Forza Italia in Sicilia in frantumi. Miccichè e Lombardo ‘stanati’ hanno paradossalmente rafforzato Musumeci

16 marzo 2022
  • Si sta materializzando quello che noi scriviamo da tempo: e cioè l’estraneità di Gianfranco Miccichè dal centrodestra siciliano
  • Con l’entrata in scena di Raffaele Stancanelli anche Raffaele Lombardo dovrà scoprire le carte
  • Il vero ‘vaso di coccio’ in questo delicato passaggio politico è la Lega siciliana, che non ha una linea politica e ondeggia da una parte e dall’altra 

Si sta verificando quello che noi scriviamo da tempo: e cioè l’estraneità di Gianfranco Miccichè dal centrodestra siciliano

Piano piano il quadro politico siciliano si va facendo più chiaro. Chi legge I Nuovi Vespri sa che, da oltre un anno, scriviamo che Gianfranco Miccichè, coordinatore di Forza Italia nell’Isola e presidente dell’Assemblea regionale siciliana, non ha molto ma che spartire con il centrodestra. I fatti di queste ore, che proveremo a illustrare, danno forza alla nostra tesi. La nostra tesi è che Miccichè non si ricandiderà nel centrodestra, ma darà vita a un ribaltone passando armi e bagagli con il centrosinistra a ‘trazione’ PD. Una mossa politica quasi obbligata, la sua, perché restando nel centrodestra non potrà mai realizzare l’unica cosa che gli interessa: farsi rieleggere alla presidenza del Parlamento siciliano. Stamattina si è riunito il gruppo parlamentare dell’Ars di Forza Italia per destituire il capogruppo Tommaso Calderone, considerato vicino a Miccichè, sostituito con Mario Caputo. Al di là degli aspetti giuridici (Calderone considera illegittima la convocazione del gruppo parlamentare), un dato politico emerge con chiarezza: Miccichè è stato ‘stanato’ ed è stato costretto ad uscire allo scoperto. La sua strategia – restare a capo di Forza Italia per creare caos nel centrodestra siciliano – è stata bloccata. Miccichè ha provato a ‘silurare’ la ricandidatura del presidente uscente, Nello Musumeci, ma è stato smentito non soltanto da una parte di Forza Italia in Sicilia, ma dal leader degli azzurri in persona, Berlusconi, e anche da Marcello Dell’Utri, vecchio amico di Miccichè che ha provato a ricucire lo strappo senza successo. Ora i giochi sono più chiari. Proviamo a illustrare, per grandi linee, quello che sta succedendo e quello che potrebbe succedere.

Con l’entrata in scena di Raffaele Stancanelli anche Raffaele Lombardo dovrà scoprire le carte

La notizia di Forza Italia siciliana spaccata sta mettendo un po’ in ombra la vera novità politica di queste ore: l’entrata in scena di Raffaele Stancanelli. Esponente storico della destra catanese, Stancanelli è stato parlamentare regionale, assessore regionale, senatore, sindaco di Catania e oggi ricopre la carica di parlamentare europeo. In queste ore il suo nome è venuto fuori quale possibile candidato alla presidenza della Regione siciliana. Ma la vera notizia non è questa: la notizia è che Stancanelli, pur avendo militato nella destra, è sempre stato vicino a un altro esponete politico della Città Etnea che ha invece una storia democristiana: Raffaele Lombardo, già presidente della Regione siciliana, già vice sindaco di Catania, già presidente della Provincia di Catania, oggi leader degli Autonomisti siciliani. Raccontando i ‘capitomboli’ politici di Miccichè – personaggio abituato a passare con disinvoltura dal centrodestra al centrosinistra e viceversa – ci siamo chiesti che cosa avrebbero fatto gli autonomisti di Lombardo e di Roberto Di Mauro. La ‘materializzazione’ della figura di Stancanelli potrebbe essere una risposta a questa domanda, ovviamente tutta da verificare.

Il vero ‘vaso di coccio’ in questo delicato passaggio politico è la Lega siciliana, che non ha una linea politica e ondeggia da una parte e dall’altra 

Non dobbiamo dimenticare che, nell’Estate del 2012, Lombardo e Miccichè hanno determinato l’elezione alla presidenza della Regione siciliana di Rosario Crocetta, esponente del centrosinistra.  Allora Miccichè ruppe con il centrodestra e si candidò per fare perdere il candidato del centrodestra ufficiale, Nello Musumeci. Senza la candidatura di Miccichè – appoggiato da Lombardo, che sosteneva, contemporaneamente, Miccichè e qualche lista di centrosinistra – Crocetta non sarebbe stato mai eletto presidente della Regione. Che cosa abbiano in testa di fare oggi Lombardo, Di Mauro, Miccichè e Stancanelli non è facile comprenderlo. Ma è noto che Stancanelli oggi è in totale rottura con Musumeci. La prima domanda è: cercheranno, in alleanza con la Lega, una candidatura di centrodestra in alternativa a Musumeci? A noi sembra improbabile, ma non impossibile. Per la Lega un’operazione del genere sarebbe conveniente, magari con la candidatura di Nino Minardo? E fino a che punto lo sarebbe? Sappiamo però che Musumeci si candiderà lo stesso, magari sostenuto da Fratelli d’Italia, UDC e altre piccoli alleati. E’ uno scenario che favorirebbe il centrosinistra. Il secondo, possibile scenario sarebbe il ribaltone: ovvero un’alleanza con il PD.  Attenzione: per Lombardo e Miccichè le sigle dei partiti sono gusci vuoti che loro riempiono con le poltrone di potere, a seconda della convenienza del momento. Lombardo e Miccichè riuscirebbero a convincere i leghisti ad andare insieme al PD? E che ci guadagnerebbe la Lega siciliana oltre allo sputtanamento? Non è facile fare previsioni. Ma un elemento politico è chiaro: Miccichè, i parlamentari che lo seguiranno e Lombardo sono stati ‘stanati’. Forza Italia in Sicilia è spaccata in due. E Musumeci non è solo sempre ricandidato ma è sempre più in sella: da questo braccio di ferro con Miccichè, infatti, esce paradossalmente rafforzato.

Foto tratta da Guida Sicilia 

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