Nord e Brunetta: basta smartworking! Rivogliono meridionali e siciliani a Milano e in Veneto per sostenere l’economia del Nord!/ MATTINALE 495

19 settembre 2021
  • Con lo smartworking milioni di meridionali e siciliani emigrati al Nord per lavorare hanno continuato ad operare, sempre per conto delle aziende del Nord, nelle proprie abitazioni di Sud e Sicilia. Ma questi ai signori del Nord non piace. Vediamo il perché  
  • I lavoratori di Sud e Sicilia, che lavorano per le aziende del Nord, restando a lavorare nelle loro città finiscono con il sostenere l’economia delle proprie città del Sud: e questo al Nord non va bene
  • Il Brunetta-pensiero. Le avventure di un socialista craxiano passato, armi e bagagli, con Berlusconi. Cosa pensa il veneziano Brunetta dei meridionali 

Con lo smartworking milioni di meridionali e siciliani emigrati al Nord per lavorare hanno continuato ad operare, sempre per conto delle aziende del Nord, nelle proprie abitazioni di Sud e Sicilia. Ma questi ai signori del Nord non piace. Vediamo il perché  

Lo smartworking non piace al Nord Italia. Perché? Forse la produttività del lavoro si riduce? Assolutamente no. E allora dove sta il problema? Il problema sta nel fatto che, da quando è esplosa la pandemia, per limitare la circolazione del virus SARS-COV-2 e le sue varianti – e quindi per ridurre contagi, ricoveri e decessi – si è preferito ricorrere allo smartworking, ovvero al lavoro agile da casa. E’ successo, così, che un po’ di milioni di meridionali e siciliani che lavoravano in Lombardia, in Veneto, in Emilia Romagna, insomma nel Nord Italia sono tornati nel Sud e in Sicilia. E lavorano sempre per le aziende del Nord, ma vivendo nel Sud e in Sicilia. Che significa questo? Semplicissimo: che hanno lasciato le abitazioni del Nord dove vivevano; che la mattina fanno colazione in casa o nei bar delle città del Sud dove vivono e lavorano e non più nei bar delle città del Nord; che a pranzo rimangono a casa (chi lavora in smartworking ha a disposizione, sì e no, mezz’ora di pausa) e non prendono un boccone nei bar o nelle trattorie del Nord; che per l’aperitivo e per la cena escono da casa e sostengono l’economia delle città del Sud e della Sicilia dove vivono.

I lavoratori di Sud e Sicilia, che lavorano per le aziende del Nord, restando a lavorare nelle loro città finiscono con il sostenere l’economia delle proprie città del Sud: e questo al Nord non va bene

Insomma, la pandemia – che non è finita e che è legata al punto interrogativo del vaccino anti-Covid – ha ‘ridisegnato’ i rapporti di lavoro; il Nord Italia ha sempre bisogno dei lavoratori del Sud e della Sicilia; ma i lavoratori del Sud e della Sicilia, restando a lavorare nelle loro città, finiscono con il sostenere l’economia delle proprie città del Sud: e questo al Nord non va bene, perché il Sud e la Sicilia – e i meridionali e i siciliani emigrati nel Nord – debbono continuare ad esistere sostenendo l’economia del Nord, non certo l’economia del Sud e della Sicilia! Altrimenti che colonizzati sono? Così gli imprenditori del Nord – che ormai sono, a propria volta, i ‘colonizzati’ del Centro Nord Europa – sono andati a chiedere ‘giustizia coloniale’ al Ministro della Pubblica amministrazione, il veneziano e nordista economista Renato Brunetta, un ex socialista di scuola craxiana (quelli del blocco ‘socialista’ della scala mobile: e biri chi manci!) passato, armi e bagagli, a Forza Italia. Lo smartworking non s’ha da fare, avrebbero detto al Ministro in tono meta-manzoniano. E il Ministro economista, già socialista craxiano oggi berlusconiano che ha risposto? Lo sapremo dai fatti. Intanto, giusto per ricordare chi è Brunetta e quali sono i  suoi rapporti con il Sud – e soprattutto per misurare la sua ‘coerenza’ – abbiamo riesumato per voi due video di questo Ministro veneziano. Nel primo video c’è il vero Brunetta, il socialista craxiano oggi berlusconiano verace che, papale papale, affermava: “Se non avessimo Calabria, la conurbazione Napoli-Caserta, e altre tre o quattro conurbazioni, l’Italia sarebbe il primo Paese d’Europa… La conurbazione Napoli-Caserta è un cancro, un cancro sociale, un cancro culturale, etico”. Bello il Ministrone ex craxiano oggi forzista, Brunetta, no? Poi, in campagna elettorale nel Sud cambiava opinione: “La ricchezza, la civiltà, i valori erano al Sud, mentre al Nord c’erano i poveri pastori, un po’ rozzi, senza cultura, senza civiltà”. Noi sappiamo che la tesi vera è la seconda, ma Brunetta la verità l’ha detta solo per carpire i voti ai poveri meridionali e poveri siciliani che ancora votano Forza Italia (qui ci sono i video con il Brunetta-pensiero: divertitevi).

Il Brunetta-pensiero. Le avventure di un socialista craxiano passato, armi e bagagli, con Berlusconi. Cosa pensa il veneziano Brunetta dei meridionali 

In ogni caso, Brunetta-pensiero a parte, un elemento è chiaro: lo smartworking, oltre a non aver ridotto la produttività del lavoro, oltre ad aver fatto risparmiare la pubblica amministrazione (si pensi all’energia elettrica, alla cancelleria e alle mense negli uffici pubblici: e non sono elementi di poco conto), ha riequilibrato in parte il rapporto tra Nord e Sud: il Nord che ha sempre avuto tanto (dal Sud) oggi ha un po’ di meno; il Sud che con il Nord ci ha sempre rimesso oggi ha un po’ di più. Ma lo sapete, no?, come sono i nostri amici del Nord: voraci, incontentabili, prepotenti, egoisti. Insomma: prima-i-cazzi-miei-e-degli-altri-specie-se-sono-meridionali-siciliani-non-ce-ne-può-fregare-di-meno. E allora? E allora la vogliamo vedere tutta, questa storia. Vedremo cosa deciderà il Governo di Mario Draghi. Secondo voi perché tutta questa frenesia vaccinale? Perché, come abbiamo scritto ieri sera, l’attuale Governo nazionale dà per scontato che il vaccino anti-Covid funzionerà. Tant’è vero che il Governo regionale della colonia Sicilia ha già deciso i licenziamenti per alcune categorie di lavoratori che rifiuteranno il vaccino sperimentale delle multinazionali farmaceutiche. E se tutti saranno vaccinati, tutti potranno tornare nei propri posti di lavoro. Così i lavoratori del Sud e della Sicilia che ancora oggi lavorano in smartworking per le aziende del Nord nelle città del Sud e della Sicilia dove sono nati potranno tornare a lavorare nel Nord, prendendo in affitto le abitazioni degli amici del Nord (anche in nero: tutto fa brodo), assaporando la colazione mattutina nei bar del Nord, pranzando nei bar e nelle trattorie del Nord, prendendo l’aperitivo e cenando nelle città del Nord: insomma potranno tornare a sostenere l’economia del Nord, così come previsto dallo schema coloniale italiano avallato dagli ‘ascari’ che governano il Sud e la Sicilia, nel rigoroso rispetto deli interessi del Nord. Del resto, i due massimi geni dell’economia italiana contemporanea non hanno detto, stringi stringi, che il Nord Italia viene prima del Sud e della Sicilia? Non li conoscete i due geni massimi dell’economia italiana? Se non li conoscete ve li presentiamo: sono Carlo Cottarelli, ex direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), e di Guido Tabellini, già rettore della Bocconi. Al lor confronto Keynes e Schumpeter (soprattutto Keynes…) né passano, né contano. Cosa dicono questi due geni? Dicono che l’Italia, “Per tornare a crescere” deve “investire nei settori e nelle aree geografiche che sono all’avanguardia”, cioè nel Nord.  “Tutto ciò non è indolore. Le politiche più efficaci per avvicinare l’Italia all’Europa sono anche quelle che aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del Paese…”. E infatti il Governo Draghi – il “Governo dei migliori” – ha già stabilito che l’80% dei fondi del Pnrr andrà al Nord e il 20% al Sud. Vi è chiaro tutto, adesso o da Napoli, Matera, Bari, Lecce, Reggio Calabria, Catania e Palermo fate ancora il tifo per Draghi?

P.s.

Una cosa, da Palermo, la vogliamo dire a Cottarelli e Tabellini: il Nord Italia, nell’Europa dell’euro, arriverà da colonizzato: si è sempre meridionali di qualcuno…

Foto tratta da Biografieonline

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