Sorpresa: nel 2021, nel calcolo dell’inflazione, l’Istat non ha tenuto conto degli aumenti del prezzo del gas!

6 febbraio 2022
  • Ecco perché l’inflazione era bassa: perché non entrava nel conteggio il prezzo del prodotto che sta provocando un’inflazione in tutta l’Europa
  • I dati dell’Istat
  • Dicono che i prezzi della benzina e del gasolio “rallentano”: ma coma mai agli automobilisti costano invece di più? 

Ecco perché l’inflazione era bassa: perché non entrava nel conteggio il prezzo del prodotto che sta provocando un’inflazione in tutta l’Europa

E’ noto a tutti che una delle ragioni principali dell’inflazione che ormai da mesi ‘galoppa’ dell’Unione europea è l’aumento del prezzo del gas. Ebbene, sembra incredibile, ma fino al Dicembre dello scorso anno, nel calcolo dell’inflazione, il gas – che è il prodotto il cui prezzo è alle stelle – non è entrato nel calcolo dell’inflazione! Insomma, abbiamo scoperto il motivo per il quale, nel nostro Paese, nel 2021, l’inflazione è rimasta bassa… C’è da ridere. L’Italia importa il gas e l’aumento del prezzo si fa sentire in tutti i settori produttivi, dal manifatturiero alla chimica, dall’industria della ceramica all’industria della carta, della produzione di cemento alla produzione di vetro e via continuando. Ormai da mesi, a causa dell’aumento dei costi energetici, tante aziende interrompono la produzione nelle fasce orarie in cui l’energia costa di più. Ma di questo non si parla. L’aumento del costo dell’energia è così elevato che è impossibile scaricarlo sui prezzi dei prodotti, perché se così fosse le famiglie italiane, che nella maggioranza dei casi sono già sul chi va là, ridurrebbero i consumi provocando una ‘frenata’ sui consumi, con il risultato di mettere in moto la spirale recessione-depressione. Ebbene, da un anno a questa parte vuoi per le tensioni geopolitiche (le multinazionali che cercano di ‘sfondare’ verso la Russia provando a fare entrare l’Ucraina nella Nato: cosa, questa, che la Russia e la Cina – correttamente – non accetteranno mai: il presidente americano Joe Biden e le multinazionali che l’hanno eletto presidente degli Stati Uniti con i voti ‘postali’ si rassegnino!), vuoi perché la Russia di Putin si è rotta abbondantemente le scatole dell’Unione europea oggi sempre più ‘scendiletto’ delle multinazionali, vuoi perché sono in corso le speculazione sul prezzo dei carburanti, lo scenario economico internazionale diventa sempre più ‘caldo’. E siccome i governanti europei sono ‘intelligenti’, hanno avviato la decarbonizzazione forzata proprio mentre la Russia ha deciso di tagliare il gas all’Europa e di aumentare le forniture di gas alla Cina! Il risultato in Italia è che con la carenza di gas la prima fase della transizione energetica andrà a farsi benedire. Non solo. Con i prezzi al consumo in rialzo, destinati a salire ancora, con le buste paga che diventano sempre più magre a causa dell’inflazione (leggere perdita del potere d’acquisto), con l’arrivo delle super bollette di luce e gas – aumenti di 90 miliardi di euro nel 2022 (dato Cgia di Mestre),  l’Italia è già entrata nel tunnel della crisi.

I dati dell’Istat

Leggiamo adesso alcuni dati forniti dall’Istat: “L’inflazione a Gennaio registra una forte accelerazione, raggiungendo un livello (+4,8%) che non si registrava da aprile 1996, quando il NIC (Indice nazionale dei prezzi al Consumo per l’intera collettività) registrò la medesima variazione tendenziale. I Beni energetici regolamentati trainano questa fiammata con una crescita su base annua mai registrata, ma tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici”. In questo momento non crescono solo i prezzi dei trasporti: ed è anche logico, tra pandemia e Green pass a chi è che viene voglia di viaggiare, se non per lavoro? L’Istat ci dice che il costo della vita cresce perché crescono i prezzi dei beni energetici, che passano da +29,1% a +38,6%; +10,7% il congiunturale; cresce in modo sostenuto la componente regolamentata, che passa da +41,9% a +93,5%, con un +42,9% rispetto a Dicembre; crescita sostenuta per i prezzi dell’energia elettrica del mercato tutelato, che passano dal +43,8% a +103,4%, +47,8% la variazione congiunturale, crescono i prezzi del gas di città e del gas naturale del mercato tutelato, che passano dal +40,8% a +84,4%, +37,5% su base mensile. Crescono, anche se in modo più contenuto, i prezzi della componente non regolamentata, che passano dal +22,0% al +23,1%, +3,2% il congiunturale; crescita causata dall’aumento dei prezzi dell’energia elettrica a mercato libero, che passa dal +26,4% a +32,0%, con un +5,1% rispetto a Dicembre. E qui arriva la notizia delle notizie: all’insù anche il gas di città e gas naturale a mercato libero che, ci dice sempre l’Istat, “è nuovo prodotto del paniere 2022 che registra una crescita su base mensile del +10,7%”: da qui la notizia che abbiamo scritto all’inizio di questo articolo: e cioè che fino ad oggi, nel calcolo dell’inflazione, non avevano mai inserito il costo del gas! Geniale, no?

Dicono che i prezzi della benzina e del gasolio “rallentano”: ma coma mai agli automobilisti costano invece di più? 

L’Istat ci fornisce una notizia un po’ strana: rallentano invece i prezzi del gasolio per i mezzi di trasporto, che passano da +23,0% a +20,2%; +0,9% il congiunturale”; rallentano anche i prezzi della benzina, che passano da +21,3% a +18,9%; +0,7% sul mese e quelli degli altri carburanti, che passano da +45,3% a +41,1%; +0,3% da Dicembre. A noi in realtà questi dati non risultano. Nel senso che per gli automobilisti registriamo un aumento del costo della benzina e del gasolio. Che dire? Evidentemente chi ha stilato questi dati viaggia sulle auto blu e non si occupa direttamente dei prezzi di benzina o gasolio…

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