I controlli sulla pasta in Germania di Öko-Test: tracce di glifosato nei marchi Barilla, Buitoni e Combino (Lidl)

9 settembre 2021
  • Nello studio si precisa che si tratta  di tracce presenti nei limiti di legge. Nell’articolo di greenMe – che alleghiamo – trovate le tabelle con tutti i marchi di pasta esaminati, compresi i marchi che non contengono contaminanti
  • Oltre al glifosato sono stati trovati anche altri contaminanti: oli minerali e micotossine DON 
  • La solita origine dubbia del grano

Nello studio si precisa che si tratta di tracce presenti nei limiti di legge. Nell’articolo di greenMe – che alleghiamo – trovate le tabelle con tutti i marchi di pasta esaminati, compresi i marchi che non contengono contaminanti

Le cronache raccontano che, con tutto quello che sta succedendo nel mondo con il grano al glifosato, i tedeschi stanno molto attenti alla pasta che acquistano. Sì, se debbono mangiare la pasta, vogliono evitare scherzi. Così hanno deciso di fare quello che ha fatto qualche anno fa GranoSalus, l’associazione che raccoglie i produttori di grano duro del Sud Italia e i consumatori: effettuare i controlli sul prodotto finito, cioè sui pacchi di pasta. Di questi controlli greenMe pubblica i dati. Così, in alcune marche di pasta, spunta la presenza del solito glifosato (anche se si tratta di tracce nei limiti di legge), di mocotossine DON e di altri inquinanti. Insomma, una bella mistura di sostanze che non sono esattamente dei toccasana per la salute umana: anzi! Ci sono controlli che sono stati effettuati lo sorso Gennaio; e controlli molto più recenti condotti dalla rivista Öko-Test. Per i nostri lettori questa rivista non è una novità. Ecco cosa scrivevamo due anni fa: “Anche in Germania – Paese tradizionalmente molto attento all’alimentazione – la rivista tedesca Oko-Test ha trovato tracce di glifosato oltre che nel latte materno, nel miele e nella birra, in 14 campioni su 20 di farine di frumento, d’avena e pane (fonte: Test Il Salvagente)”. Ma andiamo alla notizia di questi giorni. La notizia è che più della metà dei marchi di pasta esaminati “contengono – leggiamo su greenMe – piccoli quantitativi del controverso erbicida (leggere glifosato ndr). Si tratta, lo sottolineiamo, di tracce nei limiti di legge ma che segnalano ancora una volta l’utilizzo massiccio di questo pesticida che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato tra i probabili cancerogeni (mentre l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) non ha condiviso questa classificazione)”.

Oltre al glifosato sono stati trovati anche altri contaminanti: oli minerali e micotossine DON 

L’articolo ricorda che l’Unione europea ha deciso che l’Europa si dovrà ‘sciroppare’ il glifosato fino al 2023. Molti osservatori, in questa imposizione, hanno visto la mano della Germania, se è vero che la Bayer si è fusa con la Monsanto, la multinazionale americana che ha sempre lavorato con il glifosato. “Tracce di glifosato sono state trovate in 11 spaghetti tra cui troviamo i marchi Barilla, Buitoni e Combino (Lidl)“, si legge sempre nell’articolo di greenMe (nell’articolo di greenMe si possono leggere i dasti relativi a titte le marche di pasta esaminate). Le sorprese non finiscono qui: “Oltre al glifosato – si legge sempre nell’articolo – alcune marche di spaghetti contenevano componenti di oli minerali e tossine della muffa. In due confezioni di spaghetti nel test gli esperti tedeschi segnalano un contenuto ‘leggermente aumentato’ di idrocarburi (MOSH). Queste sostanze possono accumularsi negli organi e nel tessuto adiposo. Viene segnalata anche la presenza di Deossinivalenolo (DON) in due confezioni di spaghetti (tra cui Combino di Lidl) in livelli ‘aumentati’. Con una porzione di questa pasta, scrive Öko-Test, una persona che pesa 60 chilogrammi consuma più della metà dell’assunzione giornaliera tollerabile. Il DON è una tossina formata da un fungo che attacca le spighe di grano nel campo. Il problema è che questa sostanza può interferire con il sistema immunitario, acquistare spaghetti che non lo contengono è ovviamente la scelta migliore, considerando anche che il DON si può trovare in altri prodotti a base di cereali”. I Nuovi Vespri si è più volte occupato dei problemi che il DON può provocare nell’uomo, come potete leggere qui.

La solita origine dubbia del grano

Nell’articolo si segnala anche l’origine dubbia del grano con il quale viene prodotta la pasta. E’ storia vecchia. Ancora oggi, nelle confezioni di pasta si legge che il grano è di origine Ue o non Ue: formula che non significa assolutamente nulla! Se è di origine Ue non viene specificato in quale Paese vene prodotto il grano duro: e questa è un’assurdità; se non è di origine Ue – ovvero se è prodotta con un grano duro che arriva da Paesi non europei – non si specifica da quale Paese del mondo arriva: e questa è una super-assurdità! Insomma: l’Unione europea, quando si tratta di controlli sul grano fa acqua da tutte le parti! Sono otto le marche di spaghetti che hanno ottenuto i massimo dei voti (e che trovate sempre nell’articolo di greenMe): “Tra questi c’è il marchio De Cecco e il biologico Rapuntzel, che si confermano tra le scelte migliori”.

Foto tratta da greenMe

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