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Per non dimenticare i tanti italiani morti nelle miniere di carbone del Belgio (VIDEO)

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  • Una strage dimenticata

La grade emigrazione verso il Belgio iniziò nei primi anni ’50 e proseguì negli anni ’60 

E’ nostra abitudine, quando ricorre l’anniversario, ricordare la tragedia di Marcinelle e il “Patto uomo-carbone”. Ed è per questo che riprendiamo con piacere un approfondimento di Byoblu sugli italiani morti nelle miniere del Belgio. Tanti morti, “A decine di migliaia: sepolti vivi, bruciati, annegati, soffocati, mortalmente ammalati – scrive Byoblu nel post che accompagna una video-intervista con lo scrittore veneto, Walter Basso, figlio di una delle vittime delle stragi dimenticate”. Tra questi italiani c’erano tanti siciliani, ma anche tanti veneti e tanti friulani. Il Belgio e le sue miniere di carbone venivano presentate come grandi occasioni di lavoro. Erano bugie, perché arrivati lì gli italiani venivano rattati come schiavi, anzi, come carne da macello. E in tanti ci rimisero la vita. La grande emigrazione cominciò nei primi anni ’50 del secolo passato e continuò per tutti gli anni ’60. “Ma la cosa più terribile (la più “violenta” a suo modo) – scrive Byoblu – è stata la cappa di oblio stesa su quei minatori, sulla loro storia, sulle loro famiglie, sulla loro fine. Come nel caso delle foibe, lo Stato italiano li ha opportunamente dimenticati. Per non dover ricordare le proprie colpe e per non dover pagare per i propri errori”.

QUI TROVATE LA VIDEO-INTERVISTA DI BYOBLU A WALTER BASSO

QUI TROVATE UN ARTICOLO DE I NUOVI VESPRI CON LA CELEBRE POESIA DI IGNAZIO BUTTUTTA “LU TRENU DI LU SULI” 

Foto tratta da Altreinfo

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