La Sicilia alla Lega? Salvini vuole ‘stanare’ Gianfranco Miccichè e punta a seminare lo scompiglio tra i grillini

8 agosto 2021
  • Con la sua richiesta del candidato alla presidenza della Regione siciliana il leader della Lega punta a mettere alle strette Miccichè: o nel centrodestra (senza poltrone) o nel centrosinistra
  • Il trasformismo di Gianfranco Miccichè per il quale centrodestra e centrosinistra sono la stessa cosa: l’importante è tenersi le poltrone 
  • Che succederebbe se Miccichè dovesse passare nel centrosinistra? Si spaccherebbe il Movimento 5 Stelle

Con la sua richiesta del candidato alla presidenza della Regione siciliana il leader della Lega punta a mettere alle strette Miccichè: o nel centrodestra (senza poltrone) o nel centrosinistra

Come abbiamo scritto qualche giorno fa, la dichiarazione un po’ sopra il rigo di Matteo Salvini – ovvero la Lega che vuole esprimere il candidato alla presidenza della Regione siciliana alle elezioni regionali del prossimo anno – è sembrata troppo forte, se non guascona e solo in parte giustificata dalle adesioni che i leghisti siciliani registrano in queste ore. In realtà, tale dichiarazione potrebbe essere soggetta a una diversa interpretazione: per esempio, potrebbe essere stata rilasciata per stanare gli avversari politici all’interno del centrodestra e per mettere in difficoltà i grillini. Le due cose, come ora proveremo a illustrare, sono strettamente legate. Vediamo di cosa si potrebbe trattare. Chi segue i fatti politici siciliani – che in verità sono molto noiosi, ma è pur sempre politica – avrà notato la reazione stizzita di Gianfranco Miccichè alle parole di Salvini. E, infatti, uno degli obiettivi del leader della Lega è proprio il presidente dell’Assemblea regionale siciliana e ‘capo’ di Forza Italia in Sicilia, Miccichè. Lo abbiamo scritto più volte e lo ribadiamo di nuovo: Miccichè, in questa fase calante della sua vita politica, ha solo un’ambizione: farsi un altro ‘giro’ (cioè altri cinque anni) da presidente della Parlamento dell’Isola. Ma sa benissimo che, nel centrodestra, non raggiugerà mai tale obiettivo. Il prossimo anno, ricandidandosi nel centrodestra, potrebbe riuscire a farsi rieleggere al Parlamento siciliano, ma non verrebbe mai rieletto alla presidenza dell’Ars. Se fosse dipeso da lui, Miccichè avrebbe già effettuato il ‘salto della quaglia’, posizionandosi nel centrosinistra, con i fedeli amici del PD che – lo ricordiamo – sono stati fondamentali, quattro anni fa, per la sua elezione a presidente del Parlamento siciliano.

Il trasformismo di Gianfranco Miccichè per il quale centrodestra e centrosinistra sono la stessa cosa: l’importante è tenersi le poltrone 

Del resto, Miccichè è un trasformista di professione, vuoi perché, grazie ai suoi rapporti stretti con Silvio Berlusconi e con Marcello dell’Utri, in Sicilia, dentro Forza Italia, ha fatto sempre quello che ha voluto; vuoi perché la sua idea di politica senza politica gli ha dato la possibilità di intrecciare rapporti con tutti quelli che gli hanno garantito l’unica cosa che gli interessa: il potere. Nel 2008, dopo la caduta di Totò Cuffaro, ha provato a candidarsi alla presidenza della Regione siciliana. Da presidente dell’Ars della legislatura 2006-2008 aveva iniziato a tessere stretti rapporti con il PD: gli sarebbero serviti, tali rapporti, sia nel caso in cui sarebbe riuscito a diventare presidente della Regione, sia per imboccare la strada di riserva. Nel 2008, dopo l’elezione a presidente della Regione di Raffaele Lombardo, va di pari passo con quest’ultimo. Lombardo, eletto con quasi il 70% di voti di lista nel centrodestra, lascia il centrodestra per governare con il centrosinistra; e Miccichè fa la stessa cosa: lascia il PDL, fonda il PDL Sicilia e si ‘imbarca’ con il Governo trasformista e ribaltonista di Lombardo. Finita l’esperienza con il Governo Lombardo – siamo nel Novembre del 2012 – si candida alla presidenza della Regione per tagliare la strada al candidato del centrodestra (Nello Musumeci) per favorire l’elezione del candidato di centrosinistra, cioè di Rosario Crocetta. Finita l’esperienza di Crocetta torna dentro Forza Italia e, grazie a Berlusconi – che non è meno trasformista di lui – si riprende il coordinamento del partito in Sicilia e si presenta come ‘vincitore’ del centrodestra siciliano con Nello Musumeci presidente. Gianfranco Miccichè ‘vince sempre’ perché sta sempre con chi vince, cambiando casacca a seconda della convenienza.

Che succederebbe se Miccichè dovesse passare nel centrosinistra? Si spaccherebbe il Movimento 5 Stelle

Ora siamo quasi alla fine dell’esperienza di Musumeci. E Miccichè, per cercare di farsi rieleggere alla presidenza dell’Ars, vorrebbe tornare nel centrosinistra. Il problema è che non trova molti adepti. Le dichiarazioni di Salvini arrivano proprio mentre Miccichè ‘tratta’ con ‘pezzi’ di Forza Italia e del centrodestra per portarseli nel centrosinistra. La dichiarazione di Salvini potrebbe puntare a stanare Miccichè e gli esponenti di Forza Italia a decidere: restare nel centrodestra e accettare il fatto che l’asse tra la Lega e gli Autonomisti di Raffaele Lombardo e Roberto di Mauro è preponderante, oppure passare nel centrosinistra. La dichiarazione di Salvini punta anche a gettare nello scompiglio i grillini siciliani ormai ‘prigionieri’ dell’alleanza con il PD. Ma un conto, in vista delle elezioni regionali siciliane del prossimo anno, è un’alleanza Movimento 5 Stelle-PD, mentre altra e ben diversa cosa è un’alleanza Movimento 5 Stelle-PD-Miccichè. Già quando il grillino Giancarlo Cancelleri ha prospettato tale ipotesi, tra i grillini siciliani è scoppiato il finimondo. Con le sue dichiarazioni il leader della Lega cerca di spingere Miccichè verso il PD, per fare emergere le contraddizioni dentro Forza Italia in Sicilia e tra i grillini. Detto questo: al di là della crisi di centrodestra e centrosinistra della Sicilia – crisi a nostro avviso irreversibile – esiste un modo per frenare l’avanzata della Lega in Sicilia? Sì. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.

Foto tratta da Radio CL 1  

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