Formazione professionale: Avviso 8-mangiatoia con Enti e società all’insegna del clientelismo padronale (ed elettorale)

16 ottobre 2021
  • Se lo chiede il vice presidente dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%, Costantino Guzzo, denunciando la presenza di “Enti indegni”
  • Nell’elenco degli ammessi alla grande abbuffata dell’Avviso 8 – 136 milioni di euro per la cura della bellezza – si trova di tutto e di più
  • La misericordia assessoriale ha reso “degni tutti”
  • “… lavoratori così abbandonati alla mercé di un putrido clientelismo padronale, ricattatorio e probabilmente con l’occhio alle campagne elettorali”

da Costantino Guzzo
vice presidente dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%
riceviamo e pubblichiamo 

Se lo chiede il vice presidente dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%, Costantino Guzzo, denunciando la presenza di “Enti indegni”

Facciamo una riflessione collettiva e perdonate il mio uso di una metafora che rischia di esser sacrilega. Durante la liturgia eucaristica, poco prima della comunione, così recitiamo: “Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa ma di’ soltanto una parola ed io sarò salvato”. Quale Signore? Quale divina misericordia assessoriale? Quale parola ha salvato i tanti Enti “indegni” che stanno per attingere alla mensa, alla mangiatoia dell’ Avviso 8? Scorrendo l’elenco da poco pubblicato, infatti, la prima cosa, quella che suscita il civile sconcerto dell’osservatore più addentro alle cose, è che la selezione degli Enti non è stata capace di filtrare e valutare la storia, la capacità, l’organizzazione e la salute economica e morale degli Enti. Piuttosto, tale elenco si presenta come l’ennesima elargizione a pioggia di corsualità ad amici e “famigli” del vecchio sistema della Formazione Professionale; corsualità, peraltro, scollegate da un serio scenario di sviluppo economico-produttivo per la nostra terra.

Nell’elenco degli ammessi alla grande abbuffata dell’Avviso 8 – circa 136 milioni di euro per la cura della bellezza – si trova di tutto e di più

Ma intanto “una parola” basta, come diciamo nella Santa Messa, per salvare chi ha fede nell’uomo provvidenziale che ci ha apparecchiata questa lauta, ricca mensa. E ciò anche se, come dicevamo prima, taluni Enti ne sarebbero “indegni”. Vi chiedete perché sono indegni? Molti Enti non dovrebbero nemmeno esserci in questo elenco o graduatoria che sia! Hanno accumulato centinaia di pignoramenti da parte dei lavoratori, hanno più volte e palesemente violato gli articoli più importanti nella parte economica del CCNL, hanno piegato lo stesso ai loro interessi, hanno utilizzato nel tempo le “sospensioni illegittime” dei lavoratori, hanno omesso e ritardato il pagamento dei contributi e il pagamento del gettone di presenza agli allievi. Ci fermiamo qui per non dover sciorinare la solita filastrocca sulle porcherie, spesso perpetrate, da taluni di questi Enti.

La misericordia assessoriale ha reso “degni tutti”

Ma la parola provvidenziale li ha salvati e ora ce li ritroviamo nuovamente dinanzi alle porte dell’assessorato regionale alla Formazione, col cappello in mano per ricominciare a sfamarsi alla pubblica mangiatoia: insaziabili pirana, squali spazzini di un sistema sordo, cieco e muto. Tante volte ci siamo fatti carico di denunciare in assessorato le loro irregolarità; abbiamo denunciato i mancati controlli da parte di tante autorità delegate a farlo ma la misericordia assessoriale ha reso “degni tutti” a quanto pare. Dapprima si ebbe fiducia nel sistema di controllo Deloitte, poi il Governo di Rosario Crocetta ci provò con la convenzione firmata con i Carabinieri; poi si sono inventati il sistema della certificazione di qualità, sistema molto opinabile nella sua stessa qualità: soldi, danari sprecati, giacché, come si può osservare, nessuno è stato colpito e tutti attraversano le maglie di ogni tipo di selezione (in primis quella per l’accreditamento) anche se avrebbero tanto da mettere in ordine, in regola.

“… lavoratori così abbandonati alla mercé di un putrido clientelismo padronale, ricattatorio e probabilmente con l’occhio rivolto alle campagne elettorali”

“Dì soltanto una parola ed io sarò salvato”! Linguaggio sacro ma che nella nostra metafora risulta piuttosto un linguaggio clientelare, mafioso, e per questo prepotentemente antidemocratico. Invece, dall’altro lato, dal lato dei lavoratori disoccupati, la parola di salvezza non giunge mai: nessuno, a chiare lettere e con la forza e la determinazione degli atti di giustizia, ha operato perché gli Enti attingessero principalmente dall’Albo dei formatori per selezionare il loro personale. Hanno continuato a perpetrate così la schifosa precarietà occupazionale di centinaia di professionisti; lavoratori così abbandonati alla mercé di un putrido clientelismo padronale, ricattatorio e probabilmente legato alle campagne elettotali. Il tacere dei grandi sindacati, in tutta questa storia, indica il loro appiattimento su posizioni di retroguardia, nel migliore dei casi ma, nel peggiore, potrebbe trattarsi di consociativismo e bieca, interessata opportunità.

 

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