Brutte notizie dal mondo scientifico: la variante Omicron potrebbe essere una “pandemia 2.0”

10 dicembre 2021
  • Lo afferma  Eric Feigl-Ding, componente anziano della Federation of American Scientists, in un articolo pubblicato da METRO, il quotidiano cartaceo più diffuso nel Regno Unito  
  • Non mancano le repliche degli esponenti delle multinazionali farmaceutiche, che rilanciano, tanto per cambiare, i vaccini anti-Covid
  • Il Regno Unito torna alle restrizioni: con molta probabilità, mascherine obbligatorie in tutti i luoghi al chiuso, comprese scuole e pub, e i check-in sull’app NHS Covid
  • Il Regno Unito torna alle restrizioni: con molta probabilità, mascherine obbligatorie in tutti i luoghi al chiuso, comprese scuole e pub, e i check-in sull’app NHS Covid

Lo afferma  Eric Feigl-Ding, componente anziano della Federation of American Scientists, in un articolo pubblicato da METRO, il quotidiano cartaceo più diffuso nel Regno Unito  

Brutte notizie sulla variante Omicron arrivano dal mondo scientifico internazionale. Eric Feigl-Ding, componente anziano della Federation of American Scientists, dice a chiare lettere che il mondo potrebbe essere davanti a una “pandemia 2.0”. La notizia la leggiamo su METRO, il più diffuso quotidiano cartaceo del Regno Unito. Lo scienziato americano intervenendo sulla sulla piattaforma podcast Conversation Six ha affermato che gli atteggiamenti nei confronti della nuova variante del virus SARS-COV-2 sono stati fino ad oggi “troppo rilassati”, nonostante il suo “mix di mutazioni di Frankenstein” la renda più trasmissibile. Le parole utilizzate dallo scienziato americano fanno un po’ paura: “Ho la sensazione che siamo nella fase di negazione di una pandemia 2.0…⁣ ⁣Dove le persone, un po’ come dall’inizio di Gennaio a metà Marzo 2020 si sono rifiutate, in quel momento, di credere che avremmo avuto un nuovo virus o qualsiasi virus che potesse diffondersi e causare una pandemia”. Feigl-Ding afferma che c’è stata “molta disinformazione sulla gravità della variante Omicron”. Sebbene sia più trasmissibile dei ceppi precedenti, si pensa che causi una malattia meno grave rispetto a Delta. Ma il dottor Feigl-Ding sottolinea che potrebbe ancora causare “un’enorme quantità di caos”, anche se le persone colpite dalla variante Omicron manifestano sintomi più lievi. “Delta – dice lo scienziato – era molto più grave del ceppo Wuhan originale, quindi anche se non è così grave come Delta può comunque causare un’enorme quantità di danni se è ‘mite’ come il ceppo Wuhan”.

Non mancano le repliche degli esponenti delle multinazionali farmaceutiche, che rilanciano, tanto per cambiare, i vaccini anti-Covid

Ovviamente, quando un grande giornale dà notizie no esattamente favorevoli ai vaccini anti-Covid arrivano subito le contro-dichiarazioni dei rappresentanti delle multinazionali farmaceutiche che producono e vengono i vaccini anti-Covid nel mondo. Così ecco la dichiarazione del dottor Stephen Hoge, presidente di Moderna. Il quale fa sapere che la sua società potrebbe aggiornare il suo attuale vaccino in circa due mesi e avere risultati clinici in circa tre mesi. sono in corso i test per verificare i richiami rafforzano il sistema immunitario consentendogli di respingere la variante Omicron. Di fatto, siamo nel piano di una sperimentazione. Superfluo aggiungere che i vertici delle multinazionali sono ottimisti. Ed è anche logico: avete mai sentito un oste che parla male del proprio vino? Per l’oste, ovviamente, il vino che rifila ai propri clienti non può che essere buono…

Il Regno Unito torna alle restrizioni: con molta probabilità, mascherine obbligatorie in tutti i luoghi al chiuso, comprese scuole e pub, e i check-in sull’app NHS Covid

Di fatto, nonostante i vaccini anti-Covid, la situazione, in Europa, si aggrava di giorno in giorno. In Inghilterra – dove il primo Ministro Boris Johnson aveva eliminato tutte le restrizioni – dopo un abbassamento dei contagi registrato a Novembre, la situazione va diventando sempre più complicata. Oggi i contagi superano i 42 mila al giorno e non ci sono notizie precise sui ricoverati. La tesi ufficiale è che la maggioranza dei ricoverati siano non vaccinati. Ma è una tesi che non riscuote molta credibilità, sia perché in questo Paese il numero di vaccinati è elevato, sia perché, se fosse così, non avrebbe molto senso il ritorno delle restrizioni. Sempre su METRO, infatti, leggiamo che il premier Johnson avrebbe già pronto “Piano B”, ovvero il ritorno delle mascherine nella maggior parte degli ambienti interni e passaporti vaccinali per grandi eventi. basteranno queste restrizioni? Il professor Andrew Hayward, esponente del principale gruppo di consulenza scientifica di No10, SAGE, ha avvertito che il Regno Unito potrebbe “aver bisogno di restrizioni molto più severe”. E ha aggiunto che se “Piano B rallenta la diffusione del super-ceppo”, le misure “non invertono” l’incombente ondata di casi e ricoveri. E allora? Insomma non si escludono misure più drastiche: per esempio, mascherine obbligatorie in tutti i luoghi al chiuso, comprese scuole e pub, e i check-in sull’app NHS Covid.

Il Regno Unito è stato la prova generale del vaccino anti-Covid in tutta l’Europa: via tutte le restrizioni e fiducia massima nel vaccino delle multinazionali farmaceutiche che avrebbe ridotto drasticamente, se non eliminato, i ricoveri per i vaccinati. Il ritorno delle restrizioni significa che la strategia ‘vaccinista’ di Boris Johnson non sta funzionando

Brutte notizia arrivano anche da Israele, Paese con poco meno di 10 milioni di abitanti con un grande numero di vaccinati con la terza dose. dove i contagi, provocati dalla variante Omicron, sono in risalita. Il ministero della Salute ha spiegato che sono 106 i pazienti Covid ricoverati in gravi condizioni negli ospedali israeliani, 61 sono sottoposti a ventilazione. Il ministero della Salute ha spiegato che sono 106 i pazienti Covid ricoverati in gravi condizioni negli ospedali israeliani, 61 sono sottoposti a ventilazione. “Il Ministero della Salute – leggiamo in un articolo di Adnronos – ha spiegato che sono 106 i pazienti Covid ricoverati in gravi condizioni negli ospedali israeliani, 61 sono sottoposti a ventilazione”. Sulla rete leggiamo tanti commenti – con molta probabilità di persone che non si sono vaccinate contro il Covid – che sostengono, prendendo ad esempio Israele, che il vaccino anti-Covid non funziona. Non è così. Intanto quello che viene presentato come vaccino anti-Covid non dà immunità, tant’è vero che i vaccinati possono anche infettarsi; il vaccino anti-Covid tutela dalle forme gravi del Covid; in sostanza è una terapia preventiva che, però, funziona per cinque-sei mesi e – soprattutto – non funziona in presenza di alcune varianti. Per quello che leggiamo sul Regno Unito e su Israele, ebbene, non sembra che da quelle parti il vaccino anti-Covid funzioni molto bene. In ogni caso, in questa fase è presto per esprimere giudizi. Un fatto è certo, però: le cose, in Europa, sul fronte della lotta al Covid con i vaccini, non vanno affatto bene. Il Regno Unito che torna alle restrizioni è una bruttissima notizia per tutta l’Europa. Il Regno Unito è stata la prova generale del vaccino anti-Covid: via tutte le restrizioni e fiducia massima nel vaccino anti-Covid che dovrebbe bloccare – o forse avrebbe dovuto bloccare – i ricoveri. Se il Regno Unito torna alle restrizioni è evidente che la strategia non sta funzionando.

Foto tratta da Quotidiano nazionale   

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