I Keynes della Cgil di Palermo hanno scoperto perché il Comune ha un Bilancio con i ‘buchi’/ SERALE

1 aprile 2022
  • Solo una città ingrata come Palermo non conosce che fior di economisti operano nel ‘pensatoio’ del grande sindacato della ‘sinistra’
  • “Itivilli a manciari, i picciuli”, si diceva nella Palermo degli anni ’70. E infatti non ci sono più soldi anche per il Teatro Massimo e per il Teatro Biondo di Palermo. “L’ala gelida” del Comune è arrivata anche lì
  • Noi abbiamo sbagliato tutto: la verità sui conti del Comune di Palermo l’hanno finalmente scoperta i Keynes della Cgil cittadina
  • Non è vero che Palermo è una città povera che si è ulteriormente impoverita: sono tutti ricchi da tassare per rendere grande il Comune…

Solo una città ingrata come Palermo non conosce che fior di economisti operano nel ‘pensatoio’ del grande sindacato della ‘sinistra’

Tanti palermitani non sanno che in città esiste un’organizzazione più o meno sindacale dove operano economisti di livello pari, se non superiore, a John Maynard Keynes. Questi grandissimi filosofi del pensiero economico elaborano le loro raffinatissime teorie in un luogo che un tempo fu uno dei più rinomati bordelli di Palermo e che da anni è la sede della mitica Cgil detta anche Camera del lavoro (quannu c’è, perché a Palermo, si sa, di lavoro non ce n’è molto). E sono proprio i sindacalisti della Cgil ad avere superato in curva Keynes. In queste ore gli economisti della Cgil panormita hanno scoperto – addirittura! – perché il Bilancio del Comune di Palermo è tutto ‘buchi’. E ci sono arrivati – incredibile! – attraverso la cultura, per la precisione, seguendo le note della musica lirica, tra Verdi e Puccini. Ma non vi vogliamo togliere il piacere di una grandissima scoperta, un mondo nuovo che si apre alle menti di chi, non avendo meglio da fare, legge questo articolo. Leggiamo insieme – se non scappate prima – il distillato di saggezza economica di questi fulgidi economisti-sindacalisti:

Itivilli a manciari, i picciuli“, si diceva nella Palermo degli anni ’70. E infatti non ci sono più soldi anche per il Teatro Massimo e per il Teatro Biondo di Palermo. “L’ala gelida” del Comune è arrivata anche lì

“La Cgil Palermo aderisce alla manifestazione di domani indetta dai sindacati dello spettacolo sulla scalinata del Teatro Massimo alle ore 17”. In pratica, il Comune di Palermo ci livò i picciuli puru al Teatro Massimo e al Teatro Biondo. “La Cgil – prosegue il comunicato – sarà presente assieme alle sue categorie per portare la solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del mondo della cultura, che hanno pagato in questi due anni un prezzo altissimo durante la pandemia e che domani scendono in piazza in difesa dei teatri cittadini a rischio chiusura – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo –. Non solo va rivisto il modello globale di gestione del settore Cultura ma devono essere previste poste di bilancio stabili e certe per le istituzioni culturali. Occorre rivedere sin da subito le criticità del bilancio del Comune”. A questo punto, la Cgil scopre che il Governo nazionale di Mario Draghi, tanto caro al PD, ha trattato il Comune di Palermo come l’ultima delle colonie: “L’intervento del Governo nazionale, 180 milioni in vent’anni, appare del tutto risibile rispetto a quello che servirebbe alla città di Palermo – scrivono i Keynes della Cgil -. E’ necessario a questo punto chiedere l’impegno delle istituzioni regionali e nazionali per capire come risolvere la crisi legata alla riscossione dei tributi del Comune di Palermo”. Ecco il punto che era sfuggito a tutti e che invece è stato centrato in pieno dagli economisti della Cgil: le vere ragioni dei ‘buchi’ del Bilancio del Comune di Palermo.

Noi abbiamo sbagliato tutto: la verità sui conti del Comune di Palermo l’hanno finalmente scoperta i Keynes della Cgil cittadina

Solo dei poveri coglioni come noi, incapaci di vedere il contesto economico comunale con gli occhi dei Keynes di Palermo, potevamo pensare che i ‘buchi’ del Bilancio del Comune dipendessero dai circa 20 mila dipendenti che lavorano con grande dedizione tra uffici comunali e società controllate dallo stesso Comune. Non capendo niente di economia e di finanza pubblica, pensavamo che un Comune che ha più dipendenti dell’intera Regione siciliana deve per forza andare a fondo. Un altro grave errore che abbiamo commesso – e speriamo che la Cgil ci perdoni – è stato pensare che i ‘buchi’ del Bilancio del Comune di Palermo fossero anche causati dai 10 milioni di euro all’anno che il Comune spende per tenere in piedi un Tram, come dire?, poco frequentato, che esiste solo perché deve giustificare la montagna di appalti da 400, 500, 600, 700 milioni di euro per le future linee di Tram che la città attende in estasi escatologica (quasi la stessa estasi dei progettisti…). Ma torniamo ai Keynes della Cgil panormita: “Il tema della mancata riscossione delle tasse, e della inefficace lotta all’evasione fin qui condotta, che impediscono il risanamento del Bilancio, impongono un cambio del sistema. Non serve una politica che dà solidarietà al mondo dello spettacolo ma che non risolve il problema alla radice. Un problema che da anni penalizza la nostra città, impedendo la possibilità di fare investimenti per assicurare la crescita produttiva e culturale e sociale di Palermo. Se non si interviene adesso questa situazione continuerà a gravare anche sulla prossima amministrazione comunale, impedendo qualsiasi programmazione futura, e sui cittadini, già tartassati dagli aumenti delle bollette e del costo della vita, chiamati a pagare per i prossimi anni un aumento salato dell’addizionale Irpef”.

Non è vero che Palermo è una città povera che si è ulteriormente impoverita: sono tutti ricchi da tassare per rendere grande il Comune

Nella nostra vita non abbiamo mai letto pagine economiche così profonde e così pregnanti. Noi – sempre da perfetti coglioni – pensavamo che Palermo fosse una città povera, con tante famiglie che non arrivano a fine mese, con altrettante famiglie che non potranno pagare le bellette della luce, le bollette del gas e il raddoppio dell’Irpef comunale approvato dal Consiglio comunale con l’avallo delle opposizioni, cioè di quelli che dicono di essere contro il sindaco Orlando al quale, però, chissà come e chissà perché, hanno fatto passare il ‘risanamento’ finanziario del Comune e spese dei cittadini. E con 2 mila e 500 famiglie senza casa abbandonate pure da Dio (oltre che dal Comune, ovviamente). L’ammettiamo: non abbiamo capito una mazza! Le 2 mila e 500 famiglie di senza casa sono una nostra astrazione, un’invenzione della Russia del ‘cattivo’ Putin; il Tram di Palermo è in grande attivo, altro che deficit!; i 20 mila dipendenti – visti sotto il profilo elettorale – sono anche pochi. Ha ragione la Cgil panormita: bisogna stanare gli evasori fiscali ricchi: per esempio, le decine e decine di persone che, al tramonto, si catapultano nei cassonetti di immondizia – ma anche nei cumuli di immondizia che sorgono qua e là, i cumuli di immondizia che vengono raccolti con i trattori, a quanto pare ‘gratis’ – per cercare oggetti da andare a rivendere nei mercatini improvvisati. Questi saranno milionari: tassiamoli! Come i titolari dei bar, dei ristoranti, dei pub che si sono ‘arricchiti’ durante la pandemia. O come i commercianti che hanno chiuso bottega grazie alle ‘intuizioni’ delle pedonalizzazioni ‘Cataniane’, o grazie ai cantieri dei quali si sa solo quando sono stati aperti (per chi lo ricorda, ovviamente), ma non si sa quando verranno chiusi, forse mai come l’amore eterno, perché gli appalti ferroviari, gli appalti per i collettori e gli appalti del Porto di Palermo sono stati pensati come i rotoloni di carta igienica che non finiscono mai…

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