L’agricoltura siciliana in ginocchio tra aumento dei costi di sementi, fertilizzanti, carburanti e dai corsi d’acqua che esondano ad ogni pioggia

14 gennaio 2022
  • L’ennesima denuncia arriva dalla Cia siciliana. Il Governo regionale alle prese con le beghe clientelari ha praticamente abbandonato gli agricoltori siciliani e il territorio. Anche una pioggia ordinaria ormai fa esondare fiumi e corsi d’acqua abbandonati 
  • A complicare lo scenario di crisi ci sono anche  i furti nelle campagne, i saccheggi veri e propri, i danneggiamenti alle strutture, i pascoli abusivi 
  • Servono subito 30 mila operai forestali per occuparsi della regimazione dei corsi d’acqua, del dissesto idrogeologico e, tra qualche mese, della prevenzione degli incendi. la Cia denuncia l’ennesima esondazione del fiume Torto

L’ennesima denuncia arriva dalla Cia siciliana. Il Governo regionale alle prese con le beghe clientelari ha praticamente abbandonato gli agricoltori siciliani e il territorio. Anche una pioggia ordinaria ormai fa esondare fiumi e corsi d’acqua abbandonati 

Lo scriviamo da tempo: l’inflazione – che nell’Unione europea viene tenuta nascosta per non fare emergere il fallimento della Commissione europea – non sta risparmiando l’agricoltura. La situazione è particolarmente grave in Italia, Paese la cui economia è stata in parte sostenuta – anche se spesso in modo confuso – dal passato Governo di Giuseppe Conte, mentre l’attuale Governo di Mario Draghi, espressione della fallimentare Unione europea, davanti all’aumento delle bollette di luce e di gas, si è limitato a programmare la rateazione delle stesse bollette. E mentre il Ministro grillino Luigi Di Maio, neo-economista, fa propaganda auto-incensandosi come il protagonista dell’aumento dell’export italiano, l’aumento del costo dell’energia con l’arrivo delle citate bollette stratosferiche di luce e gas farà chiudere migliaia di aziende. In questo scenario si inserisce la crisi dell’agricoltura, con l’inflazione che non risparmia questo settore. “L’aumento del costo delle materie prime di almeno il 30% è solo l’ultima tegola che arriva sulla testa degli agricoltori della Piana di Catania, che si inserisce in un quadro più complesso”, dice il presidente della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro. Che pone la questione dell’agricoltura della Piana di Catania, sperando che il Governo nazionale e la Regione siciliana possano fare qualcosa. “Come se i lampi e i tuoni precipitati tra Ottobre e Novembre scorsi non fossero stati abbastanza – ironizza Di Silvestro – sono piovuti dal cielo anche aumenti insostenibili per le ‘casse’ dei produttori. A triplicare nel giro di poche settimane sono stati soprattutto i prezzi del gasolio per i mezzi di campagna, dell’energia elettrica che alimenta le pompe per il sollevamento dell’acqua necessaria per irrigare i campi. In piena semina del grano, posticipata di un mese a causa delle scorse alluvioni, abbiamo assisto al rincaro di mangimi, dei concimi, dei semi. Grandi disagi anche per i produttori dell’uva da tavola – aggiunge Di Silvestro – che in questo periodo dell’anno provvedono alla copertura dei campi per anticipare la produzione, costretti fare i conti anche con gli aumenti della plastica e dell’acciaio”.

A complicare lo scenario di crisi ci sono anche  i furti nelle campagne, i saccheggi veri e propri, i danneggiamenti alle strutture, i pascoli abusivi 

Il comunicato della Cia racconta di un incontro si è tenuto a Caltagirone alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente provinciale Francesco Favata, del responsabile Cia Caltagirone, Salvatore Grassiccia e dei componenti Cia Calogero Giancone e Salvo Grosso, dell’assessore alle Attività Produttive del comune calatino, Piergiorgio Cappello e dei delegati delle frazioni di Granieri, Titti Metrico, e di Piano San Paolo, Nicolò Caristia. “Sono territori – ricorda il presidente Di Silvestro – già pesantemente colpiti dalle alluvioni e dal ciclone mediterraneo Medicane che hanno mandato in rovina gran parte dei prodotti, pregiudicando anche i raccolti successivi, e mandato in frantumi argini, recinzioni, scoperchiato tetti di capannoni e stabilimenti. Ogni azienda piange centinaia di migliaia di euro di danni, senza avere ricevuto ancora un solo euro di indennizzo o ristoro”. Ma i partecipanti alla riunione hanno evidenziato anche altre emergenze. “Sono emersi anche – aggiunge Di Silvestro – i vecchi soliti problemi che non riusciamo ad estirpare, come i furti nelle campagne, saccheggi veri e propri, i danneggiamenti alle strutture, i pascoli abusivi. Fenomeni che mostrano, neppure troppo velatamente, una regia di prepotenza e di prevaricazione per il controllo del territorio. Per questo abbiamo scritto al Prefetto di Catania, richiamando l’attenzione sull’ultimo protocollo d’intesa sottoscritto qualche tempo fa, assieme alle Forze dell’Ordine e le associazioni rappresentative degli agricoltori, che aveva l’obiettivo di concertare un’azione di contrasto nei confronti della criminalità, che colpisce miratamente le imprese agricole”.

Servono subito 30 mila operai forestali per occuparsi della regimazione dei corsi d’acqua, del dissesto idrogeologico e, tra qualche mese, della prevenzione degli incendi. la Cia denuncia l’ennesima esondazione del fiume Torto

Dalla Sicilia orientale alla Sicilia occidentale. Parla il direttore della Cia Sicilia Occidentale, Luca Basset, che segnala “Terreni allagati, fiumi e torrenti esondati, raccolti distrutti, frane sulle strade diventate impercorribili. È uno scenario di devastazione quello che si presenta oggi nelle campagne tra i Comuni di Cerda, Sciara e Montemaggiore. Una zona messa già duramente provata dall’alluvione tra il 6 e l’8 Novembre e che le abbondanti piogge di questi ultimi giorni hanno definitivamente messo in ginocchio”. Perché non ci sono solo le piogge autunnali, ma anche le piogge invernali. Le piogge diventano un problema se nessuno di occupa dei corsi d’acqua. Per questo I Nuovi Vespri ha iniziato una campagna per chiedere al Governo regionale di assumere subito 30 mila operai forestali in pianta stabile che dovranno occuparsi della regimazione dei corsi d’acqua e delle opere di prevenzione degli incendi. C’ da fronteggiare i cambiamenti climatici, ma anche le normali piogge – come quelle di questi giorni – che non i corsi d’acqua non regimati e non sistemati creano problemi agli agricoltori con continua esondazioni. l direttore della Cia Sicilia Occidentale, Basset, leggiamo nel comunicato, “ha convocato una riunione invitando i sindaci del territorio e i dirigenti provinciali e regionali della Confederazione italiana agricoltori per discutere sulla situazione e decidere le azioni da intraprendere. Occorre sedersi prima possibile attorno ad un tavolo e avviare degli interventi urgenti per mettere in sicurezza il territorio e riattivare la viabilità nella zona. Il 90% delle colture orticole tipiche della zona, come i carciofi, è andato perso. I danni sono diffusi, il fiume Torto è esondato nuovamente per un lungo tratto, distruggendo quel poco che era rimasto in piedi dopo l’alluvione di Novembre scorso e lasciando la devastazione dietro di sé. In questo momento, molte zone sono raggiungibili solo con mezzi agricoli pesanti, ci sono frane su molte strade, quelle interpoderali sono quasi tutte bloccate da fango e allagamenti. A rischio c’è anche la Provinciale 21, unica via d’accesso a Sciara lato Palermo. Chiederemo alla Regione lo stato di calamità per queste zone che puntualmente, ad ogni pioggia sopra la media, tornano a soffrire gli stessi gravi problemi irrisolti da anni”. Tornano puntualmente a soffrire perché nessuno se ne occupa: per questo servono gli operai della Forestale: per ricominciare ad occuparsi dei tanti territori della Sicilia abbandonati da una politica siciliana fallimentare.

Foto tratta da La Sicilia

 

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