Le patatine fritte (con olio di semi) sono più salutari di un cucchiaio di olio d’oliva extra vergine! Lo dice l’Europa con il Nutriscore…

18 novembre 2021
  • Pur di accreditare il food di Francia, Belgio, Paesi Bassi e Germania hanno stabilito che l’olio extra vergine di oliva è un grasso che danneggia il nostro organismo. Con la Ue siamo al capovolgimento delle conoscenze dietetiche e alimentari!
  • La logica è sempre la stessa: le multinazionali del food non possono lavorare con l’olio extra vergine di oliva che è un prodotto di qualità e costa troppo. Quindi l’olio extra vergine di oliva va denigrato!
  • La verità è che l’Europa mediterranea dovrebbe cominciare a interrogarsi. Per capire se è ancora il caso di restare dentro un’Unione europea dove a dettare legge è l’Europa del Nord in combutta con le multinazionali

Pur di accreditare il food di Francia, Belgio, Paesi Bassi e Germania hanno stabilito che l’olio extra vergine di oliva è un grasso che danneggia il nostro organismo. Con la Ue siamo al capovolgimento delle conoscenze dietetiche e alimentari!

Oggi torniamo a scrivere del Nutriscore, una delle ultime invenzioni truffaldine dell’Unione europea dell’euro. Che cos’è il Nutriscore i lettori de I Nuovi Vespri lo sanno già, se è vero che ne abbiamo scritto più volte (qui un nostro articolo). Lo riassumiamo in modo sintetico per raccontare che cosa si sono inventati per penalizzare l’olio extra vergine di oliva, gloria e vanto dell’agricoltura del Sud Italia, in testa Puglia, Calabria e Sicilia dove si coltivano quasi il 90% delle olive con le quali si produce l’olio extra vergine italiano. Gli ‘eurocrati’, per aiutare (o quasi) i consumatori europei nella scelta dei cibi hanno inventato una sorta di semaforo alimentare: se un particolare cibo fa bene alla salute vene indicato con il colore verde, se potrebbe creare problemi viene indicato con il colore giallo e fa male alla salute viene indicato con il colore rosso. Poiché citare se stessi non è un plagio, riproponiamo quanto abbiamo già scritto e cioè che, guarda caso, i cibi a semaforo “rosso” sono, per esempio, i formaggi e i salumi italiani noti in tutto il mondo, le pizze, i dolci e, non ci crederete, anche l’olio extra vergine di oliva che, secondo i ‘filosofi’ del Nutriscore farebbe male alla salute! Questi prodotti, tutti italiani, sono così penalizzati, mentre i prodotti agroalimentari francesi, tedeschi e belgi vengono favoriti. Naturalmente è un ‘dettaglio’ il fatto che l’agroalimentare italiano ha forti legami con il proprio territorio (cioè con l’agricoltura), mentre i prodotti a semaforo “verde” di Francia, Germania e Belgio (che sono i tre Paesi sponsor del Nutriscore) sono in parte legati ai propri territori e in parte legati a prodotti ‘costruiti’ artificialmente con la chimica…

La logica è sempre la stessa: le multinazionali del food non possono lavorare con l’olio extra vergine di oliva che è un prodotto di qualità e costa troppo. Quindi l’olio extra vergine di oliva va denigrato!

E’ in questo scenario che è maturata la novità ‘europeista’: le patatine fritte sarebbero più salutari di un cucchiaio di olio extra vergine di oliva! Per carità: nulla da dire alle patatine fritte, che sono una delizia del palato. Però arrivare ad affermare che, per il benessere dell’organismo umano, funzionano meglio dell’olio d’oliva extra vergine è, con rispetto parlando, semplicemente ridicolo! Non è difficile capire che cosa c’è dietro questo nuovo imbroglio dietetico targato Mitteleuropa. Le grandi catene dei fast food – che sono vere e proprie multinazionali – ovviamente non lavorano con l’olio d’oliva extra vergine, che è un prodotto di classe e non di massa. Anche l’olio d’oliva extra vergine contraffatto (per esempio l’olio d’oliva deodorato o, in generale, gli olii d’oliva miscelati costano sempre di più di un olio di semi, soprattutto degli olii di semi utilizzati per le fritture. Per rendersene conto basta girare tra gli scaffali di un Centro commerciale: a parte gli oli di semi da condimento, che possono costare anche 4-5 euro, un olio di semi per frittura costa da 1 euro a 2 euro. Mentre tutti ormai sappiamo – o quanto meno dovrebbero saperlo i lettori de I Nuovi Vespri, visto che a tale argomento abbiamo dedicato decine e decine di articoli – che una bottiglia di olio d’oliva extra vergine italiano non può costare meno di 8 euro.

La verità è che l’Europa mediterranea dovrebbe cominciare a interrogarsi. Per capire se è ancora il caso di restare dentro un’Unione europea dove a dettare legge è l’Europa del Nord in combutta con le multinazionali

Qual è, allora, il problema della Francia, del Belgio, dei Paesi Bassi e della Germania? Semplice: per poter vendere meglio i prodotti del food – con in testa le patatine fritte, magari con hamburger – tutti cibi preparati con gli oli di semi, debbono a tutti i costi denigrare l’olio d’oliva extra vergine e il messaggio culturale e dietetico che lo accompagna ormai nel mondo, perché in buona parte del mondo sono ormai note le proprietà dietetiche e salutistiche dell’olio d’oliva extra vergine, prodotto tipico dell’Europa mediterranea. Non avendo a disposizione altre armi, all’infuori della disinformazione, la usano a piene mani. Così le patatine fritte – ovviamente nell’olio di semi – diventano più salutari di un cucchiaio di olio d’oliva extra vergine, finito tra i grassi cattivi. Solo questa storia – che è paradigmatica – dovrebbe fare riflettere i meridionali e i siciliani sull’attuale Unione europea. L’intelligenza delle persone si riconosce non solo nel dare il giusto valore alle ingiustizie (e l’attacco continuo all’olio d’oliva extra vergine, ribadiamo, prodotto tipico dell’Europa mediterranea che la Ue penalizza ad ogni piè sospinto) ma anche nel collegare con la memoria i fatti: l’innalzamento dei limiti di glifosato e micotossine DON per consentire al grano canadese di soppiantare il grano mediterraneo a cominciare da Sud Italia e Sicilia, il via libera agli agrumi del Nord Africa a prezzi stracciati per distruggere l’agrumicoltura dell’Europa mediterranea, il via libera alla frutta e agli ortaggi africani, cinesi e, in generale, asiatici per distruggere l’agricoltura mediterranea…

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