Riflessioni sulle alluvioni in Germania e Olanda, sul grano canadese e sugli amici del Nord che hanno scippato a Sud e Sicilia i fondi Pnrr/ SERALE

25 luglio 2021
  • L’Apocalisse sulla Chiesa romana e su Firenze descritta da Girolamo Savonarola rapportata ai giorni nostri
  • Le inondazioni che hanno colpito la Germania e l’Olanda
  • … e tra freddo polare in Inverno e temperature a 50 gradi in Estate il grano canadese un poco poco ‘attumbuliò’  
  • La nostra sincera preoccupazione per gli amici del Nord Italia che si sono ‘aggranfati’ quasi tutti i fondi del Pnrr: incrociamo le dita…

L’Apocalisse sulla Chiesa romana e su Firenze descritta da Girolamo Savonarola rapportata ai giorni nostri

Non sappiamo perché, ma il tempo che stiamo vivendo ci ha fatto tornare in mente Girolamo Savonarola. Predicatore eccelso, anche se dai toni sinistri – il suo pezzo forte era l’Apocalisse, tra rivelazioni e profezie sui destini dell’umanità – questo frate domenicano che un giorno sì e l’altro pure profetizzava sciagure nella Firenze dei Medici e nella Roma papalina non temeva i potenti e li bastonava senza pieta con la forza della parola. Leggendo la vita di questo uomo di Chiesa che non perdeva occasione per criticare la Chiesa – su tutti spiccano i due volumi Vita di Girolamo Savonarola di Roberto Ridolfi – si coglie, al di al del giudizio sul personaggio che, ovviamente, è soggettivo, un’inquietudine di fondo sul senso della vita. E questa inquietudine, rapportata ai nostri giorni, entra nelle nostre vite con l’incertezza. Cosa c’è, oggi, di certo nell’esistenza? Mai, come in questi giorni, abbiamo visto potenti e potere sbriciolarsi. Gli esempi non mancano. Ne citiamo alcuni che lascerebbero pensare a una sorta di legge del contrappasso (soffrire il contrario). E’ una sensazione, la legge del contrappasso, alla quale non crediamo affatto, ma che s’incunea nei pensieri come una talpa di marxiana memoria che scava nel sottosuolo del pensiero in caduta libera.

Le inondazioni che hanno colpito la Germania e l’Olanda

Prendiamo la Mitteleuropa: Germania e Olanda in testa. Paesi forti. Paesi dominanti nell’Unione europea. Da quando esiste l’euro – una delle più disgraziate invenzioni delle millenaria storia europea – questi due Paesi hanno dettato legge. Tedeschi e olandesi – e torniamo alla spirito del Savonarola – sempre pronti a salire in cattedra, sempre pronti a sferzare i Paesi dell’Europa mediterranea, sempre pronti a impartire direttive, aggiusta i conti di qua, il Fiscal Compact di là, rispetta i parametri anche se sono demenziali, zitto e ‘sciroppati’ l’avanzo primario e non rompere le scatole sennò facciamo schizzare all’insù lo spread. Pure la pandemia sembrava avere rispettato Germania e Olanda. La Germania – con la barca di soldi drenati a Grecia, Italia e al altri paesi del Sud Europa – ha riempito di soldi famiglie e imprese tedesche in tempo di chiusure (lockdown per i provinciali amanti delle parole estere altisonanti): idem l’Olanda, ‘Paradiso fiscale’ della Ue a norma di europeismo. Ma improvvisamente si scatena una tempesta climatica: piogge, vento e allagamenti. E dove si scatena il cataclisma? Nella Mitteleuropa e, segnatamente, in Germania e in Olanda. Per carità: tantissima solidarietà a tedeschi e olandesi: noi non crediamo – a parte la pioggia, ovviamente – a qualcosa arrivata dal Cielo per riequilibrare le cose sulla Terra. Però siamo osservatori. E quello che abbiamo visto l’abbiamo visto.

… e tra freddo polare in Inverno e temperature a 50 gradi in Estate il grano canadese un poco poco ‘attumbuliò’  

E che dire del Canada? L’Unione europea, pur di consentire al grano canadese – duro e tenero – di inondare l’Europa ha anche innalzato i limiti relativi ai contaminanti presenti nei cereali, glifosato in testa. Da oltre un decennio nessuno è riuscito a fermare il fiume di grano canadese che, con le navi, solca gli oceani per arrivare nei porti europei, segnatamente nei porti italiani. Non contenti del grano canadese, ecco che le multinazionali si inventano il CETA, un trattato commerciale internazionale tra Ue e Canada: le multinazionali vanno in Canada per gestire servizi e, in cambio, i cittadini europei si debbono sciroppare i magnifici prodotti agricoli freschi e trasformati canadesi. Mezza unione europea si ribella e la Commissione europea, come si dice dalle nostre parti, sinni futti a applica il CETA senza il voto dei Parlamenti dei 27 Paesi della Ue (in realtà allora erano 28, perché quando la Commissione europea sinni futti della Ue faceva ancora parte il Regno Unito). Tra l’Autunno del 2020 e l’Estate del 2021 il clima, in Canada, impazzisce: passi l’Inverno rigido (lì al freddo sono abituati, opera anche un servizio di assistenza se dovesse andare via l’energia elettrica, perché in certe abitazioni canadesi, in Inverno, senza riscaldamenti, si passa a miglior vita), ma temperature estive da 50 gradi centigradi, questo no, questo non era messo nel conto: e se in Inverno il freddo non dava tregua, in Estate gli incendi si sono ‘mangiati’ tanto di quel verde che c’è chi teme per la riduzione nella produzione di ossigeno! Tra freddo e caldo, una bella ‘botta’ è arrivata in testa anche all’agricoltura canadese: è anche per questo che i prezzi del grano stanno crescendo in tutto il mondo (anche perché, in Russia, altro grande produttore di grano del Pianeta, la produzione di grano, come ha ricordato Mario Pagliaro, Putin ha deciso di ridurre drasticamente le esportazioni: non si sa mai). Anche in questo caso, come per la Germania e per l’Olanda, grande solidarietà ai canadesi (un po’ meno solidali, invece, con il grano canadese…). Tutto casuale ovviamente. Ma è una casualità che dobbiamo registrare.

La nostra sincera preoccupazione per gli amici del Nord Italia che si sono ‘aggranfati’ quasi tutti i fondi del Pnrr: incrociamo le dita…

L’ultimo esempio l’abbiamo in casa nostra. Novembre 2019. Tutto era pronto per l’ennesimo scippo ai danni del Sud Italia e della Sicilia da parte del Nord Italia. Il Governo di Giuseppe Conte stava quasi per ‘licenziare’ il progetto di Autonomia differenziata, detta altrimenti ‘Secessione dei ricchi’: le Regioni del Nord che si sganciano in parte dalla cosiddetta Fiscalità generale e si tengono buona parte delle tasse e delle imposte prodotte. Tradotto: uno scippo di circa 60-70 miliardi all’anno alle Regioni del Sud. A fine Novembre è tutto pronto. Ma a Dicembre cominciano ad arrivare strane notizie dalla Cina. C’è un virus di qua, c’è un virus di là. Le notizie sono altalenanti. Paura? Al Nord non amano la prevenzione, soprattutto se mette in discussione il denaro. E poi gli scambi tra Nord Italia e Cina sono intensi. L’Autonomia differenziata si ferma, forse perché il Governo Conte a Febbraio comincia ad avvertire i primi segnali non esattamente incoraggianti. Per sì e per no, a fine Febbraio, alcuni sindaci del Nord abbracciano e baciano cinesi, mentre le cronache registrano due manifestazioni di grande lungimiranza: “Milano non si ferma” e “Bergamo non si ferma”. Li fermerà il virus scatenando un putiferio. Ovviamente, come per tedeschi, olandesi e canadesi, grande solidarietà per i nostri amici del Nord. Però la correlazione c’è: Autonomia differenziata quasi fatta e, zact!, arriva la pandemia. E oggi? Confessiamo che siamo un po’ preoccupati. Per tutti. Anche per noi. Noi, infatti, siamo un po’ antichi. Le nostre nozioni si fermano alla Biologia e alla Microbiologia dei primi anni ’80 quando, con riferimento ai virus, vigeva una regola che si sintetizzava nella formula: “Non fare minchiate”. Allora ‘inseguire’ i Coronavirus con i vaccini era considerata una fesseria. Oggi però lo scenario è cambiato, i virologi s’insignaru ‘u erreennea messaggero che leva le pene. Noi però siamo sempre antichi e siamo convinti che ‘sto ‘bordello’ della pandemia continuerà. E siamo preoccupati per i nostri amici del Nord. Perché? Perché hanno già scippato a Sud e Sicilia i fondi del Pnrr: su quasi 200 miliardi di euro di fondi europei per fronteggiare i danni economici provocati dal Covid, il 67% doveva andare al Sud e Sicilia; poi il Governo di Super Mario ha deciso: 60% al Nord e 40% a Sud e Sicilia. Poi, però, alla tirata delle somme, gli amici del Nord non hanno resistito e si è scoperto che, a Sud e Sicilia, andrà una mezza beata minchia: forse 10 miliardi di euro, forse 20 miliardi di euro, forse 30 miliardi di euro se i Comuni del Sud saranno bravi nell’ammuino. In più c’è la Ministra non a caso lombarda Maria Stella Gelmini che vorrebbe ‘aggranfare’ i soldi della rediviva Autonomia differenziata. Che vi dobbiamo dire, amici del Nord? Noi non siamo come quei ‘fanghi’ che dicono: “Ti pigghiasti i me picciuli? Tutti in miricinali ti l’ha spenniri!“. Lungi da noi queste considerazioni da legge di Mosè. Anche perché noi ci inchiniamo al genio Lombardo di Attilio Fontana e al genio veneto di Luca Zaia. E allora, amici del Nord, incrociamo le dita e rilanciamo il noto “andrà tutto bene”…

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