Il grano al glifosato? Fa male alla salute, ma produce affari d’oro per industrie, multinazionali industriali e farmaceutiche

21 dicembre 2021
  • In questo articolo proveremo a illustrare che il grano cattivo fa male alla salute, ma va ad arricchire industrie e multinazionali
  • In Africa non si portano a tavola i derivati del grano al glifosato, nell’Unione europea sì: gli africani, in fatto di cibo e salute, sono più avanti di noi 
  • Il glifosato al posto del Sole
  • Ciò che fa male alla salute fa guadagnare un sacco di soldi agi industriali e alle stesse multinazionali farmaceutiche che piazzano più medicine. Vi sembra poco? 

In questo articolo proveremo a illustrare che il grano cattivo fa male alla salute, ma va ad arricchire industrie e multinazionali

Oggi, con i cambiamenti climatici in corso che hanno ridotto la produzione mondiale di grano, ci sono Paesi dell’Africa che acquistano grano – soprattutto grano duro – anche a prezzi elevati. Per noi non è una novità. Già quattro anni fa noi de I Nuovi Vespri raccontavamo che i Governi di alcuni Paesi africani sono più lungimiranti dei Governi dell’Unione europea e dell’Italia. Infatti, mentre in Africa non vogliono nemmeno sentire parlare del grano canadese a acquistano grano duro da mezzo mondo, compreso da Sicilia e Puglia, in Italia i nostri amati governanti fanno mangiare ai propri cittadini grano che arriva da Paesi del mondo dove questo cereale viene fatto maturare artificialmente a colpi di glifosato, l’erbicida più noto al mondo che, notoriamente, non fa proprio bene alla nostra salute. Quest’anno magari un po’ meno, perché la siccità e, in generale, i cambiamenti climatici hanno ridotto la produzione di grano in tante are del mondo, dal Canada agli Stati Uniti, fino alla Russia. Tra l’altro, il grano estero che arriva in Italia, oltre a contenere residui di glifosato se è stato coltivato nelle aree umide e fredde, sconta un altro problema: l’eventuale presenza di micotossine DON se è stato stoccato in ambienti umidi (per esempio, le navi prive di impianti per la crio-conservazione del grano).

In Africa non si portano a tavola i derivati del grano al glifosato, nell’Unione europea sì: gli africani, in fatto di cibo e salute, sono più avanti di noi 

Quello che vogliamo raccontare a chi ci segue è che i Governi dei Paesi dell’Africa, in materia di grano – con riferimento soprattutto a Marocco, Tunisia e Algeria – sono molto più attenti dei Governi dell’Unione europea. In Africa i Governi tutelano la salute dei cittadini, nell’Unione europea si tutelano invece gli interessi delle multinazionali. Proviamo a raccontare come stanno le cose. E’ noto che in tanti Paesi del Nord Africa il cus cus, se non è ovunque il piatto nazionale, è di certo un cibo, a base di cereali, molto diffuso. Ebbene, mentre l’Italia, ad esempio, per produrre la pasta industriale continua a importare grano da dove capita (e lo sta facendo anche quest’anno), in Nord Africa si rifiutano di preparare il cus cus con la semola di grano che contiene glifosato e micotossine DON. Così importano il grano duro da Paesi dove il grano matura naturalmente, con il sole, come, ad esempio, il grano duro siciliano e pugliese.
Proviamo a sintetizzare cosa combinano nei Paesi freddi e umidi dove il grano non dovrebbe essere coltivato. In questi Paesi succede che, al momento della raccolta del grano, il clima sia freddo e, qualche volta, c’è anche la neve. Cosa fanno, allora? Irrorano gli immensi campi di grano con il glifosato, un erbicida conosciuto anche come “Seccatutto”. Il glifosato va utilizzato – se proprio non se ne può fare a meno – in pre-semina, cioè prima di seminare il grano per eliminare le erbe infestanti che ostacolano la crescita della pianta di grano (in realtà, se si utilizzano particolari varietà di grano molto competitive con le erbe infestanti, ebbene, sono queste ultime ad avere la peggio: ed è quello che si fa quando si coltiva il grano in biologico: ma questa è un’altra storia).

Il glifosato al posto del Sole

Tornando al glifosato, nei Paesi freddi e umidi dove il sole non batte quasi mai, utilizzano il glisofato per far maturare artificialmente il grano. Una volta irrorate le immense distese di grano, la pianta secca e il grano viene raccolto. In queste zone fredde e umide il glifosato viene utilizzato quando la pianta di grano non ha raggiunto la maturazione e, di solito, contiene una quantità di proteine maggiori rispetto a una pianta di grano maturata al Sole. La quantità di proteine è una caratteristica che interessa le industrie che producono pasta, perché più proteico è il grano, meno le industrie spendono per seccare la pasta (per la cronaca, la pasta industriale è secca, anche se oggi non mancano le industrie che producono pasta fresca). Il problema è che il glifosato utilizzato in pre-raccolta, cioè poco prima della raccolta – come avviene appunto nei citati Paesi freddi e umidi – rimane nel grano e, di conseguenza, nelle semole, nelle farine, nella pasta, nel pane, nelle pizze e via continuando.

Ciò che fa male alla salute fa guadagnare un sacco di soldi agi industriali e alle stesse multinazionali farmaceutiche che piazzano più medicine. Vi sembra poco? 

Il glifosato fa male alla salute dell’uomo. Ci sono Paesi dove ci sono già state condanne con risarcimenti in favore di chi ha subito danni da glifosato; e ci sono altri paesi – come l’Unione europea – dove i limiti di glifosato presenti nel grano sono stati addirittura innalzati per consentire ai grani ‘maturati’ a colpi di glifosato di entrare nei Paesi della Ue, a cominciare dall’Italia che è uno dei maggiori produttori di pasta del mondo. Non è così in molti Paesi dell’Africa – e qui torniamo all’inizio del nostro racconto – dove i governi vogliono solo grano buono, maturato al sole, senza glifosato. Sono, questi Paesi, molto più attenti rispetto ai Paesi dell’Unione europea.
Perché l’Unione europea tiene questo comportamento? Abbiamo già detto degli interessi della grande industria della pasta che, con il grano molto proteico maturato artificialmente con il glisofato, risparmia sull’energia (oggi, con la bolletta elettrica alle stelle, tale esigenza è ancora più pressante). Ma c’è un’altra ragione. I Paesi con clima freddo e umido non saprebbero a chi vendere tutto il grano che producono a colpi di glifosato e hanno trovato nell’unione europea un cliente ‘affezionato’. In cambio, però, le multinazionali che operano nell’industria e nei servizi vanno a fare business nei Paesi che esportano grano al glifosato. Il tutto sulla pelle degli ignari cittadini, che mangiano derivati del grano con residui di glifosato. Così aumentano le malattie – soprattutto le malattie croniche – che sono il rande business di altre multinazionali, ovvero delle multinazionali farmaceutiche. Più grano al glifosato, più affari per le multinazionali che operano nell’industria e nei servizi, più affari per le multinazionali farmaceutiche. E il cerchio si chiude…

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