Perché chi è guarito dal Covid e non ha bisogno del vaccino viene privato della propria libertà individuale?

16 agosto 2021
  • In base alle vigenti disposizioni i guariti dal Covid hanno diritto al pass verde solamente entro 6 mesi dalla guarigione. Se il termine è decorso rimangono ‘prigionieri’
  • Giammai avrei potuto supporre che sopravvivere al Covid potesse equivalere ad una sorta di morte civile

di Annarosa Corsello

In base alle vigenti disposizioni i guariti dal Covid hanno diritto al pass verde solamente entro 6 mesi dalla guarigione. Se il termine è decorso rimangono ‘prigionieri’

La focosa diatriba su cui si scontrano le opinioni di quanti sono a favore e quanti contrari alla vaccinazione anti Covid, non può coinvolgere certamente chi, ed è il mio caso, ritiene di non avere la competenza scientifica necessaria per sostenere l’una o l’altra tesi.
La questione che mi accingo ad affrontare è, invero, di altra natura e riguarda i milioni di soggetti che, come me, sono guariti dal virus. Ho contratto il Covid 19 nel mese di Novembre dello scorso anno e, dopo 21 giorni di isolamento obbligatorio, sono stata dichiarata guarita con apposita certificazione rilasciata dall’ASP. Ho effettuato in vari periodi il test sierologico (anti spike) che ha confermato la positività al contagio e la presenza di anticorpi in quantità idonea a non rendere, attualmente, necessaria, anche volendo effettuarla, la vaccinazione oggetto dei turbolenti dibattiti. In base alle vigenti disposizioni, però, i guariti dal Covid hanno diritto al pass verde solamente entro 6 mesi dalla guarigione. In conseguenza, poiché il termine stabilito è decorso, non può essere rilasciata alcuna certificazione liberatoria, in assenza della quale, in Sicilia in modo anche più stringente, alcuni fondamentali diritti soggettivi sono compressi e non certo e non solo con riguardo alla frequentazione di questo o quel luogo, in nome della salvaguardia della salute pubblica.

Giammai avrei potuto supporre che sopravvivere al Covid potesse equivalere ad una sorta di morte civile

Il concetto su cui sarebbe necessario soffermarsi è, infatti, di maggiore portata ed afferisce al tema della libertà individuale, garantita dalla Costituzione Italiana, sacrificata per il pur nobile fine di raggiungere la famigerata immunità di gregge, obiettivo che, a mio avviso, richiede ben altro metodo, radicalmente diverso dall’attuale e, per quel che mi riguarda, per molti aspetti, discriminatorio intervento. Quando sono guarita dal Covid, ovviamente, mi sono sentita felice per avere superato una difficile prova. Giammai avrei potuto supporre in quel momento, che sopravvivere, potesse equivalere ad una sorta di morte civile. Il fine, di norma, giustifica il mezzo. Questa regola, può dunque comportare anche il sacrificio di un diritto primario? Su questo tema si è aperto un dotto confronto tra costituzionalisti, ma la domanda di fondo rimane ugualmente senza risposta: sulla base di quale principio giuridico chi è guarito dal Covid e non ha ancora bisogno del vaccino (peraltro nessuna fonte scientifica reputa, in modo comprovato che sia, comunque necessario), viene privato della propria libertà individuale? Mi auguro ed auguro a tutti gli altri italiani relegati nel medesimo ” limbo sanitario”, che la questione venga affrontata e risolta ma, nel frattempo, non posso non rivendicare, con forza, il mio diritto di vivere senza divieti di accesso.

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