘confezionati’ su misura per favorire gli agricoltori del Nord Italia a scapito degli agricoltori di Sud Italia e Sicilia  
  • La truffa dell’euro: “Nel 2001, con l’entrata dell’euro, un litro di gasolio agricolo costava 0,17 centesimi di euro, oggi costa 1,42 euro”
  • Le proposte dei Liberalsocialisti siciliani
  • Lo scippo del FEASR ai danni degli agricoltori di Sud Italia e Sicilia disposto dal Ministro Grillino Patuanelli e avallato da Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘sinistra’ di Liberi e Uguali

Ottima la disamina del  segretario regionale in Sicilia dei Liberalsocialisti per l’Italia, Agostino Cascio. Impressionante la crescita dei costi di produzione

Sulla rete va un post di Agostino Cascio, agricoltore, segretario regionale in Sicilia dei Liberalsocialisti per l’Italia, un uomo che di grande libertà di pensiero che non ha esitato a contestare i provvedimenti liberticidi adottati dai Governi nel nome del Covid. Nel post che noi riprendiamo con piacere il segretario socialista fa il punto della situazione sull’agricoltura. “Tornando indietro nel tempo di circa 50 anni – scrive Agostino Cascio – si mette in evidenza che la Politica, al fine di dare la possibilità ai consumatori di avere accessibilità ai prodotti alimentari di prima necessità, ha deciso di dare all’agricoltore ed all’allevatore u’ integrazione al reddito (mancato guadagno), in base alle superfici coltivate a cereali e al numero di capi di bestiame allevati. A tal fine fu stabilito di prendere come riferimento la media degli ultimi tre anni, di cui due eccezionalmente e sfortunatamente furono siccitosi e quindi scarsamente produttivi. Pertanto, la media di produzione risultò in molte provincie di 11 quintali di grano ad ettaro e, di conseguenza, venne attribuito dalla Commissione Governativa un’integrazione non corrispondente e non adeguata alla media della produzione reale annuale, che era di 30 quintali ad ettaro. Questo calcolo errato penalizzò la cerealicoltura siciliana. L’agricoltore anziché ricevere la cifra di lire 2,5 milioni ad ettaro ne ottenne solo lire 850.000. Nel corso degli anni successivi nessuno si è minimamente preoccupato del fatto che gli aumenti dei costi dei fattori produttivi abbiano eroso il mancato guadagno e che il prezzo dei cereali sia stato mantenuto ai livelli minimi”.

Ecco come il Governo nazionale e la Regione siciliana stanno affossando l’agricoltura della nostra Isola

A questo punto l’esponente socialista tira fuori un po’ di numeri per illustrare quanto è avvenuto: “Prima dell’entrata dell’euro, il gasolio agricolo era di £.300 litro; un quintale di concime £.26.000; il prezzo del grano è rimasto a £.500-600 al kg, il prezzo della carne ovi-bovina a peso vivo £. 4.000-5.000 al kg. Abbiamo assistito e subito passivamente le varie riforme PAC (Politica Agricola Comune) che hanno convertito l’integrazione ad ettaro di seminato a grano ed altre colture in TITOLI del valore di €425, mentre i costi dei fattori produttivi d’incidenza, dei contributi della manodopera, dei tributi, tasse, assicurazioni, manutenzione mezzi, contravvenzioni, aumentavano a dismisura. Si aggiunge, inoltre, la concorrenza di navi estere che hanno importato prodotti di dubbia qualità, e che hanno contribuito all’impoverimento dei vari settori dell’agricoltura; hanno creato volutamente con le Borse Merci, un mercato di riferimento prezzi, parallelo e falso, perché a ribasso, facendo uscire fuori mercato nel 2008-2009 tutte le Aziende agricole siciliane. A seguito delle inevitabili proteste, la Regione siciliana ha preso atto, con Deliberazione della Giunta Regionale, dell’Emergenza Crisi Economica Agricoltura Siciliana, per fuoriuscita di mercato. A questa problematica doveva dare corso amministrativo anche il Governo Nazionale con l’allora Ministero dell’Agricoltura e delle Politiche Comunitarie, Luca Zaia. Il Ministro aveva preso l’impegno di chiedere in deroga una soluzione all’Unione europea non appena la Deliberazione Regionale e la documentazione fosse stata completata. Ma non è stato portato avanti alcun provvedimento. Da allora si sono succeduti 4 Ministri e 4 assessori regionali all’Agricoltura. Nel frattempo, le nuove riforme PAC hanno continuato a modificare in peggio quelli che avrebbero dovuto essere aiuti all’agricoltura, nell’indifferenza e nel silenzio più totale di tutte le Associazioni di Categoria”.

I titoli Agea ‘confezionati’ su misura per favorire gli agricoltori del Nord Italia a scapito degli agricoltori di Sud Italia e Sicilia  

Arriviamo cos ai giorni nostri. “I Titoli Agea – scrive sempre Cascio – sono stati ridotti a 238 euro in Sicilia mentre al Nord sono a 850 euro. Da oltre 30 anni, noi agricoltori rivendichiamo una seria Riforma Agraria economica e sociale per eliminare il divario tra Nord e Sud, all’inizio causato da un errore Amministrativo ma in seguito aggravato da decisioni Politiche Sindacali in un mondo stravolto dalla globalizzazione. Dall’autunno 2021 i costi dei fattori produttivi sono aumentati in maniera vertiginosa ed incontrollata. È vero che il prezzo del grano comincia ad adeguarsi raggiungendo un valore di 0,53 centesimi di € al kg. e l’orzo di 0,33 centesimi di € al kg. Ciò, non per merito della CUN (Commissione Unica Nazionale) e nemmeno per la sensibilità politica dei vari Governi. La Pandemia creata, con il conseguente blocco delle attività economiche, la supremazia tra Stati e Potenze per nuovi assetti territoriali geopolitici causati dalla prevista guerra Russia-Ucraina e conseguenti sanzioni economiche prevedibili, hanno portato la Cina a rastrellare gran parte della produzione agricola mondiale. Inoltre, i cambiamenti climatici che hanno ridotto la produzione dei più importanti esportatori di grano duro e tenero quali Canada ecc…; la speculazione sulle materie prime ed energetiche con l’assenza di controllo delle Autorità competenti, sono stati tutti elementi causa di povertà e del fallimento economico delle nostre Aziende Agricole”.

La truffa dell’euro: “Nel 2001, con l’entrata dell’euro, un litro di gasolio agricolo costava 0,17 centesimi di euro, oggi costa 1,42 euro”

Impressionante la crescita dei costi in agricoltura dal 2001 ad oggi: “Nel 2001, con l’entrata dell’euro – scrive il segretario dei Liberalsocialisti siciliani – un litro di gasolio agricolo costava 0,17 centesimi di euro, oggi costa 1,42 euro; un quintale di concime urea costava 11-13 euro, oggi costa 115-120 euro; la manodopera costava 25 euro al giorno, oggi costa 80-100 al giorno; il prezzo dei pezzi di ricambio per la manutenzione degli attrezzi è aumentato talmente da equipararli ai gioielli da acquistare in gioielleria. Si sono inoltre aggiunti gli aumenti dell’energia elettrica e del gas metano. Non comprendo come si possa giustificare che il prezzo del grano duro siciliano di qualità, senza contaminanti, fino all’agosto del 2021 non abbia mai superato la soglia dei 0,28 centesimi di euro al kg compreso IVA. Al momento i cerealicoltori non hanno prodotti da vendere ed il Mercato offre 0,53 centesimi di euro + IVA. Il prossimo raccolto sarà a Giugno, forse… Le sementi sono già state acquistate a caro prezzo ed il gasolio ha subito un aumento del 150%; i concimi e l’ urea agricola sono aumentati del 300%; le bollette energetiche di luce e gas sono aumentate del 140%. Che valore dovremmo dare ad un kg del grano che si raccoglierà quest’Estate? Come si potranno pagare le tasse, i tributi, i mutui e i prestiti contratti con le varie finanziarie? Come si potrà acquistare il gasolio per la preparazione dei terreni alla nuova semina dei cereali e delle varie colture della nostra Regione?

Le proposte dei Liberalsocialisti siciliani

A questo punto arrivano le conclusioni con le proposte del liberalsocialisti: “Mi auguro che il Governo Regionale, Nazionale e l’Unione europea abbiano il coraggio di fare il loro dovere ed affrontare questo grave problema per garantire il lavoro e un futuro decoroso e dignitoso dell’uomo, tutelando pure il consumatore. Tenendo conto della mancata produzione per il fabbisogno nazionale, sarebbe ragionevole tenere in considerazione le proposte dei Liberalsocialisti, legge Speciale L.R. ai sensi dell’art.14:
1) Premio di produzione del 30% sia alle O.P. che ad Agricoltori ed Allevatori, singole Ditte Individuali.
2) Riportare il costo del carburante e prodotti energetici al prezzo ante pandemia, eliminando tutte le accise, ai sensi dell’ art. 37-38 Statuto Autonomo Siciliano.
3) Adeguamento TITOLI AGEA a euro 1.200 sia al Nord che al Sud.
4) Adeguamento annuale dei TITOLI AGEA agli aumenti dei costi dei fattori produttivi delle Aziende agricole”.

Lo scippo del FEASR ai danni degli agricoltori di Sud Italia e Sicilia disposto dal Ministro Grillino Patuanelli e avallato da Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘sinistra’ di Liberi e Uguali

Nella bella ed esauriente analisi del nostro amico Agostino Cascio manca un elemento molto importante: lo scippo dei fondi FEASR (Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Regionale) operato dal Governo nazionale e, in particolare, dal Ministro grillino e nordista di Trieste, Stefano Patuanelli. Sono soldi che sono stati tolti agli agricoltori del Sud e della Sicilia  e regalati agli agricoltori del Nord Italia. Si tratta di un fatto grave che si ripeterà nel tempo, perché è stata modificata la ripartizione dei fondi del Secondo Pilastro della PAC (le politiche di sviluppo rurale finanziate dal Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale – FEASR – per poco meno di 100 miliardi di euro ai quali si aggiungono altri 61 miliardi legati ai contributi nazionali) senza modificare il Primo Pilastro della PAC (la sezione Garanzia del Feoga  – Fondo europeo di orientamento e garanzia in agricoltura – che finanzia i pagamenti diretti agli agricoltori e le misure di gestione dei mercati agricoli attuate nell’ambito delle Ocm). Di questo vergognoso scippo gli agricoltori siciliani e del Sud Italia debbono ringraziare i partiti che sostengono il Governo di Mario Draghi: Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia, Italia Viva e la ‘sinistra’ di Liberi e Uguali. Lo capiranno o no, gli agricoltori del sud Italia e della Sicilia, che non dovranno più votare questi partiti?  

Foto tratta da MICROjournal

 

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