Il ‘caso’ dei medici vaccinati infettati dai non vaccinati… L’ombra di un nuovo Teatro dell’assurdo imposto dalle multinazionali

1 agosto 2021
  • Prima di questa pandemia ci si vaccinava per acquisire l’immunità. Con il virus SARS-COV-2 non più. Ma se non mi dà l’immunità perché mi debbo vaccinare? Siamo nel pieno di una ‘riscrittura’ in chiave regime-terapeutico del Teatro dell’assurdo del commediografo Ionesco 
  • Ormai la Microbiologia ha imboccato una deriva sciamanica: al posto della scienza si preferisce comunicare con “potenze superiori” – conosciute solo dai pochi – che elaborano verità assolute che non possono essere messe in discussione

Prima di questa pandemia ci si vaccinava per acquisire l’immunità. Con il virus SARS-COV-2 non più. Ma se non mi dà l’immunità perché mi debbo vaccinare? Siamo nel pieno di una ‘riscrittura’ in chiave regime-terapeutico del Teatro dell’assurdo del commediografo Ionesco 

Ormai, con questo benedetto virus, siamo vicini a una commedia di Ionesco. Succede che quattro medici che lavorano in un ospedale risultano positivi al virus. Sono quattro medici vaccinati contro il Covid. Ribadiamo: medici. Ebbene, invece di interrogarsi sul perché, da vaccinati contro il virus SARS-COV-2, sono positivi se la prendono con i non vaccinati! Invece di chiedersi come sia possibile che un virus che colpisce le vie respiratorie sia sempre in piedi e infetti l’universo mondo con una temperatura di 40 gradi centigradi, prendono la scorciatoia della nuova virologia televisiva. Siamo nel pieno di una ‘riscrittura’, in chiave regime-terapeutico, del Teatro dell’assurdo del commediografo Ionesco, dove l’ossessione della morte viene sostituita dall’ossessione per chi rifiuta un vaccino che non dà immunità, lasciando immutato lo scenario di ‘condanna’ – tipico della poetica del grande drammaturgo – che rende la vita dell’uomo e le sue azioni prive di senso.

Ormai la Microbiologia ha imboccato una deriva sciamanica: al posto della scienza si preferisce comunicare con “potenze superiori” – conosciute solo dai pochi – che elaborano verità assolute che non possono essere messe in discussione e vengono comunicate ai comuni mortali dalla televisione

Il non senso è tra noi e governa pensieri e azioni. Per non prendere il virus bisogna farsi inoculare un ‘vaccino’ che, però, non blocca il virus: virus che continua a circolare liberamente, infettando non vaccinati e vaccinati. E’ assurdo  – e infatti non a caso citiamo il Teatro dell’assurdo – ma è la realtà. Non è l’uomo che, attraverso il Teatro, rappresenta se stesso immerso nell’assurdità della vita, ma è l’assurdo che, attraverso la pressioni delle multinazionali farmaceutiche, si impossessa dell’uomo e ‘riscrive’ le regole del Teatro, negando all’uomo anche la possibilità di riflettere. Così il concetto di immunizzazione, da sempre legato alla vaccinazione, scompare, sostituito da una furia iconoclasta verso chi non accetta e cerca di opporsi all’assurdo che cerca di entrare di prepotenza nelle vite delle persone. Pensavamo che l’apoteosi di questo regime terapeutico sarebbe stato il green pass – una sorta di premio-fedeltà che le multinazionali farmaceutiche che producono i vaccini regalano ai cittadini hanno accettato di farsi inoculare questo bizzarro vaccino -: invece scopriamo che l’assurdo che si è aperto con la stagione dei vaccini che ‘inseguono’ un Coronavirus riserva sempre novità. Sulla base di quali evidenze scientifiche un vaccinato pensa di essere stato infettato da un non vaccinato? Non si sa e non ha più importanza. Ormai la Microbiologia ha imboccato una deriva sciamanica: al posto della scienza si preferisce comunicare con “potenze superiori” – conosciute solo dai pochi – che elaborano verità assolute che non possono essere messe in discussione e vengono comunicate ai comuni mortali dalla televisione. Se si decide che i non vaccinati infettano i vaccinati è così e basta. Chiedersi: “Ma se mi sono vaccinato perché mi sono infettato?” equivale a contestare il nuovo regime terapeutico che non ammette dubbi. E’ la negazione della scienza che abbiamo conosciuto fino a prima della pandemia: ma è la realtà che stiamo vivendo.

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