La storia dell’Azienda Siciliana Trasporti tra Michele Navarra a Confindustria Sicilia di Antonello Montante (‘Sinfonia’ sul Governo Lombardo…)

22 febbraio 2022
  • L’inchiesta che coinvolge l’AST – Azienda Siciliana Trasporti – non è la prima. Si comincia addirittura nel 1947…
  • … e Michele Navarra ottenne il via libera prima dall’AMGOT e poi dall’appena nata Regione siciliana…
  • Il paradosso AST nella Sicilia della Prima Repubblica
  • L’AST-Antonello Montante-story

L’inchiesta che coinvolge l’AST – Azienda Siciliana Trasporti – non è la prima. Si comincia addirittura nel 1947…

Adesso è tutta responsabilità dei burocrati. Loro, i politici, con le avventure dell’AST, sigla che sta per Azienda Siciliana Trasporti, non c’entrano proprio nulla. I politici si sono limitati a nominare i consiglieri di amministrazione e i burocrati. E sono stati questi ultimi a fare tutto: appalti. contro-appalti, studi per compagnie aeree che non voleranno mai e magari le assunzioni. Insomma, l’inchiesta della Guardia di Finanza non tocca la politica. Possibile? In effetti, stando a quello che si legge in queste ore si sente sì l’odore” della politica”, ma i politici vengono sfiorati. Diciamo subito che noi non crediamo nel coinvolgimento del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. ci capita spesso di criticarlo – sempre su fatti politici – conoscendolo da tanti anni non ci sembra proprio il soggetto che va ad organizzare ‘maneggi’ in una società regionale. Avrà tanti difetti – magari caratteriali – ma c sembra lontano mille miglia da certi fatti. Diverso, molto diverso, il discorso per gli esponenti di altri partiti, soprattutto per Forza Italia, che in Sicilia è solo un partito di potere e di clientele inveterate. Se volete approfondire i particolari dell’inchiesta delle Fiamme Gialle vi consigliamo di leggere l’articolo pubblicato su La Sicilia, che è molto completo ed esaustivo (lo potete leggere qui). noi ci limitiamo a raccontare ai nostri lettori che cosa è sempre stata l’AST in Sicilia, sin dai tempi della sua nascita, oggetto di indagine della prima Commissione Antimafia del Parlamento nazionale: Commissione istituita nel 1962, nelle settimane successive alla strage di Ciaculli a Palermo, fortemente voluta da una parte della Democrazia Cristiana che nella nostra Isola capeggiata dall’allora presidente della Regione siciliana Giuseppe D’Angelo.

… e Michele Navarra ottenne il via libera prima dall’AMGOT e poi dall’appena nata Regione siciliana…

Se andiamo indietro nel tempo – ovvero agli anni subito successivi alla seconda guerra mondiale – scopriamo che l’AST nasce male. Quella che poi diverrà l’Azienda Siciliana Trasporti vede la luce negli anni dell’AMGOT, l’amministrazione americana in Sicilia. Al vertice dell’AMGOT c’era il generale Charles Poletti e attorno agli americani sciamavano tanti personaggi dell’onorata società. E’ una caratteristica della Sicilia dai tempi di Eufemio da Messina: accompagnare chi sbarca nella nostra Isola e accompagnarsi a loro. I picciotti di mafia lo avevano fatto ricevendo e accompagnando Garibaldi nel 1860 e lo hanno rifatto nel 1943. E proprio in quegli anni, con la benevolenza degli americani, visto che c’erano tanti mezzi militari abbandonati sparsi per la Sicilia, un certo Michele Navarra, natali a Corleone, classe 1905, medico, aveva costituito una società con il fratello fondando una società di trasporti che viene rifilata, nel 1947, alla Regione siciliana appena nata. insomma, l’AST nasce sotto il segno dei corleonesi. Per la cronaca, la vendita alla Regione della società di trasporti che Navarra aveva fondato negli anni dell’AMGOT, quando un giovane Vito Ciancimino, che parlava correntemente l’inglese, fungeva da interprete per gli ufficiali americani, avviene qualche anno dopo che Navarra e il suo gruppo avevano mollato il Movimento separatista siciliano per entrare nella Democrazia Cristiana di Calogero Volpe, Bernardo Mattarella e Salvatore Aldisio. 

Il paradosso AST nella Sicilia della Prima Repubblica

L’AST, in termini di clientelismo siculo, è un po’ un paradosso. Riverita e coccolata nella Seconda Repubblica, nella Prima Repubblica si è salvata solo perché i titolari delle autolinea private non si mettevano d’accordo con la Regione per gestire le linee in perdita. Ci spieghiamo meglio. Gli anni ’80, in Sicilia sono stati gli anni del cosiddetto ‘ascarismo ferroviario’. Le Ferrovie dello Stato sbaraccavano le tratte ferroviarie non molto frequentate e in cambio arrivavano le autolinee private. Siccome esisteva già l’AST, sarebbe stato logico assegnare a questa Azienda Regionale il collegamento in alternativa alle linee ferroviarie smantellate. Invece succedeva un gioco strano. Le Ferrovie dello Stato non investivano quasi mai in Sicilia, le autolinee private prendevano piede; se poi le Ferrovie smantellavano una tratta molto frequentata dai passeggeri se la prendevano le autolinee private; se invece la tratta ferroviaria smantellata non era economica, perché c’erano pochi passeggeri la rifilavano all’AST. In realtà, i privati erano ben disposti a prendersi anche le tratte diseconomiche, a patto che la Regione li avesse foraggiati: un po’ come avviene oggi con i trasporti via mare tra la Sicilia e le Isole Minori, che costano allo Stato e alla Regione circa 100 milioni di euro all’anno (in queste ore la Regione siciliana ha tirato fuori altri 18 milioni di euro per i trasporti via mare). A questo punto l’AST sarebbe stata soppressa. Va dato atto ai democristiani e ai socialisti di non avere mai voluto sopprimere il servizio pubblico dell’AST perché, racconto un assessore regionale di quegli anni a chi scrive, i privati si sarebbero presi i soldi e avrebbero assicurato poche corse ai centri svantaggiati. Sembrerà incredibile, ma è quello che succede oggi con le isole che circondano la Sicilia in certi periodi dell’anno!

L’AST-Antonello Montante-story

Un capitolo a parte merita l’AST-Montante-story. Sì, proprio lui, Antonello Montante, l’ex presidente di Confindustria Sicilia che, negli anni del Governo regionale del ribaltone di Raffaele Lombardo – il Governo che Lombardo portava avanti con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia e, appunto, con Confindustria Sicilia di Antonello Montante – aveva puntato gli occhi sull’AST. La storia – illuminante – la racconta un articolo del quotidiano Il Dubbio. L’articolo è del Giugno 2018 e racconta la storia avvenuta nel 2008. Si racconta dell’arresto di Montante e di alcuni retroscena che riguardano una società, la Jonica trasporti: “Arrestato, anni dopo, con l’accusa di aver messo in atto una rete – impugnando la bandiera dell’antimafia – che avrebbe creato un sistema parallelo per spiare e fare del dossieraggio. Ed è proprio in quel periodo che Montante, azionista maggioritario della società di trasporti privata, avrebbe cominciato a utilizzare vari canali per fare in modo che l’AST – azienda pubblica – si fondesse con la Jonica: la fusione e la successiva privatizzazione dell’AST avrebbero comportato per Montante il diritto di prelazione sull’acquisto delle azioni in vendita. Ad opporsi a questa fusione fu l’ex vicepresidente dell’AST Angelo Cusumano. A causa della sua ferma opposizione, divenne oggetto di ricatto. Infatti, quando un mese fa è stato arrestato Antonello Montante, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe con un video pubblicato sulla propria pagina Facebook. «Da vicepresidente dell’AST – si può ascoltare nel video – mi sono opposto con tutto me stesso alla svendita dell’azienda pubblica. Io sono stato oggetto di un ricatto che ha procurato un dolore a me e alla mia famiglia. Però sono andato avanti e finalmente le indagini si sono concluse. Oggi non gioisco dei problemi giudiziari altrui ma sicuramente sono felice che la giustizia faccia il suo corso e che si mettano da parte i finti paladini della giustizia, coloro che sventolano l’antimafia come professione. “L’antimafia si fa ogni giorno”, diceva Giovanni Falcone. Ecco il motivo per cui ho deciso di costituirmi parte civile, non perché voglio il denaro ma perché è un dovere che sento nei confronti di tanti elettori e amici che mi hanno sostenuto per questa mia correttezza e un riconoscimento alla mia famiglia che in questi anni mi ha abbracciato e sostenuto. Grazie a questa educazione ricevuta non mi sono piegato a questo ricatto, sono un uomo libero e per bene e non mi piegheranno neanche in futuro». Il Dubbio racconta altri particolari riprendendoli da un articolo del Giornale di Sicilia: “Ma cosa gli accadde? Tutto sarebbe iniziato tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 quando Cusumano sente puzza di bruciato. I retroscena li ha denunciati al Giornale di Sicilia. «Lombardo – racconta al giornale – mi aveva detto che bisognava favorire l’operazione Jonica- Ast. Volevano sdoppiare Ast in una bad e in una best company. Nella prima sarebbero rimasti i debiti, nella seconda i beni immobili di valore enorme. A quelli puntava Montante: grandi spazi commerciali in centro a Palermo, Catania, Siracusa. Ideali per farne supermercati. Dissi a Lombardo che non potevo favorire questa operazione».«Raffaele Lombardo – racconta sempre al Giornale di Sicilia mi convocò e mi disse che dovevo smetterla di ostacolare la fusione. Poi mi mostrò un plico enorme, c’erano una cinquantina di pagine sulla mia vita, fotografie e frasi che lui leggeva davanti a me. Mi diceva che lo stavo mettendo in imbarazzo. Mi accusava di organizzare festini con alcol e droghe. Urlava queste cose a me, che non ho mai fumato manco una sigaretta». Lombardo gli avrebbe detto che nel dossier si ipotizzava anche una parentela della sua famiglia con membri del clan Badalamenti: «Mi disse – riferisce sempre al quotidiano palermitano – che queste cose sarebbero finite sui giornali”. Una bella storia, quella del rapporto tra politica e AST, non c’è che dire.

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