Elezioni siciliane 2022. Centrosinistra al 20%? E come? Grillini oltre il 20%? Non ci crediamo. Centrodestra al 45%? Ma se litigano sempre?

27 marzo 2022
  • I ‘numeri’ di un sondaggio pubblicato dal quotidiano La Sicilia non ci convincono molto  
  • I grillini al 23%? Ma se a Palermo rischiano di non presentare il simbolo? 
  • Il sondaggio parla del centrodestra siciliano, ovvero di uno schieramento politico che non c’è più, sostituito da una sommatoria informe di personalizzazioni della politica
  • Si sottovaluta Cateno De Luca che è l’unico candidato alla presidenza della Regione che è già da tempo in campagna elettorale e che potrebbe essere la rivelazione delle prossime elezioni regionali 

I ‘numeri’ di un sondaggio pubblicato dal quotidiano La Sicilia non ci convincono molto  

Leggiamo un articolo di politica che ci ha lasciati di stucco. E’ pubblicato dal quotidiano La Sicilia. Argomento: le elezioni regionali siciliane del prossimo Novembre. Si parte da un “sondaggio ‘indipendente’ realizzato da Keix Knowledge tra il 9 e il 14 marzo”. Cosa si intende per sondaggio indipendente per noi è un mistero, dal momento che i sondaggi – soprattutto i sondaggi politici – spesso, più che interpretare la volontà degli elettori, cercano di condizionarla. Nel 2014 il nuovo centrodestra di Angelino Alfano veniva dato al 15%: qualche mese dopo, alle elezioni europee, riuscì a superare a malapena il 4%, per poi scomparire alle successive elezioni politiche. Il Repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali americane del 2016 aveva perso in partenza: e vinse. Quattro anni dopo aveva di nuovo perso in partenza e ha reso 75 milioni di voti e, per farlo perdere – perché doveva perdere, così ha deciso il Deep State – si sono inventati i ‘voti postali’ andati al 99% al Democratico Biden: voti assegnati nonostante le denunce di violazioni costituzionali in quattro-cinque Stati. Insomma, noi sui sondaggi andiamo sempre cauti. E questo sondaggio i cui risultati sono riportati da La Sicilia non ci convince molto. Per esempio: il “centrosinistra classico”, complessivamente, raggiunge il 19,3%. Cosa si intende per centrosinistra classico? Solo il PD siciliano? Il PD siciliano più i Cento Passi di Claudio Fava? Non si capisce. Quello che sappiamo è che il PD siciliano, cinque anni fa, prese circa 150 mila voti; mentre la lista Centro Passi di Fava prese circa 100 mila voti. Il quasi 20% del sondaggio per il “centrosinistra classico” significa PD e Fava insieme? Sono sicuri che andranno insieme con un candidato alla presidenza della Regione unico? Noi non ne siamo così sicuri.

I grillini al 23%? Ma se a Palermo rischiano di non presentare il simbolo? 

Il sondaggio dà il Movimento 5 Stelle quasi al 23%. In Sicilia i grillini al 23%? E cosa avrebbero fatto nella nostra Isola i grillini, a parte il Reddito di cittadinanza? Quindi gli oltre 700 mila percettori del Reddito di cittadinanza presenti nella nostra Isola darebbero ancora tutta questa forza ai grillini? Sicuramente qualcosa ci sarà. Ma abbiamo la sensazione che il vero elettorato grillino non chiedeva solo il Reddito di cittadinanza, ma altre cose. Poi, si sa, in politica tutto è possibile. Magari Giuseppe Conte – che in questo momento è il leader del Movimento 5 Stelle un po’ dimezzato – riuscirà a tenere la posizione che ha assunto contro la corsa agli armamenti dell’Italia e si poterà dietro un po’ di parlamentari del Movimento 5 Stelle. Ma si dovrebbe arrivare alla scissione: i governativi del Movimento 5 Stelle da una parte (cioè con il PD) e Conte e chi lo seguirebbe dall’altra parte. Con i grillini siciliani schierati con Conte. Forse in questo scenario i grillini potrebbero sperare di recuperare voti anche in Sicilia. Anche se il 23% per i grillini nella nostra Isola ci sembra troppo. Soprattutto se rimarranno a Roma nel Governo Draghi e in Sicilia con il PD. Quello he sappiamo è che a Palermo i parlamentari nazionali grillini Adriano Varrica e Steni Di Piazza appoggerebbero la candidatura di Franco Miceli sindaco del centrosinistra, ma si sussurra che i grillini alle elezioni comunali di Palermo potrebbero non presentare nemmeno il simbolo…

Il sondaggio parla del centrodestra siciliano, ovvero di uno schieramento politico che non c’è più, sostituito da una sommatoria informe di personalizzazioni della politica

Il sondaggio dà il centrodestra al 45%. Ma quale centrodestra se in Sicilia sunnu tutti spartuti? Gianfranco Miccichè gioca allo sfascio. Il suo obiettivo – come scriviamo da mesi – è spaccare il centrodestra per allearsi con il PD e farsi rieleggere alla presidenza del Parlamento siciliano. Portandosi dietro un po’ di parlamentari (pochi, a quanto pare). Miccichè spera di tirarsi anche Raffaele Lombardo, suo vecchio alleato. Sarà così? Lombardo vorrà prima vedere la consistenza dell’eventuale inciucio con il PD. In primo luogo quanti parlamentari seguiranno Miccichè nel salto della quaglia verso il PD. In secondo luogo bisognerà vedere che succederà dopo l’eventuale accordo PD-Miccichè. Se, ad esempio, Fava rifiuterà l’inciucio e si candiderà da solo – o magari con i grillini anti-PD (che ci sono ancora), già l’operazione inciucio diventerebbe rischiosa. L’unico dato certo, in questa fase è che la Lega – in Sicilia fino a questo momento alleata con gli Autonomisti di Lombardo – spara a zero contro Musumeci. Il più scatenato di tutti è il parlamentare regionale Carmelo Pullara che su SICILIA ON PRESS attacca a testa bassa il presidente della Regione, Nello Musumeci: “Ricordo al Presidente della Regione Musumeci che aveva promesso ai siciliani no ai termovalorizzatori poi ci ha ripensato! Chiudo l’Esa poi ci ha ripensato! Mantengo l’igiene poi ci ha ripensato! Non vado con la Meloni poi ci ha ripensato! Vado a Pontida, poi ci ha ripensato! Parlo ai siciliani e non a Roma, poi ci ha ripensato! Oggi, Presidente Musumeci, ci hanno ripensato i siciliani e noi, sicuramente io, ne interpretiamo il sentimento. Come con Frankestein (che è stato citato ironicamente da Musumeci ndr) che è rivissuto dopo un carica di corrente da un fulmine, noi lo abbiamo fatto con lei dopo le sonore due precedenti sconfitte. A fine mandato sarà il momento di staccare la spina e togliere la corrente, con una certezza, vista la ingiustificata aggressione di questi due giorni ad un progetto politico. ‘Prima l’Italia’ fa paura e l’entusiasmo è vivente e soprattutto aggregante. Siamo passati dall’io al noi-conclude Pullara- e questo per chi pensa di essere il centro del mondo è difficile da digerirsi. Gli assolutismi sono pericolosi e in questi giorni ce ne stiamo accorgendo più che mai”. Per la cronaca, ‘Prima Italia’ è il simbolo con il quale la Lega si presenterà alle elezioni comunali e alle elezioni regionali siciliane di Novembre: tutto registrato per evitare di raccogliere le firme, cosa non da poco.

Si sottovaluta Cateno De Luca che è l’unico candidato alla presidenza della Regione che è già da tempo in campagna elettorale e che potrebbe essere la rivelazione delle prossime elezioni regionali 

Insomma, noi il 45% del centrodestra siciliano al 45% non lo vediamo, perché una parte di questo centrodestra, con molta probabilità, o andrà con il PD, o cercherà di fare perdere il candidato di centrodestra. Ci sembra ingeneroso, per concludere, il 6,6% di Cateno De Luca. Da quello che siamo riusciti a ‘naschiare’, De Luca sta lavorando molto bene sulle liste del suo movimento in tutt’e nove le province siciliane. Il personaggio è molto abile e sta raccogliendo molti consensi da personaggi che hanno alle spalle esperienza politica ed elettorale. A nostro modesto avviso De Luca potrebbe essere la rivelazione delle prossime elezioni regionali siciliane. Per un motivo semplice: perché centrodestra e centrosinistra si attardano nella ricerca di equilibri per i candidati alla presidenza della Regione, De Luca e i suoi – che non sono affatto pochi – stanno lavorando nei territori di una Sicilia economicamente desertificata dove in tanti potrebbero anche decidere di mollare la solita dialettica centrodestra-centrosinistra. E siccome non crediamo che i grillini raggiungeranno alte vette elettorali, De Luca potrebbe recuperare una parte del voto di protesta. Morale: se ci saranno quattro-cinque candidati con un o due poli spaccati De Luca potrebbe diventare insidioso. Così, per dire: se Miccichè e Lombardo dovessero decidere di ‘chiudere’ l’alleanza con il PD i leghisti siciliani rimarrebbero scoperti e potrebbero pensare a De Luca…

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