Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale: la fine di un sogno?

10 novembre 2021
  • La forza del  Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale? La sua natura post-ideologica
  • Perché si è inceppato tutto? Perché è stato mortificato e svilito il processo democratico
  • Un progetto di rinascita del Sud meraviglioso portato avanti anche con “uomini vecchi” 
  • “… un capo che non si dimostra all’altezza abbandona la sua posizione e lo fa prima che tutta l’organizzazione si corrompa fino alla sua autodistruzione!”
  • “Se viaggiavamo in direzione sud e il nostro autobus ha preso un’altra direzione, non ci resta che scendere e riprendere il cammino intrapreso nella direzione che ci eravamo prefissati”

di Daniele Quarta

Il  Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale è nato post-ideologico

Che il Movimento 24 Agosto costituito il 10 ottobre 2019 da 33 intellettuali, professionisti, docenti e scrittori, che hanno nominato Pino Aprile suo presidente sia un evento nuovo ed importante nel panorama politico italiano per il riscatto del Mezzogiorno, è fuori da ogni dubbio. Infatti, è l’unico movimento politico meridionalista, e non solo, che riesce a radicarsi nel territorio in modo trasversale, accogliendo sotto il suo ombrello sensibilità “meridionaliste” diversificate che, abbandonando le tradizionali primogeniture e dispute identitarie di posizione, riesce in due anni a sfiorare il considerevole numero di 3000 iscritti attivisti del movimento. Ma qual è il segreto di tutto questo? Essere un movimento post-ideologico. Ossia riuscire ad elevarsi dalle ideologie, trascendendole, per ritrovarsi su un piano più alto, quello degli obiettivi comuni e della progettualità politica, dove la differenza delle idee diventa una ricchezza e non più terreno di scontro preconcetto. Il tutto partendo da un principio unificante e di condivisione universale: l’equità!

Perché si è inceppato tutto? Perché è stato mortificato e svilito il processo democratico

È così che le iniziative di proposizione politica e di protesta sulle iniquità socioeconomiche attuate dell’attuale politica italiana si moltiplicano, portando una nuova voce di equità all’attenzione dei cittadini e nel lessico di molti politici nazionali. Come può incepparsi allora una “macchina da guerra” così nuova e ben congeniata, come effettivamente sta accadendo al compimento di due anni di attività del movimento? Nell’unico modo nel quale questo sia possibile! Ossia dando libero agire al virus presente in ogni organismo vivente, senza avere previsto un meccanismo di difesa e di compensazione. La qualità migliore del movimento e suo motore vitale, è proprio il confronto collegiale, il dibattito politico e la condivisione delle idee per l’elaborazione delle soluzioni. In una parola, il processo democratico. Quindi, solo mortificando il processo democratico si sarebbe potuto svilire ed infine svuotare l’animo vitale del movimento, fino a farlo collassare su se stesso!

Un progetto di rinascita del Sud meraviglioso portato avanti anche con “uomini vecchi” 

Ho sempre affermato e in tempi non sospetti, che in questo meraviglioso progetto, stavamo disegnando il nuovo con “uomini vecchi”. Lo dicevo proprio perché ho sempre temuto il “fattore umano”, fino dagli albori dell’attività politica, quando annusavo forte il desiderio di emergere di alcuni a discapito di altri. Sarebbe bastato il dialogo ed il confronto per arginare tali forze distruttive e devo testimoniare quante volte ho palesato tali pericoli anche e soprattutto ai vertici del movimento. Ma non è bastato e questo è stato il virus! Ed ecco la fase finale, inevitabile e drammatica, nella quale si abbandonano i temi politici e si scende nella disputa personale e di posizione. In fondo la storia finisce qui, il resto è solo pochezza umana, diatriba e scontro di posizione. In ogni lite nessuno dei contendenti ha mai pienamene ragione: si potrà sempre obiettare alla ragione di una parte quella contraria dell’altra e pertanto a nulla vale precisare chi abbia iniziato o rivendicare questo o quel comportamento.

“… un capo che non si dimostra all’altezza abbandona la sua posizione e lo fa prima che tutta l’organizzazione si corrompa fino alla sua autodistruzione!”

Per onestà intellettuale è possibile tuttavia segnalare solo due elementi di responsabilità che prescindono e sono indipendenti dalla faziosità delle parti: la responsabilità del vertice e il neutrale giudizio giuridico dei comportamenti. Nella mia lunga esperienza lavorativa ho appreso che la responsabilità del vertice è acquisita dall’esito degli eventi e dai risultati conseguiti a prescindere dalle relative cause. Se nell’immaginario collettivo il Movimento 24 Agosto è il movimento di Pino Aprile, allora è la sua figura che esprime inevitabilmente i successi o i disastri che tale movimento genera. Infatti, al di là di ogni possibile giustificazione o posizione vittimistica, di dichiararsi oggetto di attacchi alla figura o alla persona, è fuori di ogni dubbio che egli non sia stato in grado di evitare che tale virus agisse, quantunque non abbia contribuito egli stesso ad alimentarlo con decisioni divisive. In ogni organizzazione umana, un capo che non si dimostra all’altezza abbandona la sua posizione e lo fa prima che tutta l’organizzazione si corrompa fino alla sua autodistruzione!

“Se viaggiavamo in direzione sud e il nostro autobus ha preso un’altra direzione, non ci resta che scendere e riprendere il cammino intrapreso nella direzione che ci eravamo prefissati”

Anche nel merito del giudizio giuridico dei comportamenti, ci si allontana dalla contrapposizione delle parti e si entra della valutazione dei fatti e degli atti compiuti da una sola parte, rispetto al dettato giuridico valido nella nazione in cui essi si compiono. Ebbene, anche su questo è da rilevare che la maggioranza dei dirigenti di questo combattuto movimento, sottoscrivendo un comunicato, ha sollevato un insieme di rilievi, oggettivamente documentabili, di comportamenti contrari secondo giurisprudenza corrente alla regolare conduzione di un’associazione nella quale si riconosce il movimento M24A-ET. È del tutto conseguente la reazione che si vive in questi giorni nel movimento da parte della presidenza ai danni dei firmatari del comunicato. Una girandola di espulsioni, destituzioni e commissariamenti punitivi, mai giustificati o notificati, degni di un qualsiasi regime autoritario ed antidemocratico. Allora siamo all’epilogo, alla fine di un sogno? Forse no. Il movimento è ancora vivo nel cuore dei suoi iscritti, nei principi che li motivano e negli ideali che li accomunano. E a me piace pensare ad una bella metafora che un nostro iscritto, compagno di viaggio, ha detto un giorno: “Se viaggiavamo in direzione sud e il nostro autobus ha preso un’altra direzione, non ci resta che scendere e riprendere il cammino intrapreso nella direzione che ci eravamo prefissati”.

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti