Il “Frecciabianca” a Messina con i passeggeri con le valigie in mano per traghettare con l’aliscafo cercando il Frecciarossa…

11 novembre 2021
  • Ma che modo è questo di progettare e realizzare i collegamenti e i mezzi di trasporto in Sicilia? 
  • Il tutto mentre le autostrade messinesi sono un disastro, per non parlare delle strade statali 113 e 114 sono ormai ridotte a trazzere comunali  
  • Il disastro di Palermo dove l’aria è sempre più inquinata dai mezzi pesanti  
  • A Messina i passeggeri che debbono attraversare lo Stretto costretti con le valigie in mano

di Antonino Privitera

Ma che modo è questo di progettare e realizzare i collegamenti e i mezzi di trasporto in Sicilia? 

In questi giorni la ribalta sulla politica dei trasporti in Sicilia è occupata dal debutto della rappresentazione della favola intitolata “Frecciabianca”. Il fantasmagorico racconto è bello nella prospettiva, ma nella sostanza è solo un racconto, una filastrocca in crescendo come la canzone di Angelo Branduardi: ” Alla fiera dell’est”… La favola mostra i protagonisti che magnificano il lavoro e fanno intravedere i positivi risultati che si avranno dal loro impegno. Noi siciliani, ovviamente, non possiamo che augurarci di poterli vedere, godere ed apprezzare in tempi umani. Io personalmente (che ne parlo dagli anni ’80 del secolo scorso…), per esempio, voglio sperare che, piuttosto di ammodernamento della tratta Catania-Palermo, si realizzasse una vera linea a doppio binario con tratti totalmente nuovi. Lo avranno già fatto i tecnici progettisti? Invero queste modifiche – come pure sulla linea Fiumetorto-Agrigento – darebbero una conferma e dimostrazione delle scellerate spese effettuate per i lavori di elettrificazione sui vecchi tracciati che hanno consentito solamente di sostituire le locomotive elettrodiesel con quelle elettriche, ma senza sostanziale vantaggio nei tempi di percorrenza.

Il tutto mentre le autostrade messinesi sono un disastro, per non parlare delle strade statali 113 e 114 sono ormai ridotte a trazzere comunali  

Voglio pure auspicare che in questi lavori non si realizzino gli sprechi nel costruire mega stazioni con fasci di binari esagerati (e poi dismessi…) e che, piuttosto che avvantaggiare l’utenza, penalizzano l’utilizzazione anche per il servizio locale. È il caso delle stazioni sulla linea Messina-Palermo di Barcellona PG e Milazzo e la mancata fermata nei pressi di Portorosa, che è l’unica struttura turistica nel versante Tirrenico della provincia peloritana. Vorrei sperare anche che gli autorevoli esponenti si siano già accorti dello stato in cui versano le cosiddette autostrade siciliane e che, sui versanti rivieraschi, rappresentano le uniche vie di comunicazione in quanto le SS 114 (Messina-Siracusa) e 113 (Trapani-Messina) non possono essere considerate strade percorribili ma trazzere intercomunali. Vorrei pure ricordare loro che la città di Palermo – nella quale il sottosegretario grillino Giancarlo Cancelleri ipotizza alcuni tunnel – mantiene il privilegio di non avere i tratti autostradali di accesso almeno a tre corsie per ogni senso di marcia e ciò determina sistematicamente congestioni inverosimili.

Il disastro di Palermo dove l’aria è sempre più inquinata dai mezzi pesanti  

Al sottosegretario Giancarlo Cancelleri ed all’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Marco Falcone – due politici che non vivono e non conoscono Palermo e visto che né loro e nemmeno i loro uffici stampa rilevano alcuna notizia di stampa in merito o lettere aperte pubblicate – che il problema del traffico urbano di Palermo è fortemente condizionato dalla presenza dei mezzi pesanti che la attraversano per gli imbarchi e sbarchi e che il problema si risolve soltanto spostando le navi RoRo a Termini Imerese e Trapani e non con un futuribile e fantasioso tunnel o altro, da affidare per la realizzazione all’Autorità portuale. Problema diventato grave per la salubrità dell’aria di Palermo da quando il Ponte Corleone ha cominciato a fare i ‘capricci’ per mancanza di manutenzione.

A Messina i passeggeri che debbono attraversare lo Stretto costretti con le valigie in mano

Ritornando all’opera in scena – ovvero alla favola intitolata “Frecciabianca” – mi chiedo e chiedo: con quale logica trasportistica è stata immaginata la realizzazione di una corsa giornaliera di andata e ritorno con un treno con capacità di trasporto di 600 passeggeri piuttosto che con un treno – con costi di gestione inferiori – del tipo utilizzato per il trasporto Regionale Veloce? Rfi pensa che riempirà il treno con viaggiatori per poi, a Messina, con bagagli a mano, costringerli a traghettare con l’aliscafo per farli proseguire con le Freccerosse? Non voglio ribadire ulteriori valutazioni sui tempi di percorrenza … oltre 4 (quatto) ore tempo valido qualora si considera il percorso a scopo turistico! Un ultimo suggerimento: per qualche minuto in più… ripristinate la fermata a Taormina, almeno darebbe un senso alla promozione dell’immagine turistica che vorrebbe mostrare questa rappresentazione di facciata.

 

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