La demenziale politica di ‘aggressione’ della Ue alla Russia la pagheranno anche gli agricoltori italiani

17 gennaio 2022
  • Freddo e inflazione stanno piegando l’agricoltura italiana. Ma mentre il freddo è un fenomeno naturale (o almeno così si spera), l’inflazione è il frutto delle politiche errate dell’Unione europea. La Ue, obbedendo alle multinazionali, ha penalizzato la Russia di Putin. Che sta rispondendo tagliando il gas all’Europa 
  • Senza gas russo il prezzo dello stesso gas è schizzato all’insù. E sono aumentati i prezzi di tutti i fertilizzanti, in alcuni casi più che raddoppiati
  • In più la solita Ue ha ‘confezionato’ una PAC (Politica Agricola Comune) che invece di tutelare gli agricoltori tutela la grande industria chimica di pesticidi, erbicidi e antibiotici 

Freddo e inflazione stanno piegando l’agricoltura italiana. Ma mentre il freddo è un fenomeno naturale (o almeno così si spera), l’inflazione è il frutto delle politiche errate dell’Unione europea. La Ue, obbedendo alle multinazionali, ha penalizzato la Russia di Putin. Che sta rispondendo tagliando il gas all’Europa 

Freddo e inflazione stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura. Le gelate – soprattutto al Nord e in qualche caso anche al Sud – non perdonano. E nelle serre del Nord Italia comincia a materializzarsi un’amara realtà: il gasolio che occorre per riscaldare le serre e salvare le produzioni dal gelo ha un prezzo maggiore del valore delle produzioni agricole. Almeno per alcune produzioni è così. In parole povere, gli aumenti dei costi per riscaldare le serre con gli idrocarburi sono diventati insostenibili. Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall’energia solare, ma non sappiamo se nel Nord Italia il Sole dia questa possibilità. Le serre, rispetto a una coltura di piano campo, costano ovviamente di più. Ma adesso anche i costi per un’azienda serricola cominciano a diventare un problema. C’è un aumento di quasi il 50% per le coperture in plastica. Idem per il polietilene utilizzato per l’irrigazione. E’ vero, quest’anno i prezzi dei prodotti sono aumentati, ma i costi sono aumentati in ragione leggermente maggiore.

Senza gas russo il prezzo dello stesso gas è schizzato all’insù. E sono aumentati i prezzi di tutti i fertilizzanti, in alcuni casi più che raddoppiati

Stamattina abbiamo raccontato che cosa sta succedendo con il gas metano. La Russia, stanca di sopportare le penalizzazioni che l’Unione europea appioppa al Paese di Putin perché così vogliono le multinazionali che oggi controllano quasi tutti i Paesi dell’Occidente industrializzato, ha deciso di ridurre e forse di interrompere le forniture di gas. Per l’Europa sarà un problema. E già questo problema di sta materializzando. Lo capiranno le famiglie italiane quando pagheranno la prossime bollette del gas. Mentre gli agricoltori lo stanno già provando sulla propria pelle, perché i fertilizzanti si producono grazie all’energia fornita da gas. Così il prezzo di produzione dei fertilizzanti ha già subito un’impennata e, di conseguenza, i prezzi degli stessi fertilizzanti sono schizzati all’insù. il conto è presto fatto: l’urea (che per esempio si utilizza in prese-semina per il grano coltivato in convenzionale, è passata da un costo di 350 euro a tonnellata a 850 euro a tonnellata, con un aumento del 143%. Vero è che quest’anno, in alcune aree del Sud Italia – Sicilia in testa – le piogge hanno ritardato la semina e in molti non hanno utilizzato l’urea, ma quando la utilizzeranno dovranno fare i conti con l’aumento del prezzo. raddoppio dei costi per  il fosfato biammonico passato da 350 euro a tonnellata a 700 euro a tonnellata. E problemi anche per i prodotti di estrazione come il perfosfato minerale registrano il cui presso è cresciuto di quasi il 70%. A questi costi si aggiunge l’aumento del costo del carburante agricolo (che non si usa solo in serricoltura, ma anche per la coltivazione di altri prodotti agricoli di piano campo) e l’aumento del costo delle sementi.

In più la solita Ue ha ‘confezionato’ una PAC (Politica Agricola Comune) che invece di tutelare gli agricoltori tutela la grande industria chimica di pesticidi, erbicidi e antibiotici 

In pratica – questa è la vera notizia – gli agricoltori italiani, da Nord a Sud, Sicilia compresa, stanno cominciano a pagare a caro prezzo le assurde ‘aggressioni’ alla Russia di Putin volute dalle multinazionali. La guerra del gas – che sta facendo crescere i prezzi di tantissimi prodotti e sta mettendo inginocchio interi settori del mondo agricolo – l’ha voluta l’Unione europea. Un’unione europea imbelle, prona ai voleri delle multinazionali, che aggredisce un Paese – la Russia – che dovrebbe essere nostro alleato, anche perché in grado di diventare mercato di tante produzioni europee. Invece l’attuale sempre più inutile e dannosa Unione europea sta penalizzando i propri cittadini, a partire dagli agricoltori. Abbiamo citato l’esempio di alcuni serricoltori del Centro Nord Italia che già non riscaldano più le serre per i costi troppo elevati del gasolio; ma tra un po’ ad essere colpite dal caro energia e dalle bollette impossibili da pagare – problema che solo un Governo inutile come quello di Mario Draghi può pensare di risolvere rateizzando i pagamenti, cioè indebitando le aziende! – saranno migliaia di altre aziende di svariati settori che chiuderanno i battenti facendo aumentare disoccupazione e disperazione sociale. In questo sfascio totale di Unione europea c’è anche la PAC – la Politica Agricola Comune – altro grande imbroglio del massoni di Bruxelles. Una PAC messa a punto per tutelare gli interessi della grande industria chimica (pesticidi, erbicidi, antibiotici usati in modo scriteriato) penalizzando i piccoli e medi agricoltori. In particolare, per fregare l’agricoltura dell’Europa mediterranea dove i seminativi – nella testa degli ‘eurocrati’ – dovrebbero diventare immense distese di pannelli solari per produrre energia. E il grano? Nelle testa dei signori dell’Unione europea – quelli che hanno innalzato i limiti di glifosato e micotossine DON nel grano duro e tenero – il grano dovrebbe arrivare dal Canada. Ma a scombinare i piani della Ue sono intervenuti da una parte la pandemia e, dall’altra parte, i cambiamenti climatici. La speranza, per l’Europa mediterranea, è che pandemia e cambiamenti climatici portino al collasso l’attuale Unione europea.

 

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