La strage di Bronte? Voluta dagli inglesi che impartirono gli ordini a Garibaldi. Il lavoro sporco lo fece Nino Bixio

23 novembre 2021
  • Ricordiamo che la strage di Bronte – eseguita dai garibaldini – nasce perché gli inglesi avevano derubato i contadini di queste contrade impedendogli di esercitare i secolari usi civici  
  • I contadini ridoti alla fame diedero luogo a proteste e contese. E vennero strumentalizzati da criminali che ne approfittarono per derubare gli inglesi per poi fuggire, facendo ricadere la responsabilità sugli abitanti di Bronte
  • Nino Bixio? Un garibaldino delinquente e assassino: pur sapendo che gli abitanti di Bronte che aveva fatto imprigionare non avevano nulla a che fare con gli attacchi e le ruberie a danno degli inglesi, li fece fucilare lo stesso per dare l’esempio 

Ricordiamo che la strage di Bronte – eseguita dai garibaldini – nasce perché gli inglesi avevano derubato i contadini di queste contrade impedendogli di esercitare i secolari usi civici  

A Bronte le operazioni per il ripristino degli usi civici e per la spartizione delle terre demaniali ai contadini, previsti dalla buona legislazione del Regno di Sicilia (e, successivamente, del Regno delle Due Sicilie), erano stati di fatto condizionati pesantemente nel 1799, allorché il Re Ferdinando aveva dato in donazione all’Ammiraglio inglese Orazio Nelson un vastissimo territorio, Maniace, gravato appunto di usi civici e trasformato in Ducea. Il titolare del Ducato era lo stesso Ammiraglio, neo-proprietario, che ovviamente era stato nominato Duca di Bronte. Un vero disastro, in particolare per i molti contadini e per i pastori nullatenenti di quell’importante area agricolo-silvo-pastorale, che nel tradizionale istituto degli usi civici avevano trovato e trovavano come vivere discretamente. Gli amministratori Inglesi della Ducea, invece, applicando arbitrariamente in Sicilia il diritto vigente nel Regno di Albione, ritenevano come inesistenti i gravami degli usi civici e tutto il corpo legislativo del Regno di Sicilia su quell’immensa azienda.

I contadini ridoti alla fame diedero luogo a proteste e contese. E vennero strumentalizzati da criminali che ne approfittarono per derubare gli inglesi per poi fuggire, facendo ricadere la responsabilità sugli abitanti di Bronte

I brontesi titolari di tanti diritti (pascolare, seminare, andare a caccia, fare legna, carbone, raccolte di frutti, ecc.) si ritrovarono, quindi, improvvisamente defraudati ed impoveriti. Diedero luogo, pertanto, ad una serie di proteste e di contese, anche giudiziarie, nei confronti della Ducea. Difficile, però, per i magistrati e per i funzionari del Regno fare applicare le leggi vigenti in materia ad una famiglia nobile che, anche dopo la morte dell’Ammiraglio, restava potentissima e… soprattutto Inglese… Gli amministratori della Ducea di Bronte, ben sapendo che l’Armata Garibaldina aveva operato ed operava quasi esclusivamente grazie alla protezione inglese, divennero ancora più arroganti e pretenziosi nei confronti dei contadini e dei pastori di Bronte. Era naturale che in questa loro azione scellerata fossero favoriti dalla sparuta minoranza di dipendenti privilegiati, di borghesi e di professionisti locali, che con l’amministrazione della Ducea di Bronte convivevano bene e ne traevano qualche utile particolare, anche se a danno della Comunità.

Nino Bixio? Un garibaldino delinquente e assassino: pur sapendo che gli abitanti di Bronte che aveva fatto imprigionare non avevano nulla a che fare con gli attacchi e le ruberie a danno degli inglesi, li fece fucilare lo stesso per dare l’esempio 

Si verificarono, pertanto… i primi grandi disordini, che sfociarono ben presto nella orrenda strage di avversari e di cittadini benestanti di Cappedda (ai Borghesi, cioè). Gli amministratori della Ducea misero subito in allarme tutti i Consoli Britannici in Sicilia, gli agenti ed i consiglieri Inglesi e lo stesso Garibaldi. Chiesero interventi severi ed immediati. Ne sarebbe andata di mezzo la credibilità dell’Eroe dei Due Mondi. Ed ecco che Garibaldi manda su Bronte, con i pieni poteri, Nino Bixio con la sua colonna. Si pretende giustizia sommaria, esemplare, immediata. Bixio voleva i responsabili del massacro, ad ogni costo… Bisognava salvare quantomeno la faccia. Si concordò allora, fra gli stessi Garibaldini e qualche collaborazionista, di fare cadere la maggiore responsabilità su un personaggio in vista per i propri sentimenti liberali e Sicilianisti, l’avvocato Nicolò Lombardo, colpevole di conoscere le leggi, i diritti ed i doveri di tutti anche in materia di usi civici e di avere difeso gli interessi della comunità. Con lui furono individuati altri quattro capri espiatori, compreso lo scemo del Paese. Altri cittadini, pastori e contadini, prevalentemente presi a caso, sarebbero stati arrestati e processati in un secondo tempo. In esecuzione della condanna a morte, emessa dopo un processo sommario, immediato e privo di un benché minimo elemento di legittimità, di serietà e di garanzia, celebrato dalle stesse autorità militari, il 10 agosto 1860, nei pressi della Chiesa di San Vito, l’avvocato Lombardo ed i suoi quattro compagni di sventura furono fucilati. Mentre centinaia di persone venivano deportate nelle varie carceri della provincia. Si voleva fare veramente giustizia? Nemmeno per sogno. Si voleva piuttosto dare un messaggio ai banditi ed agli assassini fino a quel momento fatti passare per ribelli (di comodo). Nello stesso tempo si mandava una minaccia ai veri contestatori dell’occupazione della Sicilia che niente avevano a che fare con i primi, per dire che le cose erano ormai cambiate. Ed agli Inglesi si poteva così dimostrare che i rispettivi interessi sarebbero stati tutelati dai Garibaldini nel migliore dei modi.

Giuseppe Scianò … e ne mese di maggio del 1860 la Sicilia diventò Colonia!

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