Comune di Palermo e Regione siciliana dovrebbero sostenere l’Istituto Gramsci: invece lo vogliono affossare!

20 settembre 2021
  • Giusto parlare delle responsabilità del Comune di Palermo nell’allucinante vicenda di una prestigiosa Istituzione culturale – l’Istituto Gramsci – che rischia lo sfratto. Ma è singolare che nessuno chiamo in causa la Regione che spreca un sacco di soldi in iniziative inutili e lesina le risorse alle Istituzioni culturali!
  • La proposta di buon senso della Cgil di Palermo
  • Come la Regione siciliana, anche il Comune di Palermo spreca un sacco di soldi (vedi il Tram). Che si accanisca sull’affitto dei locali è semplicemente assurdo

Giusto parlare delle responsabilità del Comune di Palermo nell’allucinante vicenda di una prestigiosa Istituzione culturale – l’Istituto Gramsci – che rischia lo sfratto. Ma è singolare che nessuno chiamo in causa la Regione che spreca un sacco di soldi in iniziative inutili e lesina le risorse alle Istituzioni culturali!

In questi giorni va in scena una polemica che definire surreale è poco. Protagonisti sono il Comune di Palermo e una delle più prestigiose istituzioni culturali della città, l’Istituto Gramsci. Che succede? Succede che la Regione siciliana – massacrata dai tagli operati dallo Stato a partire dagli anni funesti del Governo Renzi, tagli tutt’ora operativi! – non sostiene più le attività culturali. Tra le istituzioni he ha subito le penalizzazioni finanziarie c’è anche l’Istituto Gramsci, che non è nelle condizioni di pagare l’affitto al Comune. Così un Comune che, in materia finanziaria, è amministrato malissimo, avrebbe deciso di dare il benservito all’Istituto Gramsci! A noi questa storia sembra allucinante. L’Istituto Gramsci ha sede nello spazio dei Cantieri Culturali alla Zisa che, n buona parte, sono poco utilizzati. Dovrebbe essere il Comune di Palermo a sostenere l’Istituto Gramsci per le iniziative culturali che svolge in favore della città; invece il Comune fa pagare l’affitto a un’Istituzione culturale, pur sapendo che la Regione ha tagliato i fondi alle attività culturali (per la cronaca, ci sono Istituzioni culturali siciliane che hanno chiuso i battenti).

La proposta di buon senso della Cgil di Palermo

Sulla vicenda intervengono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile dipartimento Memoria e legalità Dino Paternostro: “Abbiamo appreso con grande disappunto che l’Istituto Gramsci ha ricevuto dal Comune di Palermo una lettera con cui gli si chiede di indicare entro il prossimo 30 Settembre una data per lo sgombero dei locali che occupa presso i Cantieri culturali alla Zisa. Si tratta della conclusione assolutamente non condivisibile della lunga vertenza che ha visto contrapposti questa importante Istituzione culturale e il Comune di Palermo sulla questione dell’affitto dei locali. Palermo non può essere la città dell’accoglienza e poi respingere, addirittura sfrattare, l’Istituto Gramsci, una delle strutture culturali più prestigiose della città”. Ridulfo e Paternostro, qualche mesi fa avevano chiesto l’intervento del Sindaco e del presidente del Consiglio comunale per verificare le condizioni per far prevalere l’interesse pubblico della città, degli studiosi, degli studenti, nel mantenimento della sede dell’Istituto Gramsci all’interno dei Cantieri. Ma, a quanto pare, questa posizione di buon senso avanzata dalla Cgil non ha sortito gli effetti sperati. La stessa Cgil avanza una proposta: “Riteniamo che una soluzione debba trovarsi per evitare questa vergogna dello sfratto che additerebbe Palermo come la città del respingimento della cultura. Ragionevolmente, la Cgil ritiene che una compensazione, transattiva anche per gli anni passati, tra il servizio culturale aperto alla città e a tutti i cittadini, che l’istituto Gramsci rende gratuitamente, e l’ammontare dell’affitto al Comune potrebbe benissimo essere la soluzione da portare avanti. Facciamo appello, quindi, al sindaco della città di Palermo affinché una soluzione positiva si trovi e si trovi immediatamente. In ogni caso, questa organizzazione sindacale si dichiara fin d’adesso disponibile a partecipare ad una raccolta fondi che concorra alla conclusione positiva della vicenda”.

Come la Regione siciliana, anche il Comune di Palermo spreca un sacco di soldi (vedi il Tram). Che si accanisca sull’affitto dei locali all’Istituto Gramsci è semplicemente assurdo

Che il Comune di Palermo si trovi in condizioni economiche e finanziarie difficili è noto a tutti. Ma sono note anche le ragioni di questo disastro finanziario, in parte ascrivibile ai tagli della Regione ai Comuni (frutto sempre degli scippi romani alla Regione: basti pensare che il Fondo regionale per le Autonomia locali, utilizzato per il 90% dai Comuni, è passato da quasi un miliardo all’anno a poco più di 300 milioni all’anno), in parte ascrivibile a scelte errate dell’attuale amministrazione comunale: per esempio, i soldi che vengono ogni anno spesi per mantenere tre linea di Tram fallimentari! Per fronteggiare spese sempre crescenti il Comune di Palermo ha aumentato tasse e imposte, ha inventato balzelli (leggere ZTL). Solo che la città è sempre più povera e tanti cittadini e tante imprese non hanno più soldi per pagare. In economia questo è un fatto noto: quando si cominciano ad aumentare tasse e imposte, fino a un certo punto il gettito cresce; a un certo punto il gettito non cresce più, per iniziare a decrescere: ecco, questa è la situazione in cui si trova il Comune di Palermo. Se il Comune fosse amministrato da esponenti di sinistra queste cose le avrebbero comprese e anticipate; ma a Palermo non c’è più una sinistra in grado di misurarsi con la povertà crescente: basti pensare al disinteresse per i senza casa. Ora, che in questa situazione l’attuale amministrazione tenti di fare ‘cassa’ con una prestigiosa Istituzione culturale la dice tutta sul livello – veramente basso – della politica cittadina e regionale. Eh già, perché non c’è solo un Comune miope: c’è anche una Regione siciliana assente che guarda alle cultura per compartimenti stagno ideologici o di parte. Comune di Palermo e Regione dovrebbero portare sul palmo della mano l’Istituto Gramsci e, in generale, le Istituzioni culturali: invece fanno di tutto per spegnere le voci della cultura, forse perché in perfetto accordo con il livello culturale di Comune e Regione siciliana…

P.s.

Osteggiato in vita, Antonio Gramsci – in questo caso la gloriosa Istituzione che porta il suo nome – continua ad essere osteggiato anche oggi. Chissà perché.

Foto tratta da La Voce dell’Isola  

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