J'Accuse

Palermo, sta per esplodere la bomba sociale dello sblocco dei fitti: mille e 400 famiglie rischiano di finire in strada/ SERALE

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  • Noi abbiamo anticipato questo tema drammatico lo scorso Luglio. Ora la denuncia arriva da Sunia Sicet e Uniat
  • Il dato ancora più drammatico è relativo alla quasi inesistenza di ‘ammortizzatori’ che possano aiutare le famiglie ad uscire dal baratro
  • Egregio presidente del Consiglio Mario Draghi, non si governa così un Paese. Non si possono gettare in mezzo alla strada milioni di famiglie. Torni tra le banche, dia retta a noi!
  • Dove sono i fondi europei del PON metro? Dove sono le case sfitte dei Comuni e i beni immobili confiscati alla mafia’ Già con questi tre strumenti si potrebbe dare una risposta concreta ai futuri sfrattati 

Noi abbiamo anticipato questo tema drammatico lo scorso Luglio. Ora la denuncia arriva da Sunia Sicet e Uniat

Sta per esplodere lo sblocco degli sfratti, disposto dal Governo dei ‘migliori’ di Mario Draghi. Noi segnaliamo questa follia dallo scorso Luglio, ma la politica fa finta di non capire. A lanciare l’allarme, per Palermo, sono le organizzazioni sindacali degli inquilini, Sunia Sicet e Uniat, che hanno chiesto la convocazione urgente di un tavolo di confronto, congiuntamente all’amministrazione della città, per “analizzare, verificare e prospettare possibili interventi in relazione alla situazione degli sfratti”. Da un anno, a causa del Covid-19 e della crisi economica, gli sfratti erano stati bloccati. Ma adesso si riparte. “Lo sblocco degli sfratti rischia di trasformarsi in un’emergenza sociale dalle incalcolabili ricadute – dichiarano i segretari del Sunia Zaher Darwish, del Sicet Mario Bommarito dell’Uniat Giovanni Sardo -. Nonostante le esecuzioni siano diversificate nel tempo, sono già arrivate le lettere a numerose famiglie, preannunciando il tentativo di prendere in consegna gli immobili. Di fronte a questa grave situazione, registriamo un silenzio assordante e l’inerzia della amministrazione della città”.

Il dato ancora più drammatico è relativo alla quasi inesistenza di ‘ammortizzatori’ che possano aiutare le famiglie ad uscire dal baratro

Noi, lo scorso 6 Luglio, abbiamo ospitato un intervento di Tony Pellicane (nella foto) che, da anni, insieme con Nino Rocca, si occupa degli ultimi di Palermo. Già oltre due mesi fa Pellicane poneva il tema della cosiddetta morosità incolpevole: “Solo a Palermo, nel complesso, si stimano circa 1400 sfratti che andranno in esecuzione. Un dato drammatico per una città al collasso, una città in cui la povertà colpisce oltre il 30% della cittadinanza. Una bomba sociale che si è acuita anche a causa della pandemia. Il dato ancora più drammatico è relativo alla quasi inesistenza di ‘ammortizzatori’ che possano aiutare le famiglie ad uscire dal baratro; i fondi per la morosità incolpevole si riducono di anno in anno e non ci sono segnali affinché, ad esempio, parte dei fondi del Recovery Plan possano essere destinati alle famiglie fortemente in difficoltà, oltre ai fondi comunitari che a livello nazionale sono stati spesi per opere di assistenza senza risolvere i problemi, ma spostandoli nel tempo”. Come fanno in queste ore Sunia Sicet e Uniat, Pellicane chiamava in causa l’amministrazione comunale di Palermo: “L’amministrazione comunale palermitana, col suo Sindaco del PD, si è subito adeguata, delegando totalmente al privato sociale la gestione dell’emergenza abitativa a Palermo; è il privato sociale che gestisce i fondi del Pon Metro per progetti a termine che, se tutto andrà bene, daranno la possibilità a qualche decina di famiglie di pagarsi l’affitto di una casa per un massimo di 2 anni, sempre che ci sia un proprietario privato disposto ad affittare una casa ad una famiglia che non può fornire alcuna garanzia. Anche rispetto allo sblocco degli sfratti l’amministrazione palermitana è del tutto impreparata; non ci sono tracce di scelte politiche a sostegno di chi sta andando incontro ad uno sfratto per morosità incolpevole rischiando di finire per strada; l’amministrazione comunale è consapevole che si tratta di una bomba sociale che esploderà, ma piuttosto che mettere in campo misure concrete in favore delle famiglie ha preferito, pochi giorni fa, partecipare ad un incontro con il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Quindi, ancora una volta, a Palermo si discute di problemi sociali come se fossero problemi di ordine pubblico. Del resto, il Comitato per l’ordine e la sicurezza che si riunisce in Prefettura di questo si occupa. Il Comune di Palermo – scriveva lo scorso 6 Luglio Pellicane – ha avuto tutto il tempo per trovare soluzioni e per chiedere con forza al Governo nazionale di intervenire con scelte economiche concrete. Non si tratta dei sostegni a tempo emanati nel corso della pandemia; non ci risulta che, ad esempio, sia mai stato chiesto un intervento concreto, al Governo nazionale, nei confronti di chi oggi rischia lo sfratto a causa della perdita di lavoro; non ci risulta che, ad esempio, il Comune abbia concordato con la Regione siciliana l’utilizzo di fondi previsti per l’emergenza abitativa in favore delle famiglie che subiranno uno sfratto, anche questa è emergenza abitativa. La realtà ci racconta di governi nazionali, regionali e locali che di problematiche sociali se ne occupano solo con misure tampone che non danno dignità alle famiglie e non risolvono alcun problema in modo permanente”.

Egregio presidente del Consiglio Mario Draghi, non si governa così un Paese. Non si possono gettare in mezzo alla strada milioni di famiglie. Torni tra le banche, dia retta a noi!

Corretto chiamare in causa in causa il Governo nazionale e il Governo regionale siciliano. Condizionato dalla Confindustria e dal padronato – che ormai detta l’agenda al Governo Draghi – è stata varata la follia dello sblocco degli sfratti, senza prevedere interventi in favore delle famiglie che non possono pagare gli affitti. Il problema è drammatico. E non riguarda solo famiglie ricche o benestanti che affittano le case: ci sono anche questi casi, ma in maggioranza riguarda famiglie del ceto medio – che ormai in Italia in tantissimi casi è ceto medio basso – che hanno affittato la seconda casa per arrotondare e che si ritrovano da un anno e forse più a dover pagare l’IMU (perché è sempre una seconda casa) senza incassare la pigione. Un problema così delicato, che oggi in Italia riguarda milioni di famiglie, lo deve affrontare un Governo nazionale che sa governare, non il Governo Draghi che, in questo caso economico e sociale delicatissimo, sta dimostrando di non sapere governare. Lo stesso discorso vale per la Regione siciliana: lo sa il presidente della Regione, Nello Musumeci, che nella ‘sua’ Catania c’è un problema analogo a quello di Palermo? Cosa hanno fatto il sindaco della Città Etnea, Salvo Pogliese, lo stesso Musumeci e l’assessore regionale catanese, Ruggero Razza? Cos’è la politica, oggi? Pavoneggiarsi nelle manifestazioni e nei comunicati stampa o, magari, in interviste televisive? O organizzare nuovi appalti ferroviari, come sta facendo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, mentre la città va in malora, tra bare accatastate al cimitero dei Rotoli, strade invade dall’immondizia non raccolta, servizi ai cittadini pessimi e ‘buchi’ di bilancio vari?

Dove sono i fondi europei del PON metro? Dove sono le case sfitte dei Comuni e i beni immobili confiscati alla mafia’ Già con questi tre strumenti si potrebbe dare una risposta concreta ai futuri sfrattati 

Ha idea, il presidente Musumeci, di quante famiglie, in Sicilia, rischiano lo sfratto in un momento in cui il Covid, con l’arrivo dell’Autunno e dell’Inverno, potrebbe ricominciare a ‘mordere’? Ha idea il capo del Governo nazionale quante famiglie, in Italia, rischiano lo sfratto, soprattutto al Sud, che è molto più povero del Nord? Già a Luglio scorso Governo nazionale, Regioni e sindaci avrebbero dovuto mettere a punto un piano per aiutare le famiglie che verranno sfrattate. Esistono i fondi europei del PON, come ricorda Pellicane, esistono le abitazioni sfitte, esistono i beni immobili confiscati alla mafia. E’ stato fatto qualcosa a Palermo? E’ stato fatto qualcosa a Catania? Forse in Sicilia mancano mafia e mafiosi con i beni immobili confiscati? La realtà, a Palermo (e forse anche a Catania) è che il sindaco pensa che del problema si dovranno occupare Regione e Governo nazionale; la Regione pensa che del problema si dovranno occupare Comune e Governo nazionale; il Governo nazionale pensa che del problema si dovranno occupare Regione e Comuni. Morale: nessuno dei tre soggetti, fino ad oggi, ha fatto qualcosa. Ma l’errore più grande, in questa storia che rischia di trasformarsi in una polveriera sociale, l’ha commesso il Governo nazionale, che non avrebbe dovuto varare lo sblocco dei fitti, anche a costo di prevedere un risarcimento per i proprietari delle abitazioni. sbloccare i fitti, in questo momento, è un atto degno di un Governo che non sa governare.

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