Il folle rigassificatore a due passi dalla Valle dei Templi di Agrigento e le 27 prescrizioni della Capitaneria di porto ‘scomparse’

18 marzo 2022
  • Il bluff dei “soliti noti”
  • Definiamolo per quello che sarebbe se realizzato:  un pericoloso impianto, un vero scempio a ridosso della Valle dei Templi patrimonio dell’Umanità, a soli 500 metri da un asilo nido, a pochi metri dalla Casa Natale di Luigi Pirandello e del Parco Letterario
  • Il grande imbroglio dell’autorizzazione con le 27 prescrizioni della capitaneria di Porto fatte sparire. Lo squallore della Regione siciliana
  • Autorizzazioni scadute. Così come sono scadute le “Dichiarazioni di pubblica utilità” rilasciate per ben due volte dalla Regione siciliana che vanno contro gli interessi della Sicilia
  • “… noti facilitatori … ingranaggi oleati… (vedi pizzini) …tentativi di sedurre i cittadini con la preventiva trasformazione della centrale Enel (che ha inquinato per decenni) da gasolio a gas, anch’essa prevista quale compensazione… orientamento la stampa…” 
  • Escludere tutte le ipotesi contrarie alla verità

di Alessio Lattuca 

Il bluff dei “soliti noti”

Dopo tanti anni di lotta la recente sentenza del Tar sulla vicenda del rigassificatore nella Valle dei Templi, “i soliti noti” continuano con il loro bluff: pretendono di “rianimare” con la scusa dell’emergenza energetica, il progetto da tempo defunto, sapendo perfettamente che il provvedimento in questione riguarda esclusivamente la minaccia dell’attraversamento del metanodotto (un mastodonte del diametro di 2 mt). Ripropongono come fattibile (non è vero) al fine di raccogliere consenso. Perché risulta incomprensibile che date le risorse di cui dispongono, e degli importanti avvocati di cui si avvalgono, che non siano a conoscenza che il progetto è definitivamente finito! Sembra, davvero strano, che non sappiano che le autorizzazioni/nulla osta, rilasciate dalla Soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali di Agrigento, ai sensi e per effetto dell’ art. 46, comma 4 del DL 42/2004 , ”L’autorizzazione è efficace per un periodo di cinque anni,
scaduto il quale l’esecuzione dei progettati lavori deve essere sottoposta a nuova autorizzazione”, siano scadute. E che ad oggi non siano in corso procedimenti per il rilascio di nuovi pareri.

Definiamolo per quello che sarebbe se realizzato: un pericoloso impianto, un vero scempio a ridosso della Valle dei Templi patrimonio dell’Umanità, a soli 500 metri da un asilo nido, a pochi metri dalla Casa Natale di Luigi Pirandello e del Parco Letterario

Intanto il cantiere che a suo tempo fu sequestrato per via anche dei noti pizzini, risulta nel totale abbandono! In ogni caso, oggi non è da prendere in alcuna considerazioni l’ipotesi che il Soprintendente di Agrigento – persona seria e di specchiata moralità – possa decidere di ripetere il vergognoso errore del 2006 replicato nel 2010 con il rilascio del parere favorevole con delle condizionalità che “insultano le comunità” ed hanno suscitato l’ilarità e l’indignazione di tutta l’intellighenzia internazionale! Le uniche motivazioni che possono giustificare un comportamento così schizofrenico da parte dei soliti noti potrebbero essere l’insana idea di riuscire, con la propaganda, a convincere il Governo ad emanare norme di “facilitazione strategie” e, per avere le mani libere, eliminare quelli che loro chiamano “lacciuoli”, spacciando la collocazione dell’ecomostro in zona Kaòs, quale investimento utile ai fini occupazionali e per l’emergenza energetica. Ma sanno perfettamente che non è vero! Bisogna chiamarlo con il suo vero nome: un pericoloso impianto, un vero scempio a ridosso della Valle dei Templi patrimonio dell’Umanità, a soli 500 metri da un asilo nido, a pochi metri dalla Casa Natale di Luigi Pirandello e del Parco Letterario. Si tratta di un’opera inutile perché obsoleta e dannosa che produrrebbe solo devastazione, danni irreparabili e profondi sconvolgimenti al delicato ecosistema marino, con un irreversibile effetto sull’erosione della bellissima costa. E, in ultimo, danni all’economia che, come noto è prevalentemente orientata sul sistema turistico, sulla valorizzazione e fruizione dei beni culturali ed ambientali, su agricoltura di qualità.

Il grande imbroglio dell’autorizzazione con le 27 prescrizioni della capitaneria di Porto fatte sparire. Lo squallore della Regione siciliana

Risulterebbe, invece, davvero utile per supportare le scelte operate dal Partenariato che ha generato il Piano strategico di area vasta adottato dalle Città di Agrigento, Porto Empedocle, Favara, Aragona, Raffadali, Grotte, Realmonte e Comitini individuare progetti sostenibili. E investire al posto del rigassificatore, sulla raggiungibilità, sulla riqualificazione del porto, sul dragaggio per accogliere le navi da crociera, sull’ efficienza del porto turistico capace di intercettare ed accogliere i grandi yacht da crociera e da diporto presenti nel Mediterraneo e ai quali non è consentito di approdare a causa dei bassi fondali e della mancanza di sicurezza e di decoro degli attuali scali portuali. A proposito di sicurezza in merito al posizionamento dell’invasivo e pericoloso impianto nel porto, occorre ricordare che nel corso della procedura di autorizzazione del rigassificatore la Capitaneria di Porto Empedocle rilasciò il Nulla Osta condizionato da 27 prescrizioni per la tutela del mare (flora e fauna marina) e della costa dove collocare l’indecoroso progetto. Tra queste, la più significativa è la deroga al blocco delle navigazione a favore delle navi di
Lampedusa che, secondo la prescrizione, avrebbero dovuto avere la precedenza sulle navi gasiere, a Porto Empedocle. Le prescrizioni non furono inserite nel decreto, pur essendo il parere della Capitaneria elemento indispensabile del provvedimento di autorizzazione. Il motivo è presto detto: una nave gasiera per attraccare, per scaricare il gas che da surgelato viene trasformato in liquido e poi in gassoso, impiega quasi un’intera giornata. I soggetti di Nuove Energie – Enel si sono accorti tardivamente che la deroga avrebbe in pratica impedito alle navi gasiere di attraccare, posto che giornalmente attraccano 2 navi da Lampedusa e fecero in modo che il parere non venisse inserito nel decreto. Il Comandante della Capitaneria di Porto Empedocle, solo dopo che venne adottato il decreto autorizzativo, denunciò questa “porcata” come la definì lui. Sostenne di non essere stato invitato alla Conferenza dei Servizi della Regione siciliana. È presumibile che la tardiva denuncia definita la “porcata” sia arrivata a cose fatte: chissà perché?

Autorizzazioni scadute. Così come sono scadute le “Dichiarazioni di pubblica utilità” rilasciate per ben due volte dalla Regione siciliana che vanno contro gli interessi della Sicilia

Vecchi e nuovi equivoci che rendono necessaria una rinnovata e particolare attenzione a partire dalla pericolosa “disponibilità” di Nuove Energie – Enel, però subordinata all’individuazione dell’opera come una tra quelle strategiche per il Paese. Una subdola soluzione tecnica (il Governo dovrebbe evitare) che permetterebbe a Nuove Energie – un semplice privato, una scatola vuota – di “schermarsi” rispetto alle giuste reazioni e alle legittime proteste delle migliaia di cittadini stanchi di sopportare i soprusi di soggetti avidi, interessati a mettere le mani sul profitto e sul porto. E non è assolutamente vero che siano in regola con le già illegittime autorizzazioni il cui percorso viziato è stato stigmatizzato dal Tar del Lazio e che, oggi, dopo anni di inerzia, risultano scadute. Così come sono scadute le “Dichiarazioni di pubblica utilità” rilasciate per ben due volte dalla Regione siciliana con la condizione che i lavori terminassero entro il 2020. Posto che non sono stati nemmeno iniziati e non sono rinnovabili bisogna che prendano atto che non sia più possibile espropriare le terre dove collocare il metanodotto per
l’attraversamento della Valle dei Templi . Risulta, davvero, inaccettabile che una società pubblica diffonda artatamente (come da consuetudine) false notizie con il deliberato scopo di intimidire, fuorviare o dissuadere, dopo avere sprecato… dilapidato pubbliche risorse su un investimento insensato, incompatibile con il fascino dei luoghi e inconciliabile con le strategie di sviluppo programmate.

“… noti facilitatori … ingranaggi oleati… (vedi pizzini) …tentativi di sedurre i cittadini con la preventiva trasformazione della centrale Enel (che ha inquinato per decenni) da gasolio a gas, anch’essa prevista quale compensazione… orientamento la stampa…” 

Un progetto partorito dalle menti di personaggi furbi tanto insensibili quanto incompetenti – che non aveva alcuna possibilità di realizzazione – a partire dall’acquisto miliardario di una società veicolo, una scatola vuota con soli 11 mila euro di capitale sociale. Al quale ha fatto seguito altro approccio irresponsabile come quello di avere corrisposto (chissà perché?) in anticipo parecchi milioni di euro (somme destinate alle compensazioni…risarcimento nell’ipotesi di realizzazione dell’impianto) al Comune di Porto Empedocle. Tutte questioni che fanno il paio con altri strumenti utilizzati: noti facilitatori … ingranaggi oleati… (vedi pizzini) …tentativi di sedurre i cittadini con la preventiva trasformazione della centrale Enel (che ha inquinato per decenni) da gasolio a gas, anch’essa prevista quale compensazione… orientamento la stampa… etc. Infatti, non corrisponde al vero che nulla oggi può impedire la realizzazione del rigassificatore. Il metodo apodittico, assertivo utilizzato da Nuove Energie Enel è stato fin dall’inizio in contrasto con le regole (Direttiva Seveso + altre) che prevedono come precondizione per la collocazione di un impianto pericoloso: il referendum o la consultazione delle comunità. Ecco perché si rende necessario fare emergere la verità, con metodo scientifico. Perché la scienza è l’antidoto alle fake news e alle menzogne… Un procedimento che, partendo dal dubbio arriva all’evidenza, nel tentativo di rimuovere le contraddizioni.

Escludere tutte le ipotesi contrarie alla verità

L’equivoco messo in campo e l’assenza del discorso pubblico necessita di un attento confronto tra posizioni contrapposte, un metodo corretto per eliminare il dubbio e le insinuazioni. È necessaria una tribuna per escludere tutte le ipotesi contrarie alla verità, per verificare chi opprime e chi è oppresso, chi arreca danni e chi li riceve e mettere in campo le ragioni delle parti in causa e procedere senza alibi e ipocrisia. Perché il problema non è soltanto di ordine energetico ma è di natura ambientale e soprattutto, contempla il riscaldamento climatico. Occorre che la classe dirigente partecipi attivamente per individuare soluzioni fattibili per
l’indipendenza dal gas russo e si impegni, intanto, mettere a regime gli impianti esistenti. Occorre, inoltre, svolgere le opportune ricerche per verificare se le soluzioni proposte dal Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, di utilizzare le navi gasiere (che hanno la fortuna di essere mobili e in grado di trasformare in mare il gas liquido), siano davvero utili per fornire in modo temporaneo il combustibile per la transizione energetica. Ma occorre, soprattutto, accelerare sulle strategie del Governo (e dell’UE > Next Generation Eu) che includono le rinnovabili per mettere al bando tutto ciò che produce gas ed effetto serra. In ogni caso, la città di Agrigento, il Sindaco, Confimpresa Euromed, Medit, Salviamo la Valle dei Templi, Il Cerchio Parco Letterario Pirandello, Italia Nostra, Mareamico, WwF, i giovani di Mariterra e Team Spiagge Pulite, il PD di Agrigento, i deputati Michele Sodano e Giovanni Di Caro, migliaia di cittadini, non hanno alcuna intenzione di desistere e sono disposti a qualsiasi sacrificio per contrastare l’ignobile progetto e per affermare le loro ragioni, i loro diritti, le scelte operate con il Piano Strategico di Area Vasta.

Foto tratta da Canicatti Web Notizie 

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