Riaprire le scuole in Sicilia? Il presidente Musumeci si prende tre giorni di tempo (pensando a nuovi Comuni in arancione?)

8 gennaio 2022
  • Il Governo regionale siciliano ha ritardato l’apertura delle scuole di tre giorni: non più Lunedì prossimo, ma Giovedì. Sembrerebbe un provvedimento inutile, ma forse potrebbe servire per valutare il ricorso alla zona arancione per tanti Comuni
  • Il presidente della Regione dell’Isola sta provando a mediare tra sindaci che premono per la non riapertura delle scuole e il Governo nazionale che insiste per il ritorno a scuola degli studenti 

Il Governo regionale siciliano ha ritardato l’apertura delle scuole di tre giorni: non più Lunedì prossimo, ma Giovedì. Sembrerebbe un provvedimento inutile, ma forse potrebbe servire per valutare il ricorso alla zona arancione per tanti Comuni

Mentre sindaci, genitori e, in generale, cittadini italiani si interrogano sulla volontà del Governo nazionale di Mario Draghi di volere a tutti i costi aprire le scuole lunedì prossimo, nonostante la pandemia sia tornata a ‘mordere’, con aumenti di contagi e di ricoveri, in Sicilia, il presidente della Regione, Nello Musumeci, tenta una mediazione con Roma. E lo fa adottando un provvedimento che non sembra risolutivo, ma dettato dalla speranza che la situazione migliori a breve: “Ho ritenuto di modificare il calendario scolastico 2021-2022, riducendone di tre giorni la durata originariamente prevista – dice Musumeci in un comunicato – pur sempre nel rispetto del numero minimo di giornate scolastiche. Pertanto il rientro a #scuola, inizialmente previsto per Lunedì 10 Gennaio, avverrà in #Sicilia il successivo Giovedì 13. In ogni caso, la task-force regionale sarà riconvocata per Mercoledì 12 Gennaio”. Che cosa possa cambiare in tre giorni non è facile da capire. Ma tant’è.

Il presidente della Regione sta provando a mediare tra sindaci che premono per la non riapertura delle scuole e il Governo nazionale che insiste per il ritorno a scuola degli studenti 

“Al termine della riunione della task-force per la scuola – si legge sempre nel comunicato del presidente Musumeci – registro la unanime posizione di rettori, dirigenti scolastici, rappresentanti sindacali e delle associazioni familiari, che ci chiedono di farci interprete presso il Governo nazionale della necessità di rivedere la attuale posizione sulla possibile scelta della didattica a distanza come strumento di accompagnamento temporaneo verso la piena didattica in presenza. Lo abbiamo già fatto nei giorni scorsi e fino a ieri sera. Frattanto, la sensibilità che è stata evidenziata anche dai sindaci della Sicilia, non può lasciarci immobili, ma non possiamo neppure alimentare un inutile conflitto con il Governo centrale che ha già annunciato di volere impugnare decisioni in contrasto con la legislazione vigente. Abbiamo adottato la soluzione più ragionevole, giuridicamente compatibile, che tiene conto della decisione di tutti: quella di utilizzare i nostri poteri di autonomia primaria sul calendario scolastico consentendo uno slittamento dell’apertura delle scuole di alcuni giorni, fino ad un massimo di cinque. Questo lasso di tempo ci permette di cogliere lo stato di andamento della pandemia e consente alle scuole e al sistema sanitario di prepararsi a realizzare gli obiettivi condivisibili posti dal governo centrale. Ringrazio gli assessori Roberto Lagalla e Ruggero Razza per l’impegnativo e non facile lavoro delle ultime ventiquattr’ore”. La domanda è: che cosa succederà se la prossima settimana, nella nostra Isola, contagi e ricoveri continueranno a salire? La nostra sensazione è che se lo scenario peggiorerà, la Regione – su probabile richiesta dei sindaci – utilizzerà i tre giorni, o forse anche cinque giorni, per dichiarare i Comuni con grandi problemi di Covid zone arancioni per evitare la riapertura delle scuole.

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