La Regione siciliana sostenga gli agricoltori nell’acquisto di sementi e fertilizzanti nel nome dell’emergenza pioggia

12 dicembre 2021
  • La Regione siciliana non può restare a guardare
  • Uno scenario confuso
  • La Russia sta aiutando i propri agricoltori. Lo faccia anche il Governo della Sicilia 
  • In ‘rallentamento’ i prezzi del grano nel mercato internazionale
  • La questione dell’olio di palma sollevata dalla Ue
  • Grandi acquisti di grano della Cina in Francia
  • Uno sguardo sul mondo 

La Regione siciliana non può restare a guardare

Oggi nel nostro consueto appuntamento di fine settimana sull’andamento del mercato del grano vogliamo partire dalla Sicilia. Dove le piogge da oltre due mesi tormentano le campagne e le infrastrutture abbandonate. Ieri nel Trapanese si è letteralmente sbriciolato un ponte che collega Castellammare del Golfo con Alcamo. Inutile cercare le responsabilità: l’Unione europea pre-Covid ha ‘strozzato’ finanziariamente l’Italia con le ‘rate’ del debito pubblico truffaldino, il Governo italiano, a propria volta, ha drenato i soldi a Regioni, Province e Comuni, l’Anas si occupa principalmente delle strade del Nord Italia, così nessuno si occupa di strade e ponti della Sicilia che vanno lentamente in malora. Le piogge incessanti degli ultimi tempi stanno solo accelerando il collasso di tante infrastrutture (ma anche di tanti edifici che, complici le piogge insistenti, cominciano a sbriciolarsi). Tornando all’agricoltura leggiamo un post di Agostino Cascio, agricoltore del Nisseno, un vecchio socialista che ama dire le cose per come stanno: “La canzone recita: ‘La pioggia non bagna il nostro amore’ ❤. Però così… non si raccolgono le olive, non si semina alcun seme di grano, orzo perlato, ceci, fave, cicerchia, girasole, pisello… erbe migliorativi del terreno”. Insomma, come scriviamo spesso da qualche tempo a questa parte, le piogge hanno bloccato l’agricoltura siciliana. La politica della nostra Isola ha contezza di quello che sta succedendo e che potrebbe succedere, dal momento che le piogge non mollano la presa?

Uno scenario confuso

Lo scenario è un po’ confuso ed è caratterizzato dalle piogge che danneggiano il grano là dove è in corso la raccolta (Australia) e dove si deve seminare (Sicilia). Da quello che abbiamo capito, il grano che è stato travolto dalla pioggia in fase di raccolta (il grano francese con l’inondazione dello scorso Luglio e il grano australiano con le piogge di questi giorni) non sta incontrando particolari difficoltà di mercato, nel senso che gli acquirenti non mancano, e tra questi acquirenti non ci sono retro-pensieri sulla possibile presenza di micotossine (è noto, infatti, che il grano umido facilita lo sviluppo di particolari funghi che producono le micotossine). Insomma, è destino che qualche problema il grano lo deve avere: se non è la presenza di glifosato (un erbicida utilizzato in fase di raccolta non per eliminare le malerbe ma per indurre la maturazione artificiale del grano), sono le micotossine che si possono presentare in un grano umido. Ma siccome la produzione mondiale del grano ha subito un tracollo, gli acquirenti, come dire?, sono di bocca buona e acquistano tutto. Cosa faranno arrivare sulle nostre tavole? Sarà interessante capire, per esempio, con quale grano lavoreranno il prossimo anno le industrie della pasta.

La Russia sta aiutando i propri agricoltori. Lo faccia anche il Governo della Sicilia 

In Russia dove il clima ha ridotto la produzione di grano – e dove il Governo di Putin ha a propria volta ridotto le esportazioni di grano per tutelare le riserve (questo ci deve fare riflettere sul fatto che, con i cambiamenti climatici, chi ha sale in zucca sta mettendo nel conto il possibile arrivo di carestie) – lo stesso Governo sta aiutando gli agricoltori agevolandoli nella semina e nella fornitura di fertilizzanti. In Sicilia, in questo momento, seminare il grano è un doppio problema: è impossibile accedere in tanti terreni agricoli tra strade provinciali in pessime condizioni, strade interpoderali allagate e fondi altrettanto allagati; a questo primo problema sene aggiunge un secondo: il costo delle sementi che è quasi raddoppiato e il costo dei fertilizzanti che è più che raddoppiato. Il Movimento Terra è Vita, Cosimo Gioia e altri agricoltori hanno chiesto alla politica interventi concreti (come potete leggere qui). La Regione siciliana, nel nome dell’emergenza che si è creata, con l’accordo di Stato e Unione europea, potrebbe rivedere il PSR per abbattere drasticamente i costi di sementi e fertilizzanti. E’ impensabile che gli agricoltori debbano caricarsi da soli il rischio del costo delle sementi, per una semina che potrebbe essere dai capricci del clima. Tra l’altro, per tante aziende agricole siciliane che producono grano sono i commercianti che anticipano i costi delle sementi e non sappiamo se, nelle attuali condizioni, sono disposti a rischiare. La Regione deve intervenire perché si rischia di vedere ridotta drasticamente la produzione di grano: cosa che potrebbe avvenire comunque se continuerà a piovere, ma se si apriranno spiragli per le semine è bene che la Regione ci sia.

In ‘rallentamento’ i prezzi del grano nel mercato internazionale

Diamo ora uno sguardo all’andamento del mercato del grano internazionale. Lo lo facciamo grazie al prezioso lavoro di Sandro Puglisi (questo fine settimana non sarà con noi Mario Pagliaro). Dagli Stati Uniti, la settimana che si è concluda, è venuto fuori il rapporto WASDE dell’USDA (Dipartimento agricoltura statunitense) che, osserva Puglisi, “in genere non è mai stato famoso per aver scosso i prezzi del grano”. Tuttavia, i dati di questi ultimi giorni hanno intaccato i prezzi del grano, “poiché hanno mostrato scorte finali più elevate e un previsto calo delle esportazioni statunitensi. Pertanto, i futures sul grano CBOT sono crollati del 2,23%. KC HRW è sceso dell’1,91%. Il grano primaverile MPLS ha perso l’1,26%. La stessa sorte è stata risparmiata al mais e alla soia. In effetti, i prezzi del mais sono aumentati dello 0,77%. I prezzi della soia sono aumentati dello 0,28%. I prezzi della farina di soia hanno guadagnato lo 0,70%. L’olio di soia è sceso dell’1,26%, nel frattempo”. Insomma, c’è stato un rallentamento. “I prezzi – scrive Puglisi – sono sotto pressione poiché il traffico aereo nazionale cinese sta vacillando a causa di una politica zero-COVID che ha portato a regole di viaggio più severe a Pechino e a una fiducia dei consumatori più debole dopo ripetute piccole epidemie”. Il ritorno della pandemia si fa sentire, soprattutto nei Paesi ce hanno adottato la strategia vaccinale – per esempio Stati Uniti e Unione europea – dove i casi di Covid, invece di essere diminuiti, sono in aumento (basta scrivere su google le parole “Covid Europa” per avere il quadro della situazione Covid nel mondo con una fotografia he compare sulla destra). Anche perché uno studio giapponese che mostra che Omicron è più di quattro volte più trasmissibile della variante Delta. cosa, questa, che complica ulteriormente lo scenario economico mondiale.

La questione dell’olio di palma sollevata dalla Ue

In tutto questo bailamme provocato da una pandemia che ha rialzato la testa l’Agenzia di rating Fitch ha declassato gli sviluppatori immobiliari China Evergrande Group e Kaisa Group. Motivo: sarebbero inadempienti sulle obbligazioni offshore. “Ciò – scrive Puglisi – ha rafforzato i timori di un potenziale rallentamento del settore immobiliare cinese, nonché dell’economia in generale del più grande importatore di petrolio al mondo. Anche un dollaro più forte, in rialzo rispetto ai dati sull’inflazione degli Stati Uniti previsti per Venerdì, ha pesato sui prezzi del petrolio”. C’è anche un problema legato al contestato olio di palma. “In base alla direttiva dell’UE sulle energie rinnovabili – scrive Puglisi – i combustibili a base di olio di palma saranno gradualmente eliminati entro il 2030, poiché l’olio di palma è stato classificato come causa di eccessiva deforestazione. Una mossa che ha sollevato proteste da parte dei due maggiori produttori mondiali di olio di palma, Malaysia e Indonesia. Si prevede che le importazioni di olio di palma nell’UE diminuiranno a 4,0 milioni di tonnellate entro il 2031 da 6,5 ​​milioni di tonnellate nel 2021, con la maggior parte della diminuzione attribuita al calo della domanda di biodiesel”. Così almeno prevede la Commissione europea. L’UE dovrebbe rimanere un importatore netto di biocarburanti, ma è probabile che anche le importazioni di biodiesel siano limitate da dazi compensativi sulle importazioni dall’Argentina e dall’Indonesia”.

Grandi acquisti di grano della Cina in Francia

“Gli acquirenti cinesi – scrive Sandro Puglisi – hanno fatto grandi acquisti di #grano e orzo #francese insieme a #mais e #orzo #ucraino nell’ultima settimana. Alcune fonti, infatti, hanno detto che gli importatori avevano assicurato diverse centinaia di migliaia di tonnellate di #grano da #Francia e #Ucraina. Per quanto riguarda il grano francese, gli acquirenti hanno prenotato da sei a 10 navi, o potenzialmente fino a 600.000 tonnellate, per spedizioni principalmente tra Gennaio e Marzo. Di conseguenza, queste ultime vendite porterebbero le #esportazioni cumulative di grano francese verso la #Cina nel 2021/22 a 2 milioni di tonnellate, superando già i grandi volumi delle ultime due stagioni. Inoltre, circa quattro imbarcazioni di orzo francese, si ritiene siano state prenotate per la spedizione principalmente tra luglio-agosto del prossimo anno. Lo shopping #cinese in Ucraina, si ritiene consista di circa 10 carichi di orzo ucraino, per #spedizione principalmente tra luglio e agosto del prossimo anno, anche se alcuni detti acquisti potrebbero essere offerte facoltative che possono essere fornite da entrambi i paesi, Francia e Ucraina. Per quanto riguarda il mais, gli acquirenti cinesi hanno ordinato carichi dall’Ucraina per la spedizione Gennaio-aprile. Le stime del volume variavano da più a 10 o più carichi, probabilmente un volume complessivo fino a 1 milione di tonnellate. I commercianti hanno stimato i prezzi del mais ucraino per la spedizione gennaio-febbraio in Cina questa settimana a circa 270-273 dollari la tonnellata, gratis a bordo. I commercianti stimano che l’Ucraina potrebbe spedire fino a 5 milioni di tonnellate di mais in Cina. Infine, si ritiene che la Cina stia facendo grandi acquisti di grano anche dall’#Australia.

Uno sguardo sul mondo 

Tornando al grano nel mondo, l’USDA ha aumentato la previsione di consumo di grano di 2,38 MMT a 278,18 MMT. Tale previsione è influenzata dall’aumento della produzione di grano in Australia. La scorsa settimana i prezzi del grano in Europa hanno registrato una ‘frenata’ in attesa del rapporto dell’USDA. Puglisi, però, scrive che in Cina si registra un aumento dell’uso del grano come ingrediente per mangimi. Se la Cina dovesse decidere acquisti massicci di grano nel mercato internazionale la situazione potrebbe mutare (in ragione, naturalmente, delle quantità di grano che la Cina acquisterebbe. Sempre Puglisi ci informa che in Australia “piogge più sparse hanno attraversato il NSW meridionale e parti del Victoria interrompendo il raccolto”. Insomma, non c’è solo l’agricoltura della Sicilia ad avere problemi con le piogge. In Argentina Rosario Grains Exchange “prevede che la produzione di grano 2021/22 del paese a 22,09 MMT, che è dell’8,3% al di sopra delle sue stime precedenti”. In pratica, un aumento della produzione. FranceAgrimer ha pubblicato la sua nuova stima sull’andamento del mercato in Francia: si prevede un aumento delle scorte finali ed esportazioni più deboli del previsto. Le previsioni per l’Unione europea raccontano di un aumento del consumo interno e degli usi industriali. L’erosione dei margini, le restrizioni alla raccolta legate alla pandemia, i focolai di malattie degli animali e il rallentamento della domanda nei mercati di esportazione della carne dovrebbero ridurre, nel 2022, l’uso di alimenti e cereali per mangimi nell’anno. Puglisi scrive che in Ucraina i timori per un clima troppo secco sono stati fugati da piogge e neve che stanno almeno parzialmente ricostituendo le riserve idriche di questo Paese. La Russia registra “uno spettacolare calo delle temperature, soprattutto a Mosca, ma con temperature molto più miti nel sud del Paese dove sono maggiormente presenti le colture invernali”. L’Australia, come già ricordato, fa i conti con le piogge. E le piogge continuano a creare problemi in Canada. Nel complesso, il Canada dovrebbe ridurre le esportazioni di grano.

 

Foto tratta da Trapani Sì

 

 

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