Tra oggi e domani il Governo Draghi si ‘rimangerà’ il Green pass? Ecco perché ciò potrebbe avvenire/ MATTINALE 465

13 ottobre 2021
  • La protesta contro il Green pass non si è mai placata. Dare libertà d’azione ai fascisti nella manifestazione popolare di Sabato sorso è servito a poco. Perché a Trieste i lavoratori portuali hanno iniziato una protesta che rischia di diffondersi in tutta l’Italia
  • La risposta del Governo Draghi alla protesta ‘ideologica’ dei lavoratori portuali è stata sbagliatissima. Vediamo il perché 
  • Un altro grave errore commesso dal Governo Draghi è l’avere pensato che tutti i sindacati italiani siano simili a Cgil, Cisl e Uil. Grazie a Dio non è così
  • Ora il Governo Draghi ha poche ore di tempo per spegnere una protesta che potrebbe diffondersi in tutta Italia

La protesta contro il Green pass non si è mai placata. Dare libertà d’azione ai fascisti nella manifestazione popolare di Sabato scorso è servito a poco. Perché a Trieste i lavoratori portuali hanno iniziato una protesta che rischia di diffondersi in tutta l’Italia

Comincia a scricchiolare il potere pieno e incontrollato dell’uomo solo al comando in Italia, al secolo Mario Draghi detto Super-Mario, eccellentissimo capo del ‘Governo dei Migliori’. Pomo della discordia, l’intelligentissima trovata del Green pass per recarsi nei posti di lavoro, un obolo di 15 euro ogni due o tre giorni (ancora non abbiamo capito la temporalità) che i lavoratori non vaccinati contro il Covid debbono pagare alle multinazionali farmaceutiche. Una sorta di ‘punizione’ per coloro i quali non si sono fatti inoculare il vaccino sperimentale. Provvedimento sbagliato ideologicamente prima che economicamente. Il Governo di Super-Mario, essendo riuscito a scongiurare la protesta degli autotrasportatori (che comunque cova sotto la cenere per l’aumento del costo dei carburanti, un costo che cresce di giorno in giorno: altro effetto benefico del ‘Governo dei Migliori’), pensa che tutti gl’italiani si genufletteranno al nuovo regime terapeutico imperniato nel suo Governo. “Pare che le proteste contro il Governo dell’ex banchiere di Goldman Sachs e dei suoi guitti di destra e di sinistra inizino a crescere ovunque”, commenta il filosofo marxista, Diego Fusaro. Non sappiamo cosa succederà il 15 Ottobre, tra due giorni, quando i lavoratori saranno costretti a ‘cacciare’ i soldi per il Green pass, o “infame tessera verde”, per dirla sempre con Fusaro. In giro si parla di uno sciopero, di manifestazioni popolari, di proteste che sorgono spontanee qua e là. Bisogna dare atto al Governo Draghi e ai partiti che lo sostengono – Movimento 5 Stelle, PD, Lega, Forza Italia e la finta ‘sinistra’ di Liberi e Uguali  di aver fatto ritrovare a tanti italiani la voglia di scendere in piazza. Vista in un’ottica Socialista, di questo gli dobbiamo essere grati (l’ammettiamo: noi siamo rimasti Socialisti per metà lombardiani e per metà carristi).

La risposta del Governo Draghi alla protesta ‘ideologica’ dei lavoratori portuali è stata sbagliatissima. Vediamo il perché 

Le cronache di queste ore registrano un durissimo scontro nel porto di Trieste, dove i lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia, perché non vogliono sentire parlare di Green pass. Come ha risposto il ‘Governo dei Migliori’? Con un gravissimo errore di ‘sintassi politica’, offrendo la monetizzazione del diritto alla libertà del lavoro. Eh sì, il Governo ha risposto con una miserabile circolare, dicendo che i porti non si possono fermare (mentre gli altri luoghi di lavoro, se i lavoratori non vaccinati decideranno di non lavorare, si possono fermare? e questi sarebbero governanti?) e che le imprese portuali debbono pagare ai lavoratori del porto di Trieste il Green pass. Una mossa – lo ribadiamo – offensiva e priva di intelligenza politica, che invece di placare la protesta l’ha resa ancora più radicale. Nel porto di Trieste sono tanti i lavoratori che si sono rifiutati di vaccinarsi, oltre il 40% della forza lavoro. E alla proposta oscena e – ribadiamo – offensiva del Governo Draghi hanno risposto per le rime. Il Comitato dei lavoratori del porto di Trieste fa sapere che, dal 15 Ottobre, se il Governo Draghi non ritirerà l’obbligo del Green pass nei luoghi di lavoro verranno bloccate le attività del porto di Trieste. E precisano: “Siamo venuti a conoscenza che il Governo sta tentando di trovare un accordo, una sorta di accomodamento riguardante i portuali di Trieste, e che si paventano da parte del presidente Zeno D’Agostino le dimissioni. Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che sia chiaro il messaggio che nulla di tutto ciò farà sì che noi scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori”. Draghi potrebbe tentare la via della mediazione: ma per come si sono messe le cose a fare una brutta figura, se dovessero accettare la mediazione, sarebbero i lavoratori. Insomma, o cederà il Governo  cederanno i lavoratori, vie di mezzo non ce ne sono più, perché ormai la battaglia è ideologica.

Un altro grave errore commesso dal Governo Draghi è l’avere pensato che tutti i sindacati italiani siano simili a Cgil, Cisl e Uil. Grazie a Dio non è così

Eh sì, Super-Mario e i suoi Ministri stanno cominciando a trovare pane per i loro denti. Perché la notizia che a Trieste si va verso lo scontro ideologico e non economico sta facendo il giro di tutta l’Italia. Sulla rete si legge che il 15 Ottobre potrebbero materializzarsi  scioperi e cortei in tutta l’Italia. Insomma, il 15 Ottobre potrebbe diventare il giorno della grande sconfitta del Governo Draghi che fino ad oggi – grazie anche a sindacati poco battaglieri – ha fatto il bello e il cattivo tempo. Non tutti i sindacati, in verità, hanno imitato Cgil, Cisl e Uil, le tre organizzazioni sindacali che fiancheggiano il Governo Draghi. Cgil, Cisl e Uil hanno avuto tutto il tempo per opporsi al Green pass a pagamento. Ma, a parte una timida richiesta allo Stato di pagare il Green pass dei lavoratori – proposta di per sé fallimentare, perché i lavoratori difendono un principio e non il denaro, proposta fragile e inutile peraltro respinta dal banchiere Draghi, che pensa che la politica sia fatta solo di denaro – Cgil, Cisl e Uil si sono messe sotto le ali del Governo. Del resto, l’abbraccio tra il segretario generale della  Cgil, l’ex ‘incendiario’ Maurizio Landini, con il banchiere della Goldman Sachs nominato sul campo ‘Statista’ l’abbiamo visto tutti: e in questo abbraccio c’è tutto il dramma della Cgil di oggi, un sindacato ormai ‘schiacciato’ sul liberismo imperante. Del resto, quanto avvenuto due giorni fa a Milano è indicativo della scarsa credibilità dei sindacati tradizionali. a Miano è andata in scena una durissima contestazione davanti alla camera del Lavoro. Con anarchici e Cobas che gridavano: «Landini, Landini, vaffanc*lo», «buffoni», «venduti», «i fascisti siete voi», «servi dei padroni». Ma a parte il fallimento culturale prima che sindacale e politico della Triplice, ora c’è un serio problema per il Governo Draghi, che è arrivato a un bivio: tirare dritto con il Green pass obbligatorio per i lavoratori non vaccinati, anche per non perdere la faccia, o fare una precipitosa marcia indietro, eliminando non il pagamento per il Green pass a carico dei lavoratori, ma rimangiandosi direttamente il Green pass?

Ora il Governo Draghi ha poche ore di tempo per spegnere una protesta che potrebbe diffondersi in tutta Italia

Perché il ritiro del Green pass – con relativa pessima figura del Governo Draghi, ovvero con una grandissima perdita di immagine – è la via quasi certa che si dovrebbe consumare tra oggi e domani? Perché la protesta che ha preso il via a Trieste è ideologica e potrebbe diffondersi tra tanti lavoratori: non soltanto tra i lavoratori non vaccinati, ma tra tutti i lavoratori. Ricordiamo, infatti, che ci sono organizzazioni sindacali autonome che si sono già dissociate dal Green pass. Per la prima volta da quando governa, Draghi se la deve vedere con una protesta seria e deve subito – tra oggi e domani – spegnere la rivolta ‘rimangiandosi’ il Green pass. Dai lavoratori di Trieste il messaggio è stato chiarissimo: via l’obbligo del Green pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie di lavoratori. E la voce si è ormai diffusa in tutta l’Italia: e in tutta Italia, in queste ore, la voce corre, corre, corre… Il Governo Draghi deve spegnere subito la protesta che dilaga. E pazienza se anche il sindacato dell’ex ‘incendiario’ Landini, abbracciato qualche giorno fa, e Cisl e Uil faranno una pessima figura. Per questo siamo convinti che, nelle prossime ore lo Statista-banchiere e i suoi Ministri si rimangeranno di corsa il green pass, di corsa…

Foto tratta da Minima&Moralia

 

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