Addio ai pinoli della cucina siciliana: la produzione delle pigne nella nostra Isola si è ridotta del 90%

28 ottobre 2021
  • Dopo la pasta al glifosato e il pomodoro cinese adesso rischiamo anche di preparare la Pasta con le sarde o la Pasta c’anciova con i pinoli che arrivano da chissà dove e trattati con i pesticidi! 
  • Il crollo della produzione di pinoli in tutta l’Italia
  • Un insetto arrivato dagli Stati Uniti d’America con il legname fa abortire quasi tutte le pigne. La testimonianza di Dario Garretta, titolare di un’azienda storica a Piazza Armerina. Il Ministero delle politiche agricole ha bloccato la lotta biologica a questo insetto in Sicilia 
  • I pinoli importati? Lasciamo perdere…

Dopo la pasta al glifosato e il pomodoro cinese adesso rischiamo anche di preparare la Pasta con le sarde o la Pasta c’anciova con i pinoli che arrivano da chissà dove e trattati con i pesticidi! 

Pasta con le sarde. Pasta con i broccoli arriminati. Pasta c’anciova. Sarde a beccafico. E anche la caponata. Sono tanti i piatti  della tradizione siciliana che non possono fare a meno dei pinoli. Solo che, da alcuni anni a questa parte, di pinoli, in Sicilia, ce ne sono pochissimi. Un tempo la produzione di pinoli, nella nostra Isola, arrivata fino a 90 mila quintali all’anno; oggi la produzione si è ridotta a 5, forse 6 mila quintali di pinoli all’anno. Che sta succedendo? Cominciamo col dire che la crisi è nazionale. In parte la drastica riduzione della produzione di pinoli è provocata da un insetto arrivato dagli Stati Uniti d’America e, secondo alcuni osservatori, in parte è anche provocata dai cambiamenti climatici. C’è anche in terzo fattore: gli incendi che negli ultimi anni hanno incenerito tante pinete.

Il crollo della produzione di pinoli in tutta l’Italia

Il punto sullo scenario nazionale l’ha fatto ITALIAFRUIT NEWS: “Negli anni d’oro nel nostro Paese si producevano circa 900 mila quintali di pinoli coltivati, mentre nelle ultime stagioni i volumi oscillano sui 90 mila quintali. Rese in calo, ma è il Leptoglossus occidentalis – più comunemente chiamato cimicione canadese o cimice americana delle conifere – a metterci lo zampino”. Ecco l’insetto che sta letteralmente massacrando la produzione di pinoli in Italia. come già accennato, è una specie originaria degli Stati Uniti d’America occidentali, California, Oregon e Nevada. Lo si trova nelle foreste delle conifere. Il legno prodotto dagli alberi viene esportato in tanti Paesi del mondo e così è arrivato anche in Italia. All’inizio si è diffuso nelle Regioni del Nord; oggi è presente anche in Sicilia. il cimicione depone le uova lungo gli aghi di pino. Gli entomologi hanno appurato che prima di diventare adulto questo insetto effettua cinque mute. In ogni stadio con la linfa elaborata. Con gli gli stiletti boccali penetra le pigne che abortiscono e non producono più semi. Da qui i danni, ovvero la drastica riduzione della produzione di pinoli.

Un insetto arrivato dagli Stati Uniti d’America con il legname fa abortire quasi tutte le pigne. La testimonianza di Dario Garretta, titolare di un’azienda storica a Piazza Armerina. Il Ministero delle politiche agricole ha bloccato la lotta biologica a questo insetto in Sicilia 

C’è un modo per combattere questo insetto? Lo abbiamo chiesto a Dario Garretta, titolare di un’azienda (Pinoli Garretta) che da oltre cinquant’anni produce e vende pinoli un Sicilia, a Piazza Armerina. Garretta ci conferma che la produzione di pinoli, in Sicilia, è ormai ridotta ai minimi termini: “La pineta di Bucchieri, in provincia di Siracusa, un tempo zona di importante produzione di pinoli è in crisi. Anche la produzione di Pioppo, in provincia di Palermo, si è ridotta. E lo stesso discorso vale per Petralia, sulle Madonie. E naturalmente nelle nostra zone, parlo dei boschi di Piazza Armerina, dove i pinoli stanno diventando rarità”. Chiediamo: non c’è un modo per controllare questo benedetto cimicione? “Un mezzo ci sarebbe – ci risponde Garretta -. Parliamo di lotta biologica. Gli entomologi dell’università di Palermo hanno trovato un insetto antagonista in grado di ridurre in modo sensibile la presenza del cimicione. Ma il Ministero delle Politiche agricole ha bloccato la possibilità di utilizzare questo mezzo di lotta biologica. Al Ministero sostengono che potrebbe creare problemi agli equilibri ecologici. In Spagna, invece, la lotta biologica al cimicione delle conifere viene effettuata, a quanto pare con esiti positivi. Detto questo – aggiunge il titolare dell’azienda storica siciliana che produce e vende pinoli – ci sono altri problemi. Intanto ci sono gli incendi dei boschi, che negli ultimi anni hanno decimato le pinete della Sicilia. E poi c’è un altro problema, a mio avviso legato ai cambiamenti climatici in atto. Quando avviene l’impollinazione le pinete si riempiono di una polvere verde. Ebbene, questa polvere verde non si vede più”.

I pinoli importati? Lasciamo perdere…

Insomma, abbiamo capito che di pinoli siciliani e italiani, in giro, ce ne sono pochissimi. Da dove arrivano allora i pinoli che si trovano in giro? “Vengono importati -ci risponde Garretta -. E bisogna fare attenzione, perché non sempre il prodotto che arriva da fuori funziona. In Turchia, ad esempio, calcano la mano con i trattamenti chimici, cosa che in Sicilia non si fa. Non a caso dalle nostre parti abbiamo provato con la lotta biologica”. Chiediamo a Garretta notizie sui pinoli cinesi: “In Cina – ci risponde – hanno un’ottima produzione. Ma si tratta di pinoli microscopici. Nulla a che vedere con i nostri pinoli”. La chiacchierata è finita qui. Confessiamo che siamo un po’ depressi. Da appassionati della cucina siciliana, facciamo fatica, molta fatica a rinunciare ai pinoli abbinati con le ‘passole’. Del resto, se dobbiamo portare in tavola pinoli trattati con i pesticidi, beh, meglio evitare. Lo sappiamo: magari ci saranno lettori infastiditi, abituali ad acquistare pinoli senza problemi. Tra questi ci siamo anche noi. D’ora in poi, nell’acquisto di pinoli, faremo un po’ più di attenzione.

 

 

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