Domani a Palermo un convegno per dare speranza a una città a brandelli martoriata da affarismo e appaltismo

11 febbraio 2022
  • L’appuntamento di domani sogna di far tornare Palermo una Capitale del Mediterraneo
  • Gli ultimi venticinque anni di “cannibalismo urbanistico”
  • … e per finire il Piano di riequilibrio che infila le mani nelle tasche dei cittadini approvato dalle ‘opposizioni’…

L’appuntamento di domani sogna di far tornare Palermo una Capitale del Mediterraneo

Elezioni comunali di Palermo: qualcosa si muove oltre le solite cose di centrosinistra e centrodestra. A smuovere le acque è un gruppo di cittadini che domani daranno vita a un incontro nei salini di Palazzo Chiaromonte Steri. Siccome il momento storico è quello che è – leggere pandemia – i lavori potranno essere seguito anche da casa sulla rete. Insomma, al tempo del Covid anche la politica deve adeguarsi agli incontri “da remoto”. E diciamo subito che ascoltare i protagonisti del convegno di domani, per i cittadini palermitani, potrebbe essere importante, perché sarà l’occasione per ascoltare voci lontane dalla politica politicante. Il convegno ha un titolo altisonante: “per Palermo Capitale”. A organizzare la giornata di domani è Diste Consulting – Dipartimento studi territoriali. A presedere i lavori sarà Andrea Piraino, docente di Diritto costituzionale e da sempre cattolico impegnato nel sociale. Interverrà il rettore dell’università di Palermo, Massimo Midiri. E il presidente della Fondazione Sicania, Giuseppe Di Forti. La relazione sarà tenuta dal professore Pietro Busetta, docente universitario di dottrine economiche. Sono previsti gli interventi del magistrato Lorenzo Matassa, del docente e già ambasciatore, Mike Giffoni; del docente e critico d’arte Francesco Gallo; del cardinale emerito di Palermo, Paolo Romeo; dell’avvocato tributarista Alessandro Dagnino; dell’imprenditrice Marcella Cannariato; del commissario straordinario dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale, Pasqualino Monti; del presidente di Sicindustria Palermo, Giuseppe Russello; del presidente dell’aeroporto di Comiso, Giuseppe Mistretta; del direttore del Quotidiano del Sud, Roberto Napoletano; di Nadia Spallitta, avvocato e ambientalista; del giornalista Mario Cavalieri; del responsabile Ascom Sicilia, Gigi Mangia. Le conclusioni sono affidate all’ex parlamentare Salvatore Grillo Morassutti.

Gli ultimi venticinque anni di “cannibalismo urbanistico”

L’incontro di domani è importante perché si inserisce in un momento particolare della vita di Palermo, caratterizzato da un degrado mai visto e da una morale in politica praticamente pari a zero. Il capoluogo siciliano, dal 1860 in poi, ha perso molto del suo fascino. La storia officiale cerca di raccontarci una città che migliora dopo la ‘presunta’ unità d’Italia. Tesi molto discutibile, perché se è vero che alcune cose sono migliorare, in termini urbanistici lo sventramento del Centro storico per fare posto a via Roma e la distruzione di due monasteri per fare posto al Teatro Massimo – opera massonica a tutti gli effetti – non sono grandi medaglie: anzi! Ci sono gli anni del Liberty, forse un po’ troppo celebrati, ma ci sono anche gli scempi del secondo dopoguerra con la Conca d’oro ‘inghiottita’ dal cemento di quello che è passato alla storia come il ‘Sacco di Palermo’. Ma gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta – gli anni del cemento facile – sono stati ampiamente illustrati, poco si è detto del secondo ‘Sacco di Palermo’ andato in scena negli ultimi venticinque anni. Una ‘cementificazione’ della città – eclatante a Mondello – frutto di un metodo mai messo in discussione dalla politica di centrodestra e di centrosinistra, stigmatizzato e sanzionato solo da una sentenza della Magistratura. Dopo questa sentenza tutto è caduto nel ‘dimenticatoio’. Ed è proprio in questo scenario di attacco al territorio e ai servizi della città, in alcuni casi scomparsi, che si inseriscono gli ultimi anni che non è esagerato definire di ‘cannibalismo urbanistico’: basti pensare all’immondizia che, da anni, ristagna per settimane nelle strade mai ripulite (e magari disinfettate) dopo i prelievi delle montagne di rifiuti con i trattori!; basti pensare alla vergogna del cimitero dei Rotoli con le salme accatastate in attesa di improbabili sepolture; basti pensare gli impianti sportivi abbandonati; basti pensare alle strade piene di buche; basti pensare ai marciapiedi dissestati; basti pensare al poco verde che resiste a malapena e ai tanti alberi tagliati; basti pensare ai bus che non passano mai, tra la disperazione dei cittadini che non hanno a disposizione altri altri mezzi per gli spostamenti, il tutto a fronte di 15 grotteschi km di Tram: un Tram che, per molte ore del giorno, viaggia senza passeggeri per giustificare i futuri appalti per altre linee di Tram.

… e per finire il Piano di riequilibrio che infila le mani nelle tasche dei cittadini approvato dalle ‘opposizioni’… 

Poi gli eterni appalti ferroviari modello rotoloni di carta igienica “che non finiscono mai”. Disagi infiniti per i cittadini con ritardi, danni per le attività economiche: di tutto e di più. Sì, di più, perché oltre ai problemi creati dai cantieri ferroviari ci sono le scelte in materia di mobilità adottate secondo criteri ideologici che hanno arrecato altri danni alle attività commerciali. Poi interi quartieri lasciati al buio, con la poca luce assicurata proprio da quelle attività commerciali che il Comune ha penalizzato. E ancora le antenne del 5 G montate quando i cittadini erano costretti in casa dalla pandemia. Quindi il finale: il Consiglio comunale che aveva i numeri per ‘bocciare’ il Piano di riequilibrio che prevede nuovi balzelli per i cittadini e che invece l’approva: vergogne politiche senza fine. Con le opposizioni che diventano maggioranza, poi di nuovo opposizioni e infine maggioranza. Emblematici gli esponenti del Movimento 5 Stelle – quelli che dovevano aprire l’Italia come una scatola di tonno – oggi anche a Palermo diventati alfieri della vecchia politica, schierati con il PD, cioè con il partito del sindaco Leoluca Orlando. Nella presentazione del convegno di domani si parla di Palermo Capitale del Mediterraneo: e ci sta. Ma forse a Palermo servono soprattutto politici seri, preparati, non se ne può più di politici che dicono una cosa e poi fanno l’opposto per convenienza personale. Ben venga un convegno di cittadini liberi, senza sigle, senza ‘minestre impiattate’, un convegno di idee per cominciare a costruire una città diversa dalla tristezza di oggi. Il nostro augurio è che il congegno di domani possa essere un primo passo per ridare forza, dignità e futuro a una città ridotta a brandelli dall’affarismo e dai grandi appalti.

Foto tratta da Bagliori di Sicilia 

 

 

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