A scuola il 10 Gennaio: metafora dei banchi con le rotelle? Intanto l’ ‘autonomista’ Musumeci si adegua a Roma…

7 gennaio 2022
  • Il Governo Draghi tira dritto anche davanti alla crescita dei contagi: tutti a scuola Lunedì prossimo
  • La Sicilia si adegua, pronta a ‘salvarsi in calcio d’angolo’ chiudendo eventualmente le scuole nel nome di zone arancioni e rosse
  • E’ proprio il caso di riaprire le scuole tra ‘classi pollaio’ e nodo dei trasporti degli studenti non sciolto? 

Il Governo Draghi tira dritto anche davanti alla crescita dei contagi: tutti a scuola Lunedì prossimo

A Roma il ‘Governo dei Migliori’ di Mario Draghi – quello che fino ad ora in materia di lotta alla pandemia non ne ha fatta una giusta – ha deciso che le scuole riapriranno Lunedì prossimo 10 Gennaio nonostante l’aumento di contagiati e ricoverati. Del resto, lo scorso Autunno, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Draghi l’aveva annunciato: mai più Dad (Didattica a distanza), ma solo scuola in presenza. La pandemia non frena l’attuale Governo nazionale. E la Sicilia ‘autonoma’? Si adegua. Dalla Regione siciliana arriva un comunicato stampa in stile ora sì, ora no. Il titolo è un capolavoro di mediazione al ribasso: “Covid, nella Sicilia ‘gialla’ scuole aperte da Lunedì, in zone arancioni e rosse si può in Dad”. Insomma un po’ di qua e un po’di là. Segue la spiegazione: “Dalla Presidenza della Regione siciliana, dopo un confronto tra il presidente Nello Musumeci e gli assessori regionali all’Istruzione Roberto Lagalla e alla Salute Ruggero Razza, è stato emesso il seguente comunicato:

La Sicilia si adegua, pronta a ‘salvarsi in calcio d’angolo’ chiudendo eventualmente le scuole nel nome di zone arancioni e rosse

“Le misure urgenti proposte dal Governo nazionale per il tracciamento dei contagi da Covid-19 nella popolazione scolastica prevedono approcci differenziati in relazione al numero degli studenti positivi, alla tipologia del ciclo educativo e allo stato vaccinale dei singoli. A questi è necessario attenersi in Sicilia. Infatti, le norme vigenti consentono alle Regioni di intervenire con decisioni autonome solo nel caso di ‘zona arancione’ o ‘zona rossa’. La Sicilia, come si sa, è nella fase attuale in ‘zona gialla’, quindi deve applicare le norme nazionali. Pertanto, si impone di alzare l’asticella dei controlli nel pieno rispetto delle regole generali di cautela, a partire dalla didattica a distanza nel caso di soggetti positivi nella scuola primaria e di seguire le regole della sorveglianza sanitaria negli altri casi”. Della serie, vorrei ma non posso… E ancora: “Assieme alle altre Regioni, tenuto conto dell’andamento esponenziale della curva epidemiologica, abbiamo evidenziato, tuttavia, perplessità in ordine alla possibilità di garantire l’assolvimento delle articolate procedure di testing e di monitoraggio sanitario nei tempi e con le modalità contenute nelle disposizioni del Consiglio dei ministri. Ci attendiamo, pertanto, la prevista attività di supporto operativo e di fornitura di dispositivi Ffp2 che sono state delegate alla Struttura Commissariale nazionale, proprio a seguito delle osservazioni avanzate da noi nel corso del dibattito istruttorio che ha preceduto il provvedimento dell’altro ieri. Non possono, infatti, rimanere ignorate le numerose e preoccupate segnalazioni che, in queste ore, sono pervenute da amministrazioni locali e dall’Anci regionale, da rappresentanze sindacali del comparto istruzione e da associazioni di genitori, in relazione alla critica diffusione del contagio e alla temuta sua estensione nelle fasce anagrafiche di studenti con assente o limitata copertura vaccinale”. con eleganza, il Governo regionale ‘scarruzzia‘ tutto su Roma…

E’ proprio il caso di riaprire le scuole tra ‘classi pollaio’ e nodo dei trasporti degli studenti non sciolto? 

Poi arriva lo ‘slancio autonomista’: “Tutto ciò premesso, il Governo della Regione siciliana conferma di operare secondo le disposizioni del Governo nazionale, con l’obiettivo di garantire lo svolgimento delle attività didattiche in presenza e in sicurezza, a partire da Lunedì 10 gennaio. Faranno eccezione, nel rispetto delle prerogative regionali, le ‘zone ad alta densità di contagi’ dichiarate con ordinanza del presidente della Regione, tenuto conto dell’andamento della pandemia, per le quali è prevista la facoltà di procedere con la didattica a distanza, previa ordinanza del sindaco e su conforme parere dell’autorità sanitaria. Vogliamo ribadire anche in questa sede il principio che abbiamo applicato fin dall’inizio della pandemia: diritto allo studio e diritto alla salute sono entrambi incomprimibili e vanno assicurati nel rispetto dei più giovani”. Da quello che si capisce in una quarantina di Comuni della nostra Isola di andrà con la Dad, negli altri 350 Comuni circa tutti a scuola lunedì prossimo. Possiamo scrivere quello che pensiamo? Premesso che non la pensiamo come il Ministro Bianchi, che evidentemente non si aspettava il ritorno della pandemia, noi abbiamo sempre scritto, quando in tanti, nella Primavera e nell’Estate dello scorso anno, dicevano e scrivevano “Il vaccino funziona” e bla bla bla, che la verità sulla pandemia sarebbe emersa con l’arrivo dell’Inverno, tra Dicembre e Gennaio. I fatti ci stanno dando ragione. Quanto alla scuola, non possiamo che augurarci che la crescita dei contagi e dei ricoveri si fermi, anche se siamo un po’ pessimisti. In ogni caso, considerato che il Governo Draghi non ha affrontato e risolto due problemi cruciali nella scuola al tempo del Covid – le cosiddette ‘classi pollaio’ (leggere classi con troppi alunni) e i mezzi di trasporto affollati da studenti – la scelta del Governo Draghi ci sembra un po’ azzardata. Speriamo di non ritrovarci davanti ai banchi con le rotelle atto II…

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