Prosegue il fallimento politico delle ex Province siciliane: cittadini esclusi e politici che si votano tra di loro

25 novembre 2021
  • Il Governo Musumeci sancisce la fine della Democrazia nelle ex Province siciliane
  • Elezioni di secondo livello grottesche
  • Molto più serio, in assenza di partecipazione popolare, tornare ai primi anni ’60 del secolo passato, quando i presidenti delle ex Province erano nominati dal presidente della Regione

Il Governo Musumeci sancisce la fine della Democrazia nelle ex Province siciliane

Un comunicato stampa della Regione siciliana strombazza il “ritorno al voto nelle ex Province siciliane”. Assolutamente falso, visto dal punto di vista democratico, perché i cittadini sono stati fatti fuori. Sono infatti i politici dei Comuni – sindaci e consiglieri comunali – si si votano e si eleggono tra di loro. “Dopo oltre dieci anni si torna a votare, in Sicilia, per eleggere i rappresentanti delle ex Province”, si legge nel comunicato della Regione. Ma i rappresentanti d chi? Deli stessi politici? 2Dopo vari rinvii disposti dall’Ars – prosegue il comunicato – il Governo Musumeci ha fissato la data: si andrà alle urne il 22 Gennaio. Si tratta di consultazioni di ‘secondo livello’ per eleggere i Consigli metropolitani (a Palermo, Catania e Messina), i presidenti e i Consigli dei Liberi consorzi comunali (ad Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani). Il corpo elettorale è rappresentato dai sindaci e dai consiglieri comunali in carica. Si vota, un solo giorno, dalle 8 alle 22, mentre le operazioni di scrutinio avranno inizio il giorno successivo dalle 8″. Il Governo siciliano è molto ottimista e non mette nel conto che il 22 Gennaio prossimo, vista le fallimentari politiche sanitarie messe in atto in Italia contro il Covid per quella data ci potrebbero essere ‘novità’…

Elezioni di secondo livello grottesche

Il comunicato spiega quali sono gli organi da eleggere: “Nelle tre Città metropolitane, il Consiglio è composto, oltre che dal sindaco metropolitano (che di diritto è il primo cittadino del Comune capoluogo) da: 14 consiglieri (se la popolazione residente è fino a 800mila abitanti) o 18 consiglieri (se superiore). Altro organo è la Conferenza metropolitana, composta dai sindaci dei Comuni appartenenti alla Città metropolitana. Nei sei Liberi consorzi comunali devono essere eletti: il presidente e il Consiglio (10 componenti se popolazione fino a 300mila abitanti, 12 se fino a 700mila o 16 se superiore a 700mila). L’Assemblea è invece composta da tutti i sindaci dei Comuni del Libero consorzio”. Come potete notare i cittadini siciliani non eleggono il presidente della ex Provincia: non lo eleggono nel caso di Palermo, Catania e Messina, ribattezzate “Città Metropolitane” dalla fallimentare legge nazionale che porta il nome dell’e Ministro Graziano Delrio: in queste tre ex Province i presidenti sono i sindaci; nelle altre sei ex Province siciliane (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani ribattezzate Liberi consorzi in offesa allo Statuto siciliano i presidenti non li eleggono i cittadini, ma sindaci e consiglieri comunali. Di fatto, è la fine della democrazia nelle ex Province.

Molto più serio, in assenza di partecipazione popolare, tornare ai primi anni ’60 del secolo passato, quando i presidenti delle ex Province erano nominati dal presidente della Regione

Durata e decadenza. “Tutti i componenti durano in carica cinque anni, ma se un sindaco o un consigliere cessa dall’incarico avviene la decadenza immediata da qualsiasi carica ricoperta negli organi delle Città metropolitane o dei Liberi consorzi. In caso di rinnovo del Consiglio del Comune capoluogo della Città metropolitana si procede a nuove elezioni del Consiglio metropolitano entro sessanta giorni dalla proclamazione del nuovo sindaco”. Insomma, nelle ex Province e nei Comuni hanno trovato il modo di perdere atro tempo con continue elezioni. “Nelle tre Città metropolitane, – prosegue il comunicato – le elezioni verranno indette dal sindaci metropolitani; nei sei Liberi consorzi – in sede di prima applicazione – dal presidente della Regione, a regime dal presidente del Libero consorzio uscente. Gli uffici elettorali saranno costituiti nelle sedi degli enti di area vasta. Sono eleggibili a presidente del Libero consorzio i sindaci dei Comuni, a consiglieri delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi i sindaci e i consiglieri comunali. Sono candidabili: a presidente i soli sindaci, a consiglieri i sindaci e i consiglieri comunali. La presentazione delle liste deve avvenire tra le ore 8 del primo gennaio e le ore 12 del 2 gennaio 2022”. Fino al 1963 i presidenti delle Province siciliane li nominava il presidente della Regione. In assenza di partecipazione popolare sarebbe meglio tornare ai primi anni ’60 del secolo passato.

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