I politici che in Sicilia aprono e chiudono le scuole in 24 ore si sono essi nei panni di studenti, docenti e presidi?/ SERALE

16 gennaio 2022
  • La verità è che la politica sta arrecando alla scuola molti più danni del Covid
  • Scuole siciliane che aprono e chiudono in 24 ore
  • Presidi e docenti: sovraccarico di lavoro e di responsabilità

La verità è che la politica sta arrecando alla scuola molti più danni del Covid

Dire che in Sicilia nel mondo della scuola regna il caos è poco. Il Governo nazionale con il Ministro della Pubblica Istruzione ha disposto l’apertura delle scuole. Tanti sindaci dei Comuni della nostra Isola, preoccupati dalla crescita dei contagi (e dei ricoveri) si sono opposti e hanno chiuso le scuole con proprie ordinanze. Il TAR Sicilia – sigla che sta per Tribunale Amministrativo Regionale – ha ‘cassato’ le ordinanze dei sindaci e ha riaperto le scuole. Ma… ma c’è la Regione siciliana di Nello Musumeci che si è allineata al Governo nazionale. Però… però la Regione ha stabilito che circa 150 Comuni sono in zona arancione. In zona gialla le scuole sono aperte, ma in zona arancione – questa almeno l’interpretazione che si dà – i Comuni possono disporre la chiusura delle scuole. E’ così? Non l’abbiamo capito. La senatrice del Movimento 5 Stelle e sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, su Facebook scrive: “Ho atteso nel silenzio la prima settimana di scuola. L’inizio poteva anche essere complicato. Ma adesso basta! Che Nessuno continui a privare del diritto allo studio i più piccoli, i nostri giovani, tenendo le scuole chiuse mentre tutto il resto è aperto! In Sicilia un’ordinanza di Musumeci ha creato lo scompiglio e da troppi giorni c’è confusione. Questa ordinanza, malamente interpretata, viene utilizzata per chiudere le scuole in zona rossa o arancione, indiscriminatamente”.

Scuole siciliane che aprono e chiudono in 24 ore

A noi, in questa sede, non interessa stabilire chi ha ragione e chi ha torto. Ci sembra difficile, infatti, che il ‘casino’ che si è creato nelle scuole finirà. Non essendo virologi con il dono della divinazione, né politici onniscienti – quelli che dicono che il virus è così, è colì, finirà, potete togliervi le mascherine, rimettetevi le mascherine, vaccinatevi e bla bla bla – abbiamo la sensazione che fino a quando cresceranno contagi e ricoveri il caos aumenterà. E siamo anche convinti che gli assembramenti, di qualunque natura, peggiorino la situazione. Quello che vogliamo chiedere in questa nota SERALE  è: qualcuno si è messo nei panni de presidi, dei docenti e degli studenti delle scuole siciliane tirati un po’ di qua e un po’ di là? Noi leggiamo sia i giornali, sia la rete. E proprio sulla rete abbiamo intercettato il disappunto di alcuni studenti che hanno appreso la notizia che sarebbero tornati a scuola la sera prima di andare a letto. “Ma così si fa? Magari avvertirci un giorno prima no?”. Pensiamo un attimo ai docenti che, in questo caos, debbono garantire le lezioni. Se sanno che la scuola non riaprirà per una settimana, forse per due settimane, debbono organizzare la tanto odiata Dad, Didattica a distanza. Ogni docente, in generale, non si occupa di una classe, ma di più classi: quindi in tempi strettissimi – abbiamo visto che i sindaci hanno chiuso le scuole da un giorno all’altro – debbono mettersi in contatto con gli studenti di tutte le classi, accertarsi che tutti a casa siano attrezzati con computer e collegamento in rete (sbagliato dare per scontato che tutti gli studenti lo siano: sarebbe così se in questi due anni di pandemia Stato e Regione siciliana avessero organizzato bene la Didattica a distanza: ma così non è stato) e organizzare le lezioni. Vi sembra una cosa facile? A noi, no: a noi sembra che ci sia un sovraccarico di lavoro e, soprattutto, di responsabilità. Per il lavoro che hanno fatto in questi due anni docenti e presidi dovrebbero essere pagati il doppio!

Presidi e docenti: sovraccarico di lavoro e di responsabilità

Già, i presidi. Ne vogliamo parlare dei presidi? Da quando le ex Province siciliane sono sostanzialmente fallite (nel senso che non sono messe nelle condizioni di occuparsi della manutenzione dei plessi scolastici per mancanza di fondi, con riferimento a licei e scuole superiori), debbono occuparsi di quelli che, alla fine, sono problemi tecnico-ingegneristici, con grandi responsabilità; poi debbono assicurare la presenza dei docenti in tutte le classi, chiamando i supplenti nel caso di docenti assenti (in tempo di Covid il problema non dovrebbe essere semplificato: anzi). Ora, se una scuola viene riaperta in 24 ore un preside ha il tempo di accertarsi che tutti i docenti l’indomani saranno nelle rispettive classi? E’ un lavoro semplice? Non ci sembra proprio. A noi sembra, al contrario, che ci sia un notevole sovraccarico di lavoro e, soprattutto, di responsabilità. Eppure, dalla riapertura delle scuole ad oggi – una settimana – si leggono e si ascoltano le parole dei politici: Ministri, Sottosegretari, presidenti di Regione, Sindaci. Mentre coloro i quali sono i veri protagonisti della scuola – gli studenti, i docenti e i presidi – sono messi da parte. Almeno in Sicilia è così, nel resto d’Italia non sappiamo. Eppure sono loro – studenti, docenti e presidi – che stanno affrontando i disagi di una crisi pandemica affrontata malissimo da Governo nazionale, Regioni e Comuni. Ci chiediamo e chiediamo: questi politici che aprono e chiudono le scuole nel giro di 24 ore la scorsa settimana si sono messi nei panni degli studenti, dei docenti e dei presidi?

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