Sorpresa: in Inghilterra il 90% dei ricoverati in terapia intensiva è vaccinato

5 gennaio 2022

Ma già il grecista e latinista Boris Johnson – microbiologo d’ufficio – ha trovato la spiegazione: non hanno fatto la terza dose booster… Quindi due dosi di vaccino in un anno non bastano più! Ci vuole il “richiamo”. E le multinazionali farmaceutiche ammuccano!

Passata la ‘moda’ dei vaccini AstraZeneca, Johnson&Johnson e a vettore virale, tocca adesso al booster. Quanto deve durare ancora questa sceneggiata voluta dalle multinazionali?

Ma già il grecista e latinista Boris Johnson – microbiologo d’ufficio – ha trovato la spiegazione: non hanno fatto la terza dose booster… Quindi due dosi di vaccino in un anno non bastano più! E le multinazionali farmaceutiche ammuccano!

Ogni tanto qualche verità sui ‘meravigliosi’ vaccini anti-Covid viene fuori. La notizia arriva dall’Inghilterra e viene ripresa dall‘ANSA: “Il premier Boris Johnson ha affermato che ‘fino al 90%’ delle persone attualmente ricoverate in terapia intensiva per il Covid negli ospedali britannici non hanno ricevuto la terza dose di vaccino e ha quindi esortato ancora una volta i cittadini a sottoporsi al ‘booster’. Parlando ai giornalisti, il primo ministro ha aggiunto che ci sono 2,4 milioni di persone che si sono sottoposte a due dosi ma non hanno fatto il richiamo, pur essendo idonee, e che è proprio questa categoria la più esposta ai ricoveri”. Quindi, in Inghilterra, con due dosi di vaccino anti-Covid si rischia di finire in terapia intensiva. Ma il vaccino anti-Covid non protegge dai casi gravi di malattia? A quanto pare no, ci vuole la terza dose. Anzi, il ‘booster’. Per la cronaca, la dose booster è una dose di richiamo (questa la traduzione dall’inglese) che viene somministrata dopo un periodo prestabilito dalla conclusione del ciclo vaccinale, al fine di mantenere nel tempo un adeguato livello di risposta immunitaria. Come fa il latinista e grecista Boris Johnson a sapere che la dose booster dà la protezione contro la variante Omicron? Mistero. Ma ormai l’abbiamo capito come funziona il gioco: intanto ti dicono che ti tutela dalla variante Omicron e da qualche altra variante che passa e – come si usa dire in Sicilia – comu finisci si cunta

Passata la ‘moda’ dei vaccini AstraZeneca, Johnson&Johnson e a vettore virale, tocca adesso al booster. Quanto deve durare ancora questa sceneggiata voluta dalle multinazionali?

Ormai il detto siciliano comu finisc si cunta è diventato l’unità di misura di questo vaccino anti-Covid. Ricordate il vaccino AstraZeneca? Era ottimo e abbondante. Poi sono cominciati i decessi: ma andava bene lo stesso, perché i “benefici – dicevano – sono maggiori dei rischi”. A un certo punto il vaccino AstraZeneca è sparito. Se andava bene perché è sparito? Andava bene o non andava bene? E coloro i quali hanno perso la vita? E che dire del vaccino anti-Covid Janssen o Johnson&Johnson? Anche questo andava benissimo: andava tanto bene che è stato ritirato. Spariti anche i vaccini anti-Covid a vettore virale. Andavano tutti bene, ma sono stati tutti ritirati. Ora va bene il booster, acclamato in queste ore dal grecista e latinista Boris Johnson come l’elisir di lunga vita del momento. Come dice il filosofo marxista Diego Fusaro, la salvezza, contro il Covid, è sempre una dose di vaccino più in là… L’importante è che le multinazionali farmaceutiche ammucchino… Intanto, pronto accomodo, nel Paese governato dal Boris Johnson il 90% dei ricoverati in terapia intensiva ha due dosi di vaccino anti-Covid, ma un c’abbastaru. Si vede che non è Italia dove – dicono – a finire in ospedale sono solo i non vaccinati…

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