Quando i Generali borbonici traditori regalarono Messina a Garibaldi impedendo ai soldati Duosiciliani di combattere

3 agosto 2021
  • Ci hanno raccontato che Garibaldi ha conquistato Messina. Bugie. Per evitare che l’esercito Duosiciliano sbaragliasse i garibaldini, i generali-traditori borbonici ordinarono a «due battaglioni di lancieri, il reggimento di carabinieri a piedi e il 4° di linea» di imbarcarsi per la Calabria!
  • I militari traditori Duosiciliani hanno venduto la loro patria per accasarsi con alti gradi nell’esercito dei Savoia. Gente seria!
  • Nell’accordo stipulato non si fa ovviamente riferimento al tradimento dei vertici Borbonici ma, con buona dose di ipocrisia e di faccia tosta, alla reciproca volontà (fra Savoiardi e Borbonici) di non versare altro sangue. Senza dignità!

Ci hanno raccontato che Garibaldi ha conquistato Messina. Bugie. Per evitare che l’esercito Duosiciliano sbaragliasse i garibaldini, i generali-traditori borbonici ordinarono a «due battaglioni di lancieri, il reggimento di carabinieri a piedi e il 4° di linea» di imbarcarsi per la Calabria!

Il 22 luglio 1860, anche a Messina si parla di tradimento. E tradimento è… Alla caduta di Milazzo, fa seguito la ritirata delle truppe Duosiciliane da Messina verso la parte continentale dello Stato del Sud. Il 22 luglio il Clary, in combutta con il Ministro della Guerra Pianell, fa partire per le Calabrie «due battaglioni di lancieri, il reggimento di carabinieri a piedi e il 4° di linea». Brutto segno, come vedremo. Il Pianell (o Pianelli) ha già, per conto suo, inviato al Clary un telegramma nel quale dà via libera a quella inspiegabile e vile ritirata. A Messina peraltro non è in corso alcuna rivoluzione, né si intravedono scontri armati con l’esercito garibaldino (certamente anche questa verità è scomoda per gli agiografi del Risorgimento). Ma i fatti sono fatti. Niente giustifica quindi quella scandalosa decisione, se non… il tradimento, commissionato ed eseguito senza dignità e senza onore. Con il dispaccio telegrafico il Pianell diceva testualmente al Clary: «Le do facoltà in tutto: se crede tornare sul Continente, il faccia senza esitare». Insomma il Ministro della Guerra, a Napoli, finge di voler proseguire i combattimenti contro l’invasione anglo-piemontese-garibaldina, di fatto però lavora per agevolare il nemico. La ritirata delle truppe verso il Continente (anziché il loro invio al campo di battaglia di Milazzo) è già di per sé significativa.

I militari traditori Duosiciliani hanno venduto la loro patria per accasarsi con alti gradi nell’esercito dei Savoia. Gente seria!

Ma il Pianell avrebbe fatto molto di più con un’allucinante serie di movimenti di truppe a vuoto e con la preposizione – a posti di alta responsabilità – di gente sbagliata, laddove avrebbe avuto a disposizione molte persone più idonee. Ed il suo è principalmente un astuto gioco di demolizione dall’interno dell’Esercito Duosiciliano e dello Stato. Un gioco diabolico, di cui abbiamo già fatto cenno. Il Pianell non fa, infatti, che aggiungere al suo curriculum nuove benemerenze da sottoporre al Governo di Torino nel momento in cui avrebbe fatto il cambio della divisa, già da tempo programmato. In questo bailamme di ordini e di contrordini il morale dei soldati Duo- siciliani viene messo a durissima prova, ma non crolla, ancorato com’è all’amore per la patria e per il Re che la rappresenta, il pio e buon Francesco II. Per la verità troppo buono e troppo pio, anche se intelligente e non privo di grandi potenzialità politiche. Per puro dovere di cronaca sottolineiamo che il 22 luglio 1860 è proprio il giorno in cui il Clary manda al Colonnello Bosco quel telegramma depi-stante, nel quale in perfetta malafede preannuncia l’imminente arrivo a Milazzo di rinforzi. La politica del tradimento e dei falsi messaggi continuerà senza fine soprattutto in quei cinque o sei giorni successivi alla battaglia di Milazzo. Il Clary continua a mandare ufficialmente messaggi e segnali nei quali fa mostra di voler combattere contro Garibaldi, mentre sottobanco si fa autorizzare dal Pianell a lasciare Messina.

Nell’accordo stipulato non si fa ovviamente riferimento al tradimento dei vertici Borbonici ma, con buona dose di ipocrisia e di faccia tosta, alla reciproca volontà (fra Savoiardi e Borbonici) di non versare altro sangue. Senza dignità!

Con l’aiuto del suo collaboratore ed amico Capitano D’Ayala (un altro doppiogiochista), si procura addirittura un incontro segreto con il Generale Medici in casa del Console del Regno di Sardegna (Piemonte), concordando i dettagli della resa.(18) Ed infine, inventandosi addirittura duri scontri con il nemico (scontri nella realtà evitati o comunque mai avvenuti), il 25 luglio fa ritirare le truppe Duosiciliane da Messina senza combattere e senza che la popolazione (quella almeno rimasta in città), si sia pronunziata a favore o contro questa scelta. Qualche contingente di soldati Duosiciliani viene assegnato alla Cittadella, che resta saldamente in mano Duosiciliana. Il grosso dell’Esercito Duosiciliano viene invece ignominiosamente imbarcato su navi mercantili francesi che il Ministro Pianell, in men che non si dica, ha già fatto convergere su Messina. Sempre lo stesso giorno, i primi Garibaldini possono entrare nella città, tranquillamente. Ancora una volta Garibaldi potrà constatare che, dopotutto, è stato informato bene dai suoi amici e dai suoi protettori. Il 26 luglio si ufficializza la resa dal Clary, al quale i soldati Duosiciliani vorrebbero ora fare la pelle per il suo comportamento disonesto. Mentre il Generale Medici, al quale non sembra neppure vero poter conquistare senza colpo ferire e senza nulla rischiare, una città così importante, entra nella città di Messina. Una vera manna dal cielo, se confrontata con le difficoltà nelle quali si era trovato a Milazzo, con le gravissime perdite di uomini, di mezzi e di immagine. Nell’accordo stipulato non si fa ovviamente riferimento al tradimento dei vertici Borbonici ma, con buona dose di ipocrisia e di faccia tosta, alla reciproca volontà (fra Savoiardi e Borbonici) di non versare altro sangue. Sangue che, per la verità, avrebbero poi versato abbondantemente sia il Popolo Siciliano sia tutti i Popoli del soppresso Regno delle Due Sicilie.

Giuseppe Scianò E nel mese di Maggio del 1860 la Sicilia diventò colonia!

Foto tratta da Sicilians

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