Si torna a bruciare i libri: tocca ai testi di J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter invisa ai transgender

21 gennaio 2022
  • Ci risiamo con i falò dei libri. Ogni volta che pensi che la storia abbia ormai parlato chiaro, spunta fuori il vandalo bibliofobo con l’accendino pronto…
  • Il primo rogo di libri si rintraccia nella Bibbia, Vecchio Testamento. In Cina Qin, Qin Shi Huang-di (260-210 a.C.) bruciò le opere di Confucio
  • I romani distrussero la biblioteca di Cartagine. Idem gli spagnoli con gli Aztechi. La stupidità e l’intolleranza sono da sempre molto diffuse sulla Terra 

Ci risiamo con i falò dei libri. Ogni volta che pensi che la storia abbia ormai parlato chiaro, spunta fuori il vandalo bibliofobo con l’accendino pronto…

di Nota Diplomatica

Cosa c’è dei libri che fa venire la voglia di bruciarli? Ora si ri-bruciano quelli di J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, forse soprattutto per sfruttare la sua straordinaria notorietà. I sette volumi della serie sono stati tradotti in oltre 80 lingue e hanno venduto più di 500 milioni di copie nel mondo. In un primo tempo i libri della Rowling finirono sul rogo per via del loro presunto carattere “satanico”, Harry è dopotutto un “maghetto”… Ora invece accade perché l’autrice è invisa agli attivisti della “rivoluzione transgender” in quanto esprime pubblicamente il parere che ci sia una fondamentale differenza biologica tra donne e uomini.
Al momento pare si brucino con particolare piacere i libri per ragazzi. Si hanno infatti notizie di una “purificazione con le fiamme” di una trentina di testi per i giovani organizzata dalle autorità scolastiche canadesi. Pare conterrebbero “rappresentazioni indegne” degli indiani nordamericani. Tra i testi ritenuti offensivi troviamo Tintin in America  in cui appare l’espressione “pellerossa” – e Asterix Conquers America, finito tra le fiamme a causa di un’immagine giudicata “eccessivamente sexy” di un’indigena. Potrebbe dunque “promuovere l’idea che le indiane siano di facili costumi…”.

Il primo rogo di libri si rintraccia nella Bibbia, Vecchio Testamento. In Cina Qin, Qin Shi Huang-di (260-210 a.C.) bruciò le opere di Confucio

Il primo esempio conosciuto di questa particolare forma di piromania appare nel Vecchio Testamento, laddove si racconta di Ioiakim (634-598 a.C.), il 18° re di Giuda che, dispiaciuto per alcune previsioni infauste espresse in una pergamena del profeta Geremia, la gettò nel fuoco. Dopo, fece arrestare l’autore… La pratica fu portata a livello “industriale” dall’imperatore dello stato cinese di Qin, Qin Shi Huang-di (260-210 a.C.), l’unificatore della Cina. Avendo conquistato gli altri sei stati che andavano a formare l’Impero, ordinò che venissero bruciati tutti i testi di storia e di filosofia provenienti da fuori Qin, con l’evidente intento di segnalare che la memoria storica dovesse iniziare con lui. Prestò particolare attenzione alla soppressione delle opere di Confucio. Quando seppe che, malgrado la distruzione dei testi del filosofo, c’erano ancora degli studiosi che avevano mandato a memoria le sue opere, ordinò che 460 di loro venissero seppelliti vivi.

I romani distrussero la biblioteca di Cartagine. Idem gli spagnoli con gli Aztechi. La stupidità e l’intolleranza sono da sempre molto diffuse sulla Terra 

La deliberata distruzione della storia dei “conquistati” non fu solo una pratica cinese. Quando i romani saccheggiarono Cartagine, ebbero cura di bruciarne gli archivi. Ciò che sappiamo ora dei cartaginesi viene perlopiù da storici romani, che scrivevano con un occhio attento agli umori dei loro imperatori… Successe qualcosa di simile anche con la conquista da parte degli spagnoli dell’impero Azteco. Fecero un’enorme falò dei libri di quel popolo a Texcoco nel 1530. In tempi più recenti i casi vanno dall’indice dei libri proibiti del Vaticano ai volumi bruciati nelle piazze dai nazisti negli anni Trenta. Tuttavia, questo tipo di soppressione tende – forse paradossalmente – a far sopravvivere i testi. Sappiamo oggi, titolo per titolo, che i nazisti bruciarono circa 18mila libri di autori ebrei, comunisti, anarchici, pacifisti e così via, e che, perlopiù, i loro volumi sono ancora presenti nelle biblioteche del mondo. La bibliofobia è, se non rispettabile, almeno molto antica. Ora però i vandali affrontano il problema della crescente obsolescenza dei libri cartacei. Mandare al rogo un “Kindle” non farebbe lo stesso effetto.

Come molti di voi sanno – ma non tutti – pubblico altre due note che forse possono interessare: la settimanale Nota Design (il mio primissimo mestiere fu quello di scenografo teatrale, e non ho perso il gusto) e Mercoledì di Rochester, che esce a mercoledì alterni e tratta argomenti inerenti alla “cultura” dell’ufficio (ho passato molto tempo seduto in uffici). In entrambi i casi, basta cliccare sui link per andare a una pagina dov’è possibile abbonarsi (gratuitamente). Nel caso, disdire poi l’abbonamento è assolutamente indolore…

Foto tratta da San Marino RTV

 

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