Gli inglesi: Putin troverà un pretesto per invadere l’Ucraina. In ballo il ‘no’ ai missili americani, ma anche uranio, titanio, manganese, gas e grano

18 febbraio 2022
  • METRO racconta la “drammatica sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York, dove il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha spiegato come potrebbe svolgersi un’incursione”
  • Non si escludono attacchi informatici non limitati alla sola Ucraina
  • La posta in gioco non è legata al solo ‘no’ ai missili, ma anche da ragioni economiche che interessano Cina e Russia

METRO racconta la “drammatica sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York, dove il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha spiegato come potrebbe svolgersi un’incursione”

L’esercito russo sta per invadere l’Ucraina? A giudicare da quello che scrive la stampa inglese sembrerebbe proprio di sì. Su certi argomenti gli anglosassoni vanno seguiti, soprattutto se sono coinvolti direttamente. E siccome sono alleati fedeli degli Stati Uniti d’America, è chiaro che sono dentro fino al collo in questa storia. “Gran Bretagna e Stati Uniti hanno accusato la Russia di cercare di ‘fabbricare un pretesto’ per invadere l’Ucraina, mentre i timori di un attacco imminente si aggravano”, scrive METRO, il più diffuso quotidiano cartaceo del Regno Unito. Nel giornale si racconta di una “drammatica sessione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York, dove il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha spiegato come potrebbe svolgersi un’incursione”. Secondo Blinken, l’invasione russa potrebbe iniziare con un “evento violento”. In pratica, potrebbe succedere qualcosa in Russia e la responsabilità verrebbe appioppata all’Ucraina. “Potrebbe essere un cosiddetto attentato terroristico fabbricato all’interno della Russia”, scrive METRO. Per esempio, “la scoperta inventata di una fossa comune; un attacco di droni da palcoscenico contro i civili; o un falso, anche un vero attacco con armi chimiche”. Così il governo russo convocherebbe “in modo teatrale” riunioni di emergenza per affrontare “la cosiddetta crisi”.

Non si escludono attacchi informatici non limitati alla sola Ucraina

Il segretario di Stato americano sembra molto informato. I russi, stando sempre a quanto scrive METRO, attaccherebbero con “missili e bombe” in Ucraina. “Le comunicazioni saranno vietate. Gli attacchi informatici chiuderanno le principali istituzioni ucraine. Dopodiché, i carri armati e i soldati russi avanzeranno verso obiettivi chiave che sono già stati identificati e tracciati in piani dettagliati. Riteniamo che questi obiettivi includano… la capitale dell’Ucraina, Kiev”. L’articolo è un po’ contraddittorio. Si legge, infatti, che Blinken avrebbe contattato il suo omologo russo, Sergei Lavrov, “offrendo colloqui la prossima settimana in Europa”. Ma se i rissi hanno tutto pronto per attaccare a che servirebbero i colloqui diplomatici? Nel giornale si riporta anche una dichiarazione del Ministro degli Esteri, James Cleverly, che ha affermato che la “disinformazione” russa sul conflitto separatista nell’Ucraina orientale è stato un “tentativo palese” di fabbricare un pretesto per l’invasione. METRO scrive anche che un ex diplomatico britannico, che ha prestato servizio durante la crisi della Crimea del 2014, è convinto che “tutto è sul tavolo”. E che Putin è “molto imprevedibile” e che “è altamente improbabile che gli attacchi informatici siano limitati all’Ucraina”.

La posta in gioco non è legata al solo ‘no’ ai missili, ma anche da ragioni economiche che interessano Cina e Russia

La sensazione è che Russia e Cina non sono solo interessati a non avere i missili Nato in Ucraina, ma potrebbero anche essere interessati a prendersi una parte del territorio dove le multinazionali occidentali hanno grandi interessi. Ricordiamo che l’Ucraina ha grandi riserve di minerali di uranio, di titanio, di manganese, di ferro e minerali ferrosi e anche di mercurio. E siccome mai come in questo momento, nel mondo, si parla di gas, in Ucraina non mancano le riserve di gas di scisto. Come scriviamo spesso, l’Ucraina è il terzo Paese al mondo per la produzione di grano: e questo in tempi di cambiamenti climatici non è un elemento secondario, anzi. Oltre al grano, in Ucraina si coltivano orzo, mais, patate, segale. Per non parlare della produzione di miele. Per gli Stati Uniti e per le multinazionali perdere una parte dell’Ucraina potrebbe essere uno smacco: e probabilmente, perderebbero la parte più importante di questo Paese. L’alternativa sarebbe una guerra che coinvolgerebbe tutto il mondo, come ha previsto il giornalista Giulietto Chiesa già nel 2015.

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