A Palermo gli studenti cambiano il nome alla scuola: la Liceo classico Vittorio Emanuele II a Liceo classico Federico II- Al Idrisi

15 febbraio 2022
  • Dagli studenti di Palermo una lezione di vita
  • Una città fatta di quartieri dove si parlano più di venticinque lingue

Dai ragazzi arriva una lezione di vita. La denuncia di una città costretta ad arrangiarsi, abbandonata a se stessa con istituti scolastici che crollano, povertà, abbandonata alla mercè dei capitali globali che creano solo profitti per altri senza distribuire risorse, spacciando il lavoro gratuito per formazione come con l’alternanza scuola- lavoro”

“SEMU kU VUATRI!- viva il Liceo classico Federico II- Al Idrisi di Palermo!. Gloria eterna al nostro FEDERICO REX SICILIAE E STUPOR MUNDI. E gloria eterna al grande geografo al Idrisi!.
@La Comunità TerraeLiberAzione”.
Così leggiamo in un post del vulcanico Mario Di Mauro, della comunità di TerraeLiberAzione. Tutto nasce da un’iniziativa degli studenti del Liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo. Leggiamo la lettera che hanno inviato a A TERRAELIBERAZIONE:

“Una città fatta di quartieri dove si parlano più di venticinque lingue, mercati dove si può trovare tutto il necessario per vivere a prezzi popolari, dove arabi, normanni, rom, bangla, siciliani formano un’unica collettività: quella palermitana, una comunità che da sempre vive in sintonia”

“Salve, oggi al Liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, gli studenti hanno fatto una azione con l’ intento di cambiare nome alla scuola da Vittorio Emanuele II a Liceo classico Federico II- Al Idrisi. Mettendo in luce tematiche quali la messa in sicurezza degli istituti scolastici e la decolonizzazione dell’immaginario. Allego comunicato e foto con preghiera di pubblicazione. Cordiali saluti Giorgio
OGGI IL LICEO CLASSICO VITTORIO EMANUELE II CAMBIA NOME!
La nostra scuola si trova in uno dei centri storici più antichi e grandi d’Europa. Le strade che la circondano sono state attraversate da tantissime culture, lingue, comunità che nei secoli si sono intersecate tra di loro creando un patrimonio senza precedenti. Palermo la città tutto porto che accoglie lo straniero e divora i suoi abitanti come recita l’insegna sotto il Genio, Patrono laico della città di origine fenicia simbolo di sapienza e multiculturalità. Una città che si è salvata dalla peste grazie ad una donna, Rosalia, simbolo di riscatto da una società claustrofobica e patriarcale. Una città fatta di quartieri dove si parlano più di venticinque lingue, mercati dove si può trovare tutto il necessario per vivere a prezzi popolari, dove arabi, normanni, rom, bangla, siciliani formano un’unica collettività: quella palermitana, una comunità che da sempre vive in sintonia. Una città senza confini con il mare davanti ad aprire gli orizzonti e le montagne a difenderci alle spalle.
Ma anche una città costretta ad arrangiarsi, abbandonata a se stessa con istituti scolastici che crollano, povertà, abbandonata alla mercè dei capitali globali che creano solo profitti per altri senza distribuire risorse, spacciando il lavoro gratuito per formazione come con l’ alternanza scuola- lavoro. Ma andiamo al dunque. Perché abbiamo deciso di cambiare il nome della scuola da Vittorio Emanuele II a Liceo classico Federico II- Al Idrisi ? Al Idrisi fu il geografo che nella corte di Ruggero II tracciò per la prima volta la mappa della Sicilia, un arabo ma anche un siciliano che secondo la sua prospettiva da uomo che vedeva il mondo dal sud aveva disegnato l’isola ribaltata e noi come lui vogliamo ribaltare la decisionalità, vogliamo una scuola a misura di student*, una città e un mondo che viaggia secondo i bisogni e le possibilità di ogni essere umano. Insomma vogliamo rovesciare la prospettiva da un presente di sfruttamento ad un futuro fatto di solidarietà e collettivizzazione di idee. Da qui Federico II, la nostra scuola che ricordiamo essere il liceo più antico della Sicilia si trova proprio difronte la sua tomba dentro la maestosa Cattedrale di Palermo. Federico fu promotore della commistione tra popoli diversi e pagò con una scomunica il suo rifiuto al Papa (Stato centrale del potere) di fare una crociata. Istituì la scuola poetica siciliana, aprì la strada alla nascita del volgare, in un epoca in cui il latino era dato solo a pochi e l’analfabetizzazione era prassi, creando un modo di comunicare accessibile a tutti da Dante al putiaro del Cassaro alto. Ci fa schifo e farebbe schifo anche a lui che questo modello di scuola, fatto di profitti, strutture fatiscenti, lavoro gratuito e poca tutela debba passare da queste strade che hanno visto così tanto splendore.
Entrambi i personaggi sono esempi di rivalsa, costruzione di realtà alternative in cui tutti possono rivedersi come protagonisti nei propri contesti. Per noi costruire altri mondi possibili alternativi allo sfruttamento è necessario: per questo una volta al mese la nostra scuola cambierà il proprio nome!”.

 

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