Con la nuova ordinanza anti-Covid del presidente Musumeci la Sicilia va indietro come i gamberi in un clima di confusione

1 dicembre 2021
  • Bisogna cominciare ad ammetterlo: nonostante la campagna di vaccinazione – ancora oggi celebrata come elisir di lunga vita – invece di andare avanti stiamo andando indietro come i gamberi
  • Il Governo Musumeci, oltre che occuparsi di quello che potrebbe arrivare da fuori, dovrebbe dare un’occhiata a quello che succede in Sicilia, soprattutto nella sua città, Catania… 
  • Circa 2 mila turisti  in Sicilia da Malta per il  week end del Black Friday. Tutti vaccinati o con il Green pass?

Bisogna cominciare ad ammetterlo: nonostante la campagna di vaccinazione – ancora oggi celebrata come elisir di lunga vita – invece di andare avanti stiamo andando indietro come i gamberi

In un clima di confusione il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha firmato un’ordinanza che, per le restrizioni che prevede, contraddice in pieno le certezze che la vaccinazione anti-Covid dovrebbe assicurare. L’aspetto più tragicomico di questa atmosfera sinistra che sa tanto di pre-lockdown è il ritorno della mascherina all’aperto. Di fatto, con la campagna vaccinale, invece di andare avanti si torna indietro come i gamberi. Altra contraddizione: le mascherine all’aperto dovranno essere indossate dai 12 anni in su. Quindi sotto i 12 anni non c’è pericolo di prendere il Covid? E allora perché vaccinare i bambini da 5 a 11 anni? La verità – lo ribadiamo – è che siamo governati da personaggi che non sanno nemmeno loro ciò che debbono fare. In Sicilia come a Roma. Dove, in poche ore, due Ministri stabiliscono che a scuola si va in Dad (Didattica a distanza) con un contagiato in classe per poi essere smentiti. Con i presidi che, tra una dichiarazione e l’altra, si trovano ad affrontare una situazione sempre più complessa. Confusione, su confusione, su confusione. Ci sono anche le immancabili restrizioni ‘natalizie’ per chi arriva in aereo dal Sudafrica, dall’Egitto, dalla Turchia e da Israele. E i tamponi molecolari per i migranti. Tampone obbligatorio nei porti e negli aeroporti siciliani ai passeggeri che arrivano dalla Repubblica del Sudafrica, Botswana, Hong Kong, Stato d’Israele, Repubblica Araba di Egitto e Repubblica di Turchia. Per ora i controlli – almeno sulla carta – sono previsti per chi proviene da Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Malta, Portogallo, Spagna, Francia, Grecia, Paesi Bassi. E anche per chi nei 14 giorni precedenti è stato in questi Paesi (ci piacerebbe capire chi è che effettuerà tali controlli).

Il Governo Musumeci, oltre che occuparsi di quello che potrebbe arrivare da fuori, dovrebbe dare un’occhiata a quello che succede in Sicilia, soprattutto nella sua città, Catania… 

Mentre il Governo siciliano si preoccupa per chi arriverà da fuori (a Natale, è noto, gli emigrati siciliani che, grazie alla politica coloniale italiana di stampo sabaudo, sono tornati ad essere tantissimi, tornano per stare con i familiari, biglietti aere permettendo, visto che costano un occhio della testa, dal momento che il Governo nazionale non ha fatto una mazza per evitare che le compagnie aree non si faccino i ‘bagni’ con gli emigrati siciliani da ‘spennare’), dentro la Sicilia avvengono scene che non sono meno tragicomiche delle restrizioni introdotte nei cinque articoli dell’ordinanza ‘entropica’ del presidente Musumeci. A voi un passaggio di un articolo pubblicato oggi dal quotidiano La Sicilia: “Folla e follia al parco commerciale Centro Sicilia di Catania Misterbianco per l’apertura nella galleria dello store Primark, marchio irlandese specializzato nella vendita di abbigliamento low cost. Oggi era in programma l’inaugurazione del nuovo negozio e come era prevedibile si sono formate lunghissime code per entrare e scatenarsi nello shopping. Una folla incredibile è accorsa nel centro commerciale dove gli addetti hanno faticato non poco per tenere a bada i clienti che non hanno certamente potuto tenere la distanza raccomandata dalle misure anti-Covid e che si sono messi in fila dotati di mascherine ma comunque appiccicati l’uno all’altro. Gli ingressi al negozio sono stati contingentati e sono stati allestiti dei ticket per mettere ordine, la gente accorsa era veramente tanta. Le immagini hanno fatto il giro dei social network e non sono mancante le polemiche degli utenti per le scene a cui si è assistito in una città (Catania appunto), che ha il record di contagi da Covid in Sicilia da diverso tempo. E anche per l’assenza di controlli sul Green pass in una situazione di incredibile affollamento, quando poi magari si deve esibire per sedersi compostamente in una ristorante” (qui per esteso l’articolo de La Sicilia con le immagini della ressa che stanno facendo il giro della rete).

Circa 2 mila turisti  in Sicilia da Malta per il  week end del Black Friday. Tutti vaccinati o con il Green pass?

Sempre su La Sicilia leggiamo un’altra notizia interessante: “La compagnia di navigazione Virtu Ferries, che gestisce la tratta Sicilia – Malta da quasi 35 anni, ha trasportato oltre 2.000 persone verso la Sicilia per il week end del Black Friday. Sono stati numerosissimi infatti i maltesi che hanno deciso di venire in Sicilia per approfittare degli sconti e di trascorrere un giorno all’insegna dello shopping nei vari Centri commerciali. Sono state tantissime anche le altre persone che hanno scelto un fine settimana in Sicilia tra acquisti natalizi e un po’ di relax”. Benissimo per l’economia siciliana. Solo una domanda: siccome a Malta i contagi sono in crescita dal 30 Ottobre, i circa 2 ila turisti maltesi arrivati in Sicilia erano tutti vaccinati o muniti di Gren pass? Sono stati effettuati i controlli? Le gite da Malta continueranno per tutto il Natale? Così, presidente Musumeci, per capire… Che dire, infine? Che siamo perplessi. Perché il Governo di un Paese che ha vaccinato il 90% degli abitanti e che ricomincia con le restrizioni qualche domanda dovrebbe cominciare a porsela. Iddio non voglia, ma se finiamo di nuovo tutti a casa in zona rossa qualcuno dovrà spiegare e dovrà essere esaustivo, soprattutto in caso di eventuali danni all’economia.

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