Il Green pass non è il nazismo, ma solo un’iniziativa priva di valenza scientifica al servizio del potere dominante

21 febbraio 2022
  • Ennesima dimostrazione che la “sinistra” nel mondo odierno – tranne qualche rara eccezione – è al servizio delle multinazionali
  • L’obiettivo del potere dominante, oggi, è mettere i cittadini gli uni contro gli altri per evitare che attacchino i pochi del mondo sempre più ricchi

di Marco Morana

Ennesima dimostrazione che la “sinistra” nel mondo odierno – tranne qualche rara eccezione – è al servizio delle multinazionali

Si procurano un bel pezzo di legno, vernice, scalpello, chiodini, colla. Tirano su un bel tavolino, ma dimeniticano la quarta gamba. E il tavolino non sta in piedi. Sono, generalmente, gli psudo intellettuali “de sinistra”, che con aria di sufficienza e occhialini tondi, da filosofo de no’ antri, perculano chi paragona il Green pass ai campi di sterminio. Questi cervelloni Ztl tirano fuori dalla vetrine stile ‘800 i libri di storia, e scomodano persino Primo Levi. Ricordano gli orrori della Shoah, riportano piè pari passi del celebre “Se questo è un uomo”, nel goffo intento di far passare chi si oppone al Green pass come un ritardato analfabeta fuzinionale, che cita la storia a casaccio. Poi invitano, fra un onanismo mentale e l’altro, i facinorosi dissidenti del certificato verde a ripassare gli studi. Non mancano di aggiungere quanto loro siano a favore della scienza e quanto sia figo l’esercito della salvezza che toglie i più elementari diritti di libertà ai cittadini. Perché è tutto a fin di bene, c’è il virus, e chi si oppone ai provvedimenti è un figlio della merda, ignorante e con la puzza di piedi.

L’obiettivo del potere dominante, oggi, è mettere i cittadini gli uni contro gli altri per evitare che attacchino i pochi del mondo sempre più ricchi

Nella loro puntuale ricostruzione storica degli orrori, questi Minori del ‘900 e dintorni, dimenticano, appunto, la quarta gamba del tavolino. E cioè, agli orrori del nazifascimo non ci si è arrivati da un giorno all’altro. All’inferno si arriva a piccoli passi. E’ una lenta ma inesorabile discesa. A quegli esiti terrificanti si è arrivati dopo leggi sempre più discriminatorie nei confronti di una parte della popolazione. Se si cita la storia, bisogna raccontarla tutta, non solo la parte utile alla propria narrazione. Nessuna persona sana di mente può paragonare il Green pass, per quanto abominevole, ai forni crematori. Il paragone è una metafora, che serve a spiegare quale sia il pericolo di leggi discriminatorie che, come nel caso del Green pass, non hanno alcun fondamento scientifico e hanno la conseguenza nefasta di mettere i cittadini gli uni contro gli altri, in un ginepraio di norme confuse e prive di senso. E’ quando si smarrisce il lume della ragione, il senso della logica che inizia il cammino verso le tenebre: questa, è la metafora di chi paragona i provvedimenti restrittivi del governo alle leggi naziste. Si sa da dove si parte, non si sa dove si arriva quando saltano i principi cardine. Un po’ come quando viene giù una vite, apparentemente insignificante. E poi crolla il tetto. Gli psuedo professorini fanno finta di non capirlo. Altrimenti dovrebbero riconoscere il giusto tributo a chi si oppone alla liturgia del terrore. Si comportano come quelli che si facevano passare per scemi, per non andare alla guerra.

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